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Comunicazione

Esiste la comunicazione? E, se sì, in che cosa consiste? L'esperienza di due persone che parlano tra di loro è assai comune nella vita di ciascuno e senza ombra di dubbio pone di fronte ad un esempio di comunicazione: del resto all'essere umano questo è il caso che interessa maggiormente, anche se non è certamente l'unico.

Per esaminare il tema della comunicazione occorre prima di tutto individuare gli elementi caratteristici di questa situazione, in relazione al problema che ci si è posti: si tratta di due persone, ma in realtà ciò che interessa, per il momento, sono le menti di queste persone; sono queste infatti che comunicano, e questa affermazione non si può certo contraddire, non essendo ancora stato definito né il significato di comunicazione, né quello di mente.

Table of contents
1 La comunicazione come interazione tra due menti
2 Il legame comunicazione-mente
3 La comunicazione in relazione ai metodi di comunicazione
4 Comunicazione come catalizzazione
5 Note

La comunicazione come interazione tra due menti

Del resto, come in ogni esposizione è pur necessario partire da qualche punto fermo: il punto di partenza, qui, dice che non è dato sapere cosa sia la comunicazione né cosa è una mente; si è però certi che le due cose sono collegate.

In altre parole, si potrebbe dire che la comunicazione rappresenta una interazione tra due menti: una definizione molto semplice, di quattro sole parole, ma che in realtà non vuol dire nulla nascondendo al suo interno tutta la complessità di ciò che il termine interazione e il termine mente possono rappresentare.

A ben guardare, in realtà, si può semplificare un po', dicendo che comunicazione è interazione tra due, anche senza specificare cosa sono i due elementi che interagiscono: come nell'esempio delle due persone che parlano, in quanto fa parte dell'esperienza comune; ma il fatto che siano persone a comunicare è ininfluente, ed ancora si può ridurre la definizione dicendo che

comunicazione è interazione
non essendo rilevante il fatto che ad interagire siano 2 o più elementi.

Non si specifa di quali elementi si tratti, prima di tutto perché - già al primo tentativo - appare in campo un concetto molto più complesso da definire della comunicazione, e poi perché ad interessare sono in questo caso le caratteristiche di questi elementi più che il sapere con precisione di quali elementi si tratti: e la caratteristica fondamentale degli elementi che comunicano è la capacità di interagire comprendendo ciò che viene comunicato.

In effetti, la mente fatta uscire dalla porta sembra rientrare dalla finestra, in quanto una delle caratteristiche principali della mente è proprio quella di interagire con il mondo esterno.

Il legame comunicazione-mente

Sembra che non ci si riesca a liberare della mente volendo discutere di comunicazione: ma questi due concetti sono realmente legati assieme? Vale la pena di separarli per esaminare il contesto che ne risulta.

Prendendo in considerazione l'idea di una mente completamente isolata da qualsiasi elemento esterno a se stessa è possibile valutare che tale entità si trova nella condizione di non avere alcuna informazione proveniente da una qualsivoglia fonte. Ci si trova di fronte ad una primo oggettivo limite della immaginazione umana: è il caso di una qualsiasi cosa situata in un ambiente chiuso che non soddisfi i criteri esposti poiché si trova a percepire un confine oltre al quale non può andare, ma tale confine è pur sempre uno stimolo proveniente dall'esterno.

In secondo luogo, accettando l'esistenza di una tale entità, non si sarebbe in grado di verificarne l'esistenza in quanto tale verifica impone di osservarla e quindi di entrare in relazione con essa1.

Quindi si può dire che una mente isolata non può esistere, o che comunque, se esiste, non siamo in grado di verificarne l'esistenza2>.

La comunicazione si presenta quindi come un concetto strettamente legato al concetto di mente, o meglio rappresenta un mezzo esplicativo della stessa, un prerequisito necessario allo sviluppo, e quindi alla presenza di una mente.

E come la percezione della mente è condizionata dal mezzo, la comunicazione, che la rende manifesta al mondo esterno, cosí la comunicazione è influenzata dal mezzo usato per comunicare.

La comunicazione in relazione ai metodi di comunicazione

Parlare di comunicazione ha senso solo individuando il mezzo di comunicazione che si intende utilizzare: se non c'è il mezzo, non c'è comunicazione: questo fatto può considerarsi abbastanza intuitivo vedendo la comunicazione come un passaggio di informazioni tra due persone (continuiamo ad usare l'esempio delle ``persone'', anche se non è detto che la comunicazione non possa coinvolgere elementi diversi3 ).

