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La fine dello zarismo in Russia

Lo scoppio della I Guerra Mondiale rese palese a tutti la debolezza del regime dello Zar Nicola II. L'entrata in guerra aveva dato adito a manifestazioni di unità nazionale e la difesa dei Serbi, quindi dell'identità slava, era stato il principale grido di battaglia.

Table of contents
1 L'inizio della guerra
2 Il problema dei rifornimenti
3 Rasputin
4 La situazione interna nel 1916
5 La crisi finale

L'inizio della guerra

Nell'estate del 1914 la Duma e gli zemstvo espressero pieno appoggio alla politica del governo. All'inizio le operazioni di mobilitazione furono tranquille e ben ordinate ed i successi dei primissimi giorni di guerra sembrarono indicare che la dura lezione subita dalla Russia durante la guerra russo-giapponese del 1905 era stata ben appresa. Ma si trattò di un'illusione ben presto delusa, se sul fronte austriaco dove le differenze di armamento e preparazione sono minori gioca a vantaggio della Russia la superiorità numerica, sul fronte tedesco questa non può colmare il gap dovuto alla qualità delle armi ed all'addestramento delle truppe e le sconfitte di Tannenberg e dei Laghi Masuri a fine agosto 1914 sono la conferma di questo stato di cose.
Ai disastri militari si unisce l'incompetenza del governo, costituito per lo più, da appartenenti alla nobiltà terriera o burocratica ed interessati a difendere strenuamente i loro interessi di classe più che a fare gli interessi della collettività,; questo porta una vasta parte dell'opinione pubblica russa ad allontanarsi dal consenso verso le scelte del regime.

Il problema dei rifornimenti

Il controllo tedesco sul
Mar Baltico ed il controllo tedesco-ottomano sul Mar Nero isolarono la Russia dalla maggior parte dei rifornimenti esteri ed anche dai potenziali mercati del prodotto interno. In più l'inadeguata preparazione della Russia alla guerra ed una politica economica scarsamente efficiente produssero ulteriori gravi danni sia dal punto di vista economico che militare che degli approvvigionamenti.
Dopo le prime sconfitte, causate anche dalla mancanza di rifornimenti adeguati, venne formato il Comitato delle Industrie belliche allo scopo di assicurare la produzione ed il trasporto di quanto era necessario per l'esercito, ma gli alti gradi dell'esercito litigarono con i civili, si appropriarono del controllo amministrativo delle aree del fronte ed infine rifiutarono di collaborare con il comitato.
In aggiunta a questa situazione il governo centrale rimase diffidente verso le iniziative di supporto alla guerra che venivano organizzate dagli zemstvo e dalle città. La Duma, di orientamento conservatore, rimase sempre in disaccordo con la burocrazia governativa mentre i deputati del centro e del centro-sinistra formarono il Blocco Progressista rinnovando la richiesta di un governo veramente costituzionale.

Rasputin

Dopo i rovesci militari del 1914 nel 1915 lo zar Nicola II si recò al fronte allo scopo di assumere in prima persona il comando dell'esercito lasciando sua moglie Alexandra, tedesca di nascita, e Rasputin, un membro del suo entourage, a controllare il governo e le sue manovre. Rasputin era un misterioso individuo che si spacciava per monaco e guaritore che era riuscito ad influenzare profondante la zarina affermando di poter curare la malattia genetica, emofilia, che affliggeva l'erede al trono. Benchè sulla loro vera influenza si sia molto dibattuto è indubbio che gli atteggiamenti di Alexandra e di Rasputin minorono il prestigio del regime e la sua credibilità.

La situazione interna nel 1916

Mentre il governo centrale era ostacolato dagli intrighi di corte lo sforzo bellico iniziò a causare agitazione tra gli strati popolari ( si tenga conto che l'esercito era formato prevalentemente di contadini). Nel
1916 gli aumenti di prezzo dei generi alimentari ela mancanza di combustibile per riscaldarsi (legna, carbone) generarono scioperi e manifestazioni in molte città. Gli operai, che avevano conquistato il diritto di avere rappresentanti in una sezione del Comitato per l'industria bellica, iniziarono ad usare tali rappresentanze allo scopo di organizzare una politica di opposizione al regime. Anche le campagne cominciarono ad essere inquiete.
Tra la truppa divennero sempre più frequenti i casi di insubordinazione, in modo particolare tra le nuove reclute, tutte provenienti dalla campagne, che cominciarono a comprendere di essere destinate ad essere solamente carne da cannone in una guerra condotta in modo inetto.
Col passare dei mesi la situazione continuò a deteriorarsi sia sul fronte militare, dove nuove sconfitte portarono l'esercito tedesco all'interno dei confini russi, sia sul fronte interno dove l'instabilità sociale divenne altissima. Per tentare di modificare la situazione nella palude in cui si era trasformata la corte imperiale un gruppo di nobili, nel dicembre 1916, organizzò e portò a compimento l'eliminazione fisica di Rasputin. Ma ormai era troppo tardi anche la scomparsa della mente oscura fece poca differenza.

La crisi finale

Il conflitto interno tra la Duