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Il Passatore

Stefano Pelloni detto il Passatore (o, definizione di Pascoli il Passator cortese), fu un brigante da strada attivo nella Romagna del primo Ottocento. Il soprannome gli venne dal mestiere, ereditato dal padre, di traghettatore sul fiume Lamone; era chiamato anche Malandri, dal cognome della donna che sposò un suo bisavolo.

Nato nel 1824 a Boncellino di Bagnocavallo (Ravenna), fu ucciso nel marzo 1851 a Russi (in provincia di Ravenna) dalla gendarmeria pontificia.

Evaso dalla prigione nella quale scontava la pena per omicidio colposo e datosi alla macchia, organizzò una banda audace ed agguerrita che operò per tre anni nelle Legazioni Pontificie tenendo in scacco la gendarmeria.

Un tratto caratteristico del modo di operare della banda fu l'occupazione di interi paesi (Bagnara, Cotignola, Castel Guelfo, Brisighella, Forlimpopoli ecc.), attuata per mettere a sacco le abitazioni dei cittadini più ricchi.

Le sue imprese ispirarono la musa popolare della rievocazione orale (che enfatizzò la sua generosità, divenuta leggendaria) e quella colta, da Arnaldo Fusinato a Giovanni Pascoli (che in Romagna idealizzò la sua figura evocandolo, appunto, come "Il Passator Cortese").

Una curiosità: secondo alcune fonti, il Passatore sarebbe un antenato di Raffaella Carrà (il cui vero cognome in effetti è Pelloni).


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