Dunque, accettanndo una comunicazione in assenza di mezzo, si accetta che alcune informazioni presenti in una persona, ad un certo punto compaiano in un'altra persona, in maniera spontanea e senza alcun collegamento: può essere accettabile una ipotesi del genere? non rivoluziona la nostra concezione di comunicazione? non è assurda? Si è assurda, ma forse è proprio questa l'essenza della comunicazione, e che il mezzo è un puro accessorio, ed in più non sempre le informazioni che vengono comunicate, utilizzano ciò che appare come il ``mezzo di comunicazione'' per passare da una persona ad un'altra.

Quindi la comunicazione, pur essendo una cosa separata dal mezzo, ne è altamente influenzata: se utilizzo il codice Morse, cercherò di limitare il messaggio allo stretto necessario, cercando di condensare il più possibile, se utilizzo una lettera userò un tono tendenzialmente più formale rispetto ad una telefonata: dove qui posso inserire una battuta, la stessa sarà probabilmente evitata nella lettera: il mezzo influenza la comunicazione, ciascuno in un modo diverso, e quindi si potranno individuare dei mezzi di comunicazione particolarmente adatti a trattare un certo argomento, ma inadatti ad un altro.

Vediamo alcuni mezzi che possono essere usati nella comunicazione, con le loro caratteristiche:

Discussione

La discussione consente un scambio di idee tra due o più persone, scambio che può essere impostato ad un livello più o meno paritario, nel senso che ci può o meno essere chi conduce la discussione, ma in ogni caso è molto difficile che un colloquio proceda rigidamente a senso unico.

Anche se si tratta semplicemente di una persona che passa delle informazioni, questa ottiene un feedback dall'interlocutore, e più in generale, anche in un rapporto tra insegnante e studente, l'insegnante si trova ad apprendere dallo studente delle informazioni di cui prima non era in possesso.

La prima caratteristica di una discussione è quindi la presenza di un canale di comunicazione bidirezionale.

Un'altra importante caratteristica di una discussione è la non rigidità della stessa: ci può essere una traccia guida che verrà seguita, ma la discussione è di per se aperta a variazioni dipendenti dal contesto, in particolare ci possono essere approfondimenti non previsti in origine, chiarimenti richiesti al volo, spiegazioni saltate perché ritenute inutili. Questo si presta ad una forte adattabilità, ma anche alla possibilità del travisamento della discussione se ricordata a posteriori dai partecipanti alla stessa: la flessibilità della discussione è uno dei suoi punti di forza, ma forse anche il suo maggior punto debole.

Un'altro punto di forza, forse il maggiore, consiste nel fatto che la discussione prevede un rapporto personale tra gli interlocutori, quindi lo scambio di parole è solo una parte del mezzo usato per comunicare, e non è detto che sia la più importante. Nel caso la discusione coinvolga elementi pratici (ad esempio l'esecuzione di una determinata manovra manuale), la dimostrazione pratica può essere molto più significativa di un qualsiasi discorso. E nello stesso tempo, dalla dimostrazione pratica, possono nascere una serie di problemi la cui spiegazione non era stata presa in considerazione, come pure divagazioni o considerazioni, che, pur non essendo strettamente correlate all'argomento in questione, ne possono rendere più comprensibili alcuni aspetti.

Uno dei maggiori limiti della discussione consiste nel fatto che per passare un messaggio, è necessaria la presenza della persona che possiede il messaggio, limitando cosí la velocità di trasmissione dello stesso.

Il libro

Nella discussione abbiamo quindi una interattività ad una immediatezza che dà una forte flessibilità alla comunicazione, e soprattutto la capacità di affrontare temi difficilmente comunicabili con altri mezzi, ma richiede la contemporanea presenza di entrambi gli interlocutori nello stesso luogo e nello stesso tempo.

Questo grosso limite viene ovviato dal ``libro'': rispetto alla discussione consente di rendere indipendenti quelli che prima erano gli interlocutori, rende il messaggio diffondibile in maniera molto più facile, ma come mezzo di comunicazione ha una serie molto forte di limitazioni: si tratta di un canale a senso unico, da una fonte ad un destinatario generico, a cui manca essenzialmente qualsiasi feedback, e si basa su un mezzo che può trasmettere solo parole ed immagini.

