Cantando dietro i paraventi

Ermanno Olmi approda in una Cina senza tempo per raccontare epiche vicende di pirati e di arrembaggi. Protagonista della vicenda la vedova Ching, che, dopo la morte del marito, ammiraglio capo della flotta imperiale, ucciso da un pasto avvelenato, sconvolta dal tradimento, si ribella alle autorita e prende il comando di una flotta corsara. Assistita da un vecchio capitano portoghese, unico attore occidentale in un cast interamente cinese. Oltre ad assaltare navi mercantili, le veloci imbarcazioni della vedova Ching sconfiggono anche la flotta imperiale. Ma l'imperatore decide di vendicare l'affronto e riunisce una seconda flotta così numerosa e potente che l'intero orizzonte non basta a contenere tutte le navi. Accerchiata in una baia, la vedova Ching non ha scampo ed allora ricorre ad uno stratagemma insolito. Ispirandosi a una antica leggenda cinese, che immagina messa in scena ai nostri giorni in un teatrino-bordello per spettatori in cerca di emozioni forti, Olmi utilizza una vicenda così lontana nel tempo semplicemente per dimostrare una teoria attualissima; che la guerra non è mai inevitabile e che un dialogo è sempre possibile.