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America Coloniale

Questo articolo parla delle colonie britanniche che divennero poi gli Stati Uniti d'America. Per informazioni sulle colonie americane di altre nazioni europee si veda Colonizzazione europea delle Americhe, per informazioni sulle altre colonie britanniche nelle Americhe si veda Colonizzazione britannica delle Americhe.

Questo articolo fa parte della
serie Storia degli Stati Uniti d'America
 Nativi Americani
 America Coloniale
 Guerra di indipendenza americana
 Storia degli Stati Uniti (1784-1861)
 Origini della Guerra Civile Americana
 Guerra Civile Americana
 Storia degli Stati Uniti (1865-1918)
 Storia degli Stati Uniti (1918-1945)
 Storia degli Stati Uniti (1945-1964)
 Storia degli Stati Uniti (1964-1980)
 Storia degli Stati Uniti (1980-1988)
 Storia degli Stati Uniti (1988-presente)

A partire dal XVII secolo, i britannici iniziarono a colonizzare il Nord America. Diversi tentativi erano stati fatti in precedenza, soprattutto con la Colonia di Roanoke, ma fallirono tutti.

Per molti Inglesi, la prima spinta all'emigrazione oltre Atlantico era stata la ricerca di quella libertà religiosa e politica che nel XVII secolo, travagliato dall'assolutismo degli Stuart, dalla rivoluzione, dalla restaurazione e da una nuova rivoluzione, non avevano trovato in patria. La colonizzazione del Massachusetts, era stata iniziata da un gruppo di calvinisti, detti Padri Pellegrini, i quali, nel dicembre del 1620, furono trasportati sul nuovo continente da una nave olandese. Dal Massachusetts presero poi origine altre colonie. La Pennsylvania prese il nome da padre William Penn (1644-1718), il quale, ottenuto il controllo di quei territori (1681) li organizzò come repubblica democratica, ispirata alle idee dei quaccheri e fondata sulla piena tolleranza religiosa, nell'ambito del monoteismo cristiano.

Nuovi coloni furono attirati dai paesi europei dalla certezza di ottenere terreni con poca spesa e di vivere in un regime di pace, di giustizia e di uguaglianza. Condizioni soddisfacenti furono assicurate anche agli Indiani, che altrove subivano ben altro trattamento e provvedimenti umanitari furono presi in favore degli schiavi. Nel 1682 Penn diede inizio alla costruzione di Philadelphia che doveva esprimere fin nel nome il programma cui egli intendeva attenersi. Nelle colonie emigravano non solo i profughi dall'Inghilterra, ma anche Tedeschi, Olandesi, Svedesi e Francesi, che si amalgamarono in un nuovo popolo. Nonostante le istanze del Penn, il contatto fra Europei e Indiani si concluse con il quasi completo sterminio di questi ultimi.

Dal punto di vista culturale le colonie americane dipendevano in larga misura dall'Europa: specie nelle regioni meridionali, le famiglie ricche usavano far venire dei precettori dal vecchio continente o inviavano i figli a studiare nelle università inglesi. Altre colonie, però, svilupparono un sistema scolastico autonomo e, soprattutto nel Nord, si diffuse l'obbligo dell'istruzione elementare e si aprirono delle università. Le colonie ebbero tipografie, biblioteche, giornali e riviste propri, ed ebbero uomini di cultura capaci di ricerca originale, taluni dei quali acquistarono fama internazionale, come Benjamin Franklin (1706-1790), umanista animato da interessi molteplici che diede importanti contributi agli studi sull'elettricità, inventò il parafulmine, fondò un giornale e una Società Filosofica per la promozione del sapere scientifico, intrattenne fitti rapporti con i centri più vivaci della cultura europea e svolse una parte di primo piano negli eventi politici che portarono all'indipendenza delle colonie.


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