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L'unificazione della Spagna

Gli stati cristiani di Aragona, Castiglia, Portogallo e Navarra, durante le lotte della Reconquista, avevano respinto gli Arabi sempre piů a sud, fino a che ai Musulmani era rimasto solo il regno di Granada.

Il Portogallo sviluppò una politica commerciale diretta alle coste atlantiche dell’Africa, ed alla fine del '400 realizzò la circumnavigazione di quel continente. In Aragona ed in Castiglia l’aristocrazia terriera si opponeva ai rispettivi sovrani per difendere i propri privilegi, mentre le borghesie cittadine appoggiavano la monarchia che garantiva l’ordine e la legalità necessari ai commerci.

Nel 1469, Ferdinando d’Aragona sposò Isabella di Castiglia, ponendo le premesse per l’unificazione dei regni di Castiglia e di Aragona, che però restarono due Stati distinti fino al 1520. Nel 1492 i due sovrani occuparono il regno di Granada, nel 1512 il regno di Navarra fu unito allo Stato spagnolo che andava formandosi.

La lotta secolare contro gli Arabi diede al nazionalismo spagnolo una connotazione religiosa e razzistica che si manifestò con le persecuzioni contro i "Moriscos" (arabi convertiti al cattolicesimo, spesso con la forza) e gli Ebrei Sefarditi (con il termine "marrano" si indicavano i neoconvertiti sia Arabi, sia Ebrei). Le persecuzioni privarono il paese del valido contributo economico che tali minoranze avrebbero potuto fornire, distruggendo la borghesia mercantile, imprenditoriale, professionale ed agricola. Strumento delle persecuzioni fu l'Inquisizione affidata dai sovrani ad un clero spesso fanatico e sempre intollerante. Un’altra conseguenza delle lunghe lotte contro gli Arabi fu l’eccessivo valore attribuito alle attività militari a scapito delle attività artigianali, mercantili ed agricole.


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