Rispetto alla discussione è un mezzo che passa una informazione molto più ``distillata, o anche ``meno immediata.

Questo può rappresentare un vantaggio per il contenuto del libro stesso in quanto l'autore è costretto a riflettere e probabilmente a chiarirsi egli stesso le idee: prima procedere a (de)scriverle, può riordinarle, rivederle, (può dire ``ehi R., guarda un po' cosa ho scritto, e, quando R. risponde ``ma non hai mica niente di meglio da fare, buttare via tutto!).

Questo è un processo che alla fine dovrebbe portare alla ``distillazione'' del messaggio, cioè a renderlo chiaro per tutti.

In realtà l'autore non potrà mai ottenere la chiarezza di un rapporto personale, soprattutto perché i propri interlocutori sono sconosciuti, e magari non hanno mai preso in considerazione i problemi esposti nel testo in questione, mentre l'autore potrebbe averci riflettuto per anni. Ed inoltre non è detto che, trattandosi di materiale scritto, di cui uno può dire ``scripta manent'', il messaggio sia privo di ambiguità.

Il libro è di per se una struttura lineare che poco si presta alle divagazioni tipiche di una discussione: in questo caso deve essere il lettore che procede alle proprie divagazioni, ai collegamenti incrociati, alle associazioni. Questo è un limite del libro, ma anche una opportunità per il lettore, o forse una selezione naturale del lettore: solo se il lettore è sufficientemente interessato ed ha compreso il messaggio riesce a costruirsi i riferimenti mancanti. E dal punto di vista del lettore, questa fatica in più è sicuramente compensata da una migliore comprensione finale del tutto.

Internet

E dato che ormai siamo tutti in rete, e tutto è in rete, vediamo di individuare quali sono le caratteristiche di Internet come mezzo di comunicazione: storicamente Internet è nata come un meccanismo per coordinare il lavoro di più persone geograficamente dislocate in maniera tale da rendere impossibili incontri personali. La tipologia di comunicazione che internet doveva sostituire era quindi la ``discussione'', a cui manca però il rapporto personale, come nel libro, anche se a questo si può in parte supplire grazie alla velocità della comunicazione, per cui è possibile ottenere velocemente dei feedback, e modificare al volo la propria esposizione in funzione di questi.

Comunicazione come catalizzazione

La comunicazione è un catalizzatore
L'idea del catalizzatore è la seguente:
  1. è possibile ``comunicare'' con altre persone?
    SI (anche perche' dire di no non mi piace proprio)

  2. date 2 persone che comunicano, il messaggio che viene trasmesso dalla prima persona alla seconda, è uguale a quello che la seconda percepisce.

    SI?? (?? == questo è un si più incerto del precedente, come si può passare questo messaggio su un testo scritto?)

    In realtà anche questo è un ``si'' perché dire di no non mi piace, però, date tutte le ambiguità che possono esistere nel linguaggio scritto-parlato-mimico-espressivo e qualsiasi altro tipo di linguaggio si voglia includere, anche un no potrebbe essere giustificato.

    In fondo però le idee passano da una persona all'altra, magari a volte vengono travisate, però negare completamente la possibilità di comunicazione è abbastanza irreale.

    Quindi la risposta può essere un SI? (un po' meno incerto del precedente).

    Andando un po' più sul pratico, che con il filosofeggiare troppo mi viene mal di testa, posso pensare a 4 parecchi casi diversi in cui avviene una comunicazione corretta pur attraverso un mezzo altamente ambiguo:

    esempio 1: M entra in laboratorio e chiede ad A "dov'è l'affare?" ed A risponde coerentemente alla domanda. Non ti domandare cos'è "l'affare" non è niente di particolare (se non una cosa generica) ma A risponde sapendo in realtà cosa M sta facendo in quel momento e cosa gli dovrebbe servire.

    esempio 2: al liceo G e S sono assieme in banchi vicini nell'aula di disegno e capitava ogni tanto mentre facevamo i desegni, che uno dei due chiedesse all'altro "e questa linea quanto lunga la fai": nessuno dei due stava guardando cosa l'altro faceva, ma la risposta era quasi sempre giusta: stavamo lavorando sulla stessa cosa, e quindi anche se non eravamo sincronizzati come velocità era assai probabile che se Simone aveva un dubbio su qualcosa, io lo avessi già avuto, o mi stessa venendo lo stesso dubbio (di certo se la linea era definita, Simone non mi chiedeva niente, quindi in realtà l'ambito di risposta, apparentemente molto ampio (in un disegno ci sono un sacco di linee) era in realtà assai ridotto da condizioni al contorno.5

    Ma allora la risposta è SI! (non ci sono più dubbi che si può comunicare)! Questa è una conclusione che mi piace!

