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Eritrea

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1 Storia

Storia

Colonialismo italiano

L’apertura del Canale di Suez aveva, dopo il 1869, reso piů facilmente accessibili le coste etiopiche sul Mar Rosso, ma ancora nessuna potenza straniera aveva avanzato pretese su quei territori considerati, oltretutto, poveri e quindi poco appetibili. Il governo italiano, malgrado la forte opposizione della sinistra, avviò una timida politica di espansione coloniale, rivolgendosi verso quella zona dell’Africa orientale, ma senza avere a disposizione nĂ© i mezzi logisitici necessari nĂ© un valido potenziale economico. L'inizio si ebbe con l'acquisto da parte dell'armatore Rubattino della Baia di Assab, per farne un porto di servizio alle sue navi nel 1869.

Il 10 marzo 1882 il governo italiano acquistò dalla compagnia di navigazione il possedimento di Assab, nel 1883, fu inviato un piccolo nucleo di quattro carabinieri agli ordini del maresciallo Enrico Cavedani per impiantare una stazione di controllo del traffico commerciale. Il sottufficiale assunse in seguito anche degli indigeni, dai quali derivarono gli Zaptié della successiva colonia Eritrea.

Il 5 febbraio 1885, avvenne l'occupazione pacifica di Massaua, da parte di un corpo di spedizione di 1500 bersaglieri agli ordini del colonnello Tancredi Saletta, anche con il beneplacito della Gran Bretagna, la quale l’aveva addirittura sollecitato.
Le proteste del Cairo e di Costantinopoli non ebbero eco in Europa e la guarnigione egiziana, che non aveva opposto resistenza all’occupazione, fu rimpatriata alla fine dell’anno.

Seguirono, il 12 febbraio, l’invio di un altro contingente di militari (42 ufficiali, 920 soldati) ed una terza spedizione il 24 febbraio.

Nel corso dei tre mesi successivi, le truppe italiane occuparono tutta la fascia costiera tra Massaua e Assab.

L’Italia, già in possesso della costa, si mosse per occupare la parte settentrionale dell’altipiano etiopico. Questa avanzata fu ostacolata dal negus Giovanni II, re d’Etiopia.

Il 26 gennaio 1887, a Doali, una colonna di 500 soldati, comandata dal colonnello Tommaso De Cristoforis, assalita da forze abissine, fu annientata dopo due ore di combattimento. Il 21 luglio dello stesso anno, con l’arrivo a Massaua di ben 13.000 uomini agli ordini del generale Asinai di San Marzano, si ristabilì, ovviamente senza particolari difficoltà, il cosiddetto prestigio italiano.

Morto poco dopo il negus, il capo del governo Francesco Crispi stipulò con Menelik, re dello Sciovia, un patto che aiutava questi a diventare negus dell’Abissinia nel 1889. Nello stesso trattato, detto di “Uscialli”, Menelik riconosceva il protettorato italiano sull’Abissinia.

L’1 gennaio 1890 i possedimenti italiani nel Mar Rosso furono riuniti nella neo fondata colonia d’Eritrea.

La capitale fu successivamente spostata da Massaua all'Asmara.

Storia postale

I due uffici postali all’estero di Massaua e Assab, divennero i primi uffici postali della colonia d’Eritrea, nel giorno della sua fondazione (1 gennaio 1890). Furono creati appositi francobolli per la colonia, soprastampando francobolli del regno con la dicitura “Colonia Eritrea”.


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