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Fiume

Fiume č anche il nome italiano della cittĂ  croata di Rijeka.
Il fiume č un corso d'acqua dolce che scorre in un alveo naturale senza forti pendenze e con deflusso costante.

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Fiume Lambro (Parco di Monza)
Foto Renato C.

Table of contents
1 Geografia fisica
2 Diritto

Geografia fisica

Esistono termini come ruscello (per indicare corsi d'acqua minore) o torrente (percorso accidentato, con notevole pendenza e regime molto irregolare) o termini di uso locale come arroyo, creek, fiumara, uadi, ecc.

Un fiume č la conseguenza dello scorrimento per gravitĂ  sulle terre emerse di acque originate sia da pioggia che scioglimento delle neve o dei ghiacci, fino al livello di base che coincide con il mare, per i bacini esoreici, ma può risultare anche notevolmente inferiore, per quelli endoreici. Le acque meteoriche possono infiltrarsi nel terreno dando luogo a sorgenti.

Affinché si possa creare un fiume occorrono:

  • una sufficiente quantitĂ  di precipitazione
  • un'evaporazione non troppo elevata
  • un suolo non eccessivamente permeabile.

Bacino fluviale

Tutto il territorio che viene drenato da un fiume e dalla rete dei suoi tributari (affluenti) di ogni ordine costituisce il bacino idrografico di quel fiume; il perimetro del bacino rappresenta la linea spartiacque. Il confronto tra la superficie di un bacino idrografico e la lunghezza del fiume relativo (la distanza tra l'origine e la foce) č un parametro significativo per poter confrontare i corsi d'acqua.

Le acque di varia origine che interessano un dato bacino vengono prima o poi convogliate nel collettore principale, l'alveo o letto del fiume e incanalate raggiungono il livello base, sfociando in un delta o estuario.

I fiumi che entrano in un lago sono detti immissari; mentre quelli che ne fuoriescono prendono il nome di emissari.

Caratteri idrologici

http://en.wikipedia.org/upload/4/4c/Fiume.jpg
Fiume
Il corso del fiume viene diviso in:
  • superiore - dall'origine allo sbocco in pianura
  • medio - il tratto in pianura
  • inferiore - il tratto prossimo alla foce
Elementi basilari per lo studio di un fiume sono: portata, regime,
velocitĂ  della corrente.

La portata č il volume d'acqua che passa, nell'unita di tempo considerata, attraverso una sezione trasversale del fiume, espresso in m³ al secondo. Significativi sono soprattutto i valori medi ricavati in base all'esame delle variazioni delle portate per periodi prolungati, desunte dagli idrogrammi: i valori estremi di portata vengono denominati piene (massimi) e magre (minimi).

Il regime č l'evoluzione abituale delle portate del fiume nel corso dell'anno.

La velocitĂ  della corrente fluviale dipende dalla pendenza del corso d'acqua, dalla conformazione dell'alveo e dalla sezione bagnata. In prima approssimazione la velocitĂ  varia con la radice quadrata del prodotto tra profonditĂ  e pendenza; in un dato punto la velocitĂ  non č costante su tutta la sezione in conseguenza degli attriti che si esercitano lungo le sponde e sul fondo: la corrente raggiunge le velocitĂ  piů alte in corrispondenza delle massime profonditĂ , leggermente al di sotto del pelo dell'acqua, perchĂ© in superficie interviene l'attrito con l'aria.

La linea che lungo il corso di un fiume unisce i punti a massima velocitĂ , il cosiddetto filone della corrente, non risulta necessariamente mediana, ma si sposta ora verso una sponda ora verso l'altra seguendo l'andamento delle profonditĂ : la velocitĂ  media corrisponde all'incirca al 60/80% della massima.
In profonditĂ  la velocitĂ  varia dapprima lentamente, poi, in vicinanza del fondo, bruscamente. Da ricordare che lo scorrimento delle acque fluviali avviene per moto in parte laminare e in parte turbolento; la turbolenza cresce con la velocitĂ  e assorbe, insieme agli attriti sul fondo, sulle sponde e per contatto con l'aria, gran parte dell'energia totale della corrente, mentre la restante č assorbita dal trasporto del materiale eroso dalle rocce.

I punti in cui un fiume ha uno scorrere piů lento ed una minore profonditĂ , tali da permetterne l'attraversamento, sono detti guadi.

Se l'uomo interviene per modificare le caratteristiche idrologiche di un fiume, si dice che il fiume ha un regime influenzato.

Modellamento fluviale

L'attivitĂ  modellatrice di un corso d'acqua si esplica attraverso molteplici processi connessi alla propria azione erosiva, di trasporto e di deposizione. Esiste, inoltre, una vasta gamma di effetti morfologici dovuti al diverso interferire, nello spazio e nel tempo, di questi tre aspetti fondamentali dell'attivitĂ  modellatrice di tutte le acque incanalate, ora eminentemente distruttrice (erosione), ora costruttrice (deposizione).