    Resta il problema del conciliare l'ambiguità del mezzo di comunicazione con l'esattezza del messaggio che viene passato. Come mai il messaggio passa correttamente anche se il mezzo è ambiguo? L'idea per rispondere a questo è che noi ci troviamo a recepire un messaggio, e ciò che recepiamo dipende in (minima) parte dal mezzo ed in (gran) parte da altri fattori, fra cui in modo preponderante da ciò che sto pensando io in quel momento:

    esempio 1: se uno ti fa un bel discorso, magari anche interessante ed esposto chiaramente, ma stai pensando ad altro di certo non ti resterà nulla di ciò che ti viene detto.

    esempio 2: se ti viene esposta una cosa che non hai mai sentito dire prima la capirai con difficoltà mentre se ciò che ti viene detto è un qualcosa su cui hai lavorato personalmente, può essere anche 10 anni prima, può essere che ci sia stata una evoluzione in quel campo di cui non eri al corrente, ma è probabile che, pur essendo una evoluzione a cui non hai mai pensato personalmente, tu lo capisca velocemente.

    Quindi una comunicazione è veramente efficace quando la stessa riesce a stimolare alcune idee già presenti 6 nella tua testa, anche se magari si tratterà di idee che da sola non avresti elaborato fino alla fine. (CONTROESEMPIO: se ho una idea fissa, tipo questa cosa non si può fare, è molto difficile che la faccia anche se mi spiegano per filo e per segno come farla: prima devo convincermi che si può fare, e poi (forse) la faccio).

    In fondo è ciò che fanno i catalizzatori nelle reazioni chimiche: i componenti ci devono essere, ma serve un catalizzatore perché la reazione possa essere portata a termine. In riferimento alla NOTA 1, avevo usato 'n' perché se dici ad un matematico "n elementi", questo capisce già che sono un certo numero, di solito grande, di elementi: stimolo con l'uso di questo termine un certo settore di conoscenze già presenti nell'interlocutore.
CONCLUSIONE: la comunicazione è un catalizzatore di idee: l'affermazione, ad orecchio suona bene!

P.S. Problemi aperti: ma allora tutti sanno tutto di tutto, basta stimolarli opportunamente????

Note

  1. Vedi Heisenberg, il principio di indeterminazione: qualsiasi osservazione porta ad una perturbazione di ciò che viene osservato
  2. Dio potrebbe essere un esempio di mente di questo tipo: potremmo mai dimostrarne l'esistenza?
  3. si può avere una comunicazione anche tra animali o tra vegetali: vedi il bambu nero, che fiorisce una volta ogni secolo, nella primavera dello stesso anno in tutto il mondo: è questo un caso di comunicazione tra vegetali, o no? O anche tra cose non animate, salvo poi il fatto che tali informazioni non vengono interpretate: un computer può interpretare le informazioni che possiede?
  4. avevo scritto pensare ad n casi diversi
  5. in entrambi i casi la domanda è presentata in forma altamente essenziale, quindi la tua risposta (ESSENZIALITÀ) è corretta e si inserisce bene anche nel mio discorso sulla catalizzazione
  6. Una volta una persona aveva appuntamento con un tizio, e mi chiama perché avvisi il tizio che lui arriverà entro 10 minuti: alla mia domanda ``ma se arriva tra 10 minuti cosa serve che lo chiami adesso mi ha risposto ``cosí intanto si mette nell'ottica di idee che mi deve parlare e quando arrivo io è già pronto per la discussione.

vedi anche:
Astronomia | Biologia | Botanica | Chimica | Ecologia | Economia | Fisica | Geometria | Informatica | Matematica | Medicina | Statistica | Telecomunicazioni


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