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Giovanni Passanante

Giovanni Passanante 1847-1910

Il 17 novembre 1878 a Napoli «un giovane piccolo di statura e di aspetto insignificante» attenta alla vita di Umberto I, limitandosi a ferirlo. Sul fazzoletto rosso che nascondeva il pugnale, Passanante aveva scritto: «Morte al Re, viva la Repubblica Universale, viva Orsini». Condannato a morte e poi graziato morirà in manicomio a causa degli orrendi trattamenti ai quali vien sottoposto nel bagno penale di Portoferraio. «Passanante è rimasto seppellito vivo, nella più completa oscurità, in una fetida cella situata al di sotto del livello dell'acqua, e lì, sotto l'azione combinata dell'umidità e delle tenebre, il suo corpo perdette tutti i peli, si scolorì e gonfiò … il guardiano che lo vigilava a vista aveva avuto l'ordine categorico di non rispondere mai alle sue domande, fossero state anche le più indispensabili e pressanti. Il signor Bertani … potè scorgere quest’uomo, esile, ridotto pelle e ossa, gonfio, scolorito come la creta, costretto immobile sopra un lurido giaciglio, che emetteva rantoli e sollevava con le mani una grossa catena di 18 chili che non poteva più oltre sopportare a causa della debolezza estrema dei suoi reni. Il disgraziato emetteva di tanto in tanto un grido lacerante che i marinai dell’isola udivano, e rimanevano inorriditi» (Salvatore Merlino, «L’Italia così com’è», 1891).

Tratto da "Al caffè" di Errico Malatesta del 1922. Copyright scaduto.


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