L'erosione č il risultato del processo distruttivo, dovuto essenzialmente all'azione fisica (corrasione) e, in parte, chimica (corrosione) delle correnti. Essa ha sempre andamento regressivo, nel senso che a valle si sposta progressivamente verso monte. L'intensitĂ  del fenomeno, oltre che dalla portata e dalla velocitĂ  del fiume e dalla natura delle rocce attraversate, č determinata dalla qualitĂ  e dalla quantitĂ  del materiale trasportato (capacitĂ  di trasporto), nel senso che gli urti di questo contro le sponde e il fondo dell'alveo possono accentuare notevolmente l'azione corrasiva della corrente stessa; un carico eccessivo di materiale però riduce notevolmente, fino ad annullarlo, il potere erosivo dei fiumi.

Occorre anche tener presente che la velocitĂ , in una stessa sezione, può variare in brevi intervalli di tempo (pulsazione della corrente) e che la massima erosione si ha dove piů intensi sono i movimenti vorticosi delle acque. La capacitĂ  di trasporto di un corso d'acqua può essere riferita sia al peso massimo trasportabile (carico limite) sia alle dimensioni massime degli elementi singoli che possono essere trasportati compatibilmente alla velocitĂ  della corrente (competenza della corrente).

Il tuo trasporto può essere attuato secondo diverse modalitĂ : per trazione sul fondo, per rotolamento, per sospensione, per saltazione (cioč in parte per trazione o rotolamento, in parte per sospensione), per galleggiamento e per soluzione. Nel corso del trasporto i singoli elementi litoidi trasportati subiscono un progressivo arrotondamento, che implica altresì una graduale diminuzione del loro diametro, fenomeni questi tanto piů accentuati quanto piů tenera č la natura della roccia di cui sono costituiti gli elementi stessi e quanto piů a lungo dura il trasporto.

La deposizione, o alluvionamento, avviene per diminuzione di velocitĂ  della corrente o per eccessivo apporto di materiale; i depositi fluviali sono costituiti da materiali detritici incoerenti la cui selezione granulometrica č evidente man mano che si procede da monte a valle, anche se la gradazione non č costante e uniforme in conseguenza dell'alternarsi di piene e magre nello stesso tratto, ritmicitĂ  che č responsabile della deposizione lenticolare e quindi della caratteristica stratificazione incrociata dei depositi alluvionali.

Il modellamento della acque correnti, esplicato attraverso i fenomeni predetti, ha la sua piů tipica espressione nella genesi e nell'evoluzione delle valli fluviali, che di esso rappresentano anche una delle forme piů appariscenti.

Planimetria fluviale

L'andamento planimetrico dei corsi d'acqua si traduce quasi sempre, soprattutto se in fase giovanile, in un tracciato tortuoso. Spesso tale andamento č dovuto alle accidentalitĂ  topografiche o strutturali preesistenti all'instaurarsi dei fiumi stessi, all'esistenza di ostacoli particolarmente resistenti all'erosione, che li hanno obbligati a deviare il primo percorso, all'intervento di fenomeni tettonici vari, che hanno modificato l'andamento planimetrico delle regioni attraversate, a brusche deviazioni per avvenute catture, ecc.
Nei casi citati, tuttavia, solo eccezionalmente o casualmente l'andamento assunto dal fiume presenta la sinuositĂ  a forma geometrica regolare e ripetuta, caratteristica dei meandri, che, pur risultando ancora connessi a fenomeni di erosione, rappresentano forme tipiche delle fasi di maturitĂ  o vecchiaia. L'andamento meandreggiante prevale infatti nelle regioni pianeggianti e, in particolare, nelle pianure, dove cioč il potere erosivo delle correnti fluviali č estremamente debole.

Qualunque sia l'andamento planimetrico di un fiume č sempre possibile definire una curva che va dalla sorgente alla foce (profilo longitudinale), regolata dalla posizione del livello di base locale o, in termini piů ampi, dal livello di base generale corrispondente al livello medio del mare.

Nell'ambito di questo profilo longitudinale si distinguono quasi sempre due parti, una, ubicata nella zona a monte, a prevalente erosione, e una, a valle, a prevalente deposizione, separate da una sezione particolare, nella quale la corrente esercita esclusivamente una attivitĂ  di trasporto: pertanto nel tratto superiore si verifica un progressivo infossamento e allargamento dell'alveo, mentre in quello inferiore si esercita un'azione eminentemente costruttrice, della quale i conoidi di deiezioni, le pianure alluvionali, i delta o le pianure deltizie rappresentano le forme piů significative.

