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Alcide Cervi

Alcide Cervi conosciuto come "papĂ  Cervi" (Campegine, 6 maggio 1875 - San Ilario (RE), 27 marzo 1970) - contadino e partigiano.

Emblema, insieme ai 7 figli, della Resistenza Italiana al nazifascismo.

Biografia

Nato nel 1875 da Agostino Cervi e Virginia, si unisce sin da giovanissimo al partito popolare e partecipa attivamente allo scontro con i socialisti, che conquistano sempre piů consensi tra i vari contadini emiliani.

Nel 1899 si sposa con Genoeffa Conconi, insieme alla quale darĂ  alla luce 7 figli maschi e 2 figlie femmine tra il 1901 ed il 1921.

Tra il 1920 ed il 1925, con la famiglia, si trasferisce in vari poderi.

Nel 1934 Alcide insieme alla sua famiglia si trasferisce nel podere Campi Rossi, nel comune di Gattatico, dove inizia l'attivitĂ  di affittuario di un fondo in pessime condizioni che ben presto, grazie all'aiuto di tutta la famiglia, renderĂ  pienamente produttivo. In questa realtĂ  Alcide si occupa della vendita dei prodotti della fattoria.

All'inizio della seconda guerra mondiale casa Cervi diventa un vero e proprio luogo del dissenso militare contro il fascimo e la guerra. Alcide insieme ai 7 figli maschi si riunisce nella “Banda Cervi” dedita alla lotta partigiana.

Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre 1943, durente un rifornimento, vengono sorpresi nella loro casa dalle pattuglie fasciste. Vengono tradotti nel carcere politico dei Servi a Reggio Emilia. Durante la prigionia vengono uccisi i suoi sette figli maschi.

L'8 gennaio del 1944, un bombardamento gli apre la via per fuggire dal carcere di San Tommaso dove era stato trasferito. Non subito al ritorno a casa viene informato della uccisione dei suoi 7 figli, quando verrĂ  a saperlo riuscirĂ  comunque a riprendersi dal durissimo colpo.

Nell'ottobre del 1944 la casa della famiglia Cervi viene incendiata. Il 15 novembre dello stesso anno, forse a causa di questa dolorosa ulteriore esperienza, Genoeffa Conconi muore di crepacuore.

Solo nell'ottobre del 1945 Alcide Cervi potrà far sì che ai suoi figli venga celebrato un funerale solenne. Nel pomeriggio del 28 ottobre 1945 dopo la manifestazione di affetto dei cittadini emiliani, i feretri dei 7 fratelli sono portati al cimitero di Campegine. In questa occasione papà Cervi pronuncia la celebre frase: “dopo un raccolto ne viene un altro”.

Per il suo impegno partigiano e per l'impegno dei suoi figli, gli fu consegnata una medaglia d'oro creata dallo scultore Marino Mazzacurati. La medaglia reca da un lato l'effige di Alcide Cervi e dall'altro lato un tronco di quercia tra i cui rami spezzati compaiono le 7 stelle dell'orsa. In quest'occasione si ricorda la celebre frase: “Mi hanno sempre detto... tu sei una quercia che ha cresciuto sette rami, e quelli sono stati falciati, e la quercia non č morta... la figura č bella e qualche volta piango... ma guardate il seme, perchĂ© la quercia morirĂ , e non sarĂ  buona nemmeno per il fuoco. Se volete capire la mia famiglia, guardate il seme. Il nostro seme č l’ideale nella testa dell’uomo.”

All'etĂ  di 95 anni, il 27 marzo 1970, si spegne Alcide Cervi. Oltre 200'000 persone si concentreranno a Reggio Emilia per salutarlo per l'ultima volta.


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