L'andamento di ciascun profilo longitudinale č, in ogni caso, tanto piů regolare quanto piů avanzato č lo stadio evolutivo raggiunto dall'attivitĂ  fluviale. Il profilo longitudinale di un fiume č molto simile a quello teorico, detto di equilibrio, lungo il quale il fiume non dovrebbe esercitare alcuna attivitĂ , nĂ© erosiva, nĂ© di deposizione. Quando i corsi d'acqua costituenti il reticolato idrografico di una determinata regione sono prossimi alla realizzazione del profilo di equilibrio, ciò significa che detta regione č stata sottoposta ad una pressochĂ© totale spianamento e che inoltre i fiumi hanno ormai quasi completamente cancellato quelle irregolaritĂ  e rotture di pendenza, tipiche lungo il profilo longitudinale nella fase di giovinezza (laghi, cascate, cateratte, rapide, ecc.).
La realizzazione di una simile situazione indica, infine, che i corsi d'acqua maggiori hanno potuto far arretrare, fino al limite loro consentito, la propria testata operando tutta la gamma di catture possibili.

Ciclo fluviale

Difficilmente i corsi d'acqua riescono ad assumere profili longitudinali prossimi o coincidenti con quello di equilibrio, in quanto č altrettanto difficile che le condizioni altimetriche e climatiche delle regioni attraversate rimangano costanti per il tempo necessario a consentire questa evoluzione; quasi tutti i cicli fluviali infatti hanno subito, o presumibilmente, subiranno complicazioni nella loro normale evoluzione in conseguenza della variazioni piů o meno sensibili del livello medio del mare.

Ogni abbassamento del livello del mare, provoca normalmente, a causa dell'incremento del dislivello fra foce e sorgente, un aumento della pendenza dei corsi d'acqua e, di riflesso, della loro velocitĂ , con conseguente ripresa o accentuazione dell'attivitĂ  erosiva (ringiovanimento); ogni innalzamento del livello del mare implica a sua volta, per opposte ragioni, un brusco rallentamento dell'attivitĂ  stessa, con conseguente intensificarsi e prevalere dei fenomeni di deposizione (invecchiamento).

Ad analoghe conseguenze possono dar adito tutti quei fenomeni tettonici (epirogenesi, bradisismi, corrugamenti, faglie, ecc.) che comportino innalzamenti o abbassamenti differenziati di parti piů o meno estese delle regioni attraversate dai fiumi, anche senza che ciò implichi variazioni del livello del mare.

Complicazioni sostanziali nella normale evoluzione di un ciclo fluviale possono infine essere dovute a cambiamenti climatici che implichino notevoli variazioni delle precipitazioni e quindi delle portate fluviali.

Anche l'analisi dei profili trasversali delle valli risulta significativa per ricostruire l'evoluzione di un ciclo fluviale: infatti la classica forma a V di questi č tanto piů aperta quanto piů avanzato č il grado evolutivo raggiunto dal ciclo fluviale e tende progressivamente ad appiattirsi, fino ad avvicinarsi all'orizzontale, nella fase di vecchiaia. Eventuali complicazioni del ciclo lasciano peraltro tracce evidenti anche in detti profili.
Per esempio la presenza di un fondo piatto alluvionato e tuttora sede di deposizione, indica che i fiume č stato sottoposto, almeno in corrispondenza del tratto considerato, agli effetti di un precoce invecchiamento; l'esistenza di terrazzi, siano essi orografici, alluvionali o poligenici, testimonia che il fiume č passato attraverso successive fasi di invecchiamento, indicate dalla presenza dei ripiani dei terrazzi, e di ringiovanimento, indicate dall'incisione dei ripiani stessi, con formazione delle scarpate dei terrazzi, fasi dipendenti, nella maggior parte dei casi, da variazione del livello di base (terrazzi eustatici o di tipo eustatico) o a variazioni della portata (terrazzi climatici).

Fiumi sotterranei

Oltre ai fiumi che scorrono in superficie, esistono anche fiumi sotterranei che scorrono nelle cavitĂ  della terra. Esistono casi in cui, ad un fiume in superficie, ne č associato uno sotterraneo.

Diritto

Gli interessi economici che si accentrano sui fiumi internazionali, sono enormi, ragion per cui da tempo le nazioni interessate hanno affrontato il problema della regolamentazione del traffico che comporta una limitazione di sovranitĂ  sul tratto di fiume di propria competenza.

Il 5 maggio 1795 fu firmata la convenzione franco-olandese relativa ai fiumi Mosa, Schelda e Reno.

Negli atti del Congresso di Vienna erano indicate le linee generali a cui dovevano attenersi le convenzioni internazionali.

Lo sfruttamento dei fiumi internazionali fu quindi regolato nei decenni seguenti da numerosi trattati che in linea di massima prevedevano la libera navigazione, il cabotaggio locale, la pesca da parte di tutti gli stati interessati. Spesso si sono create commissioni autonome internazionali come ad esempio quella del Danubio.

Le linee principali del diritto fluviale sono state fissate dalla Convenzione di Barcellona del 20 settembre 1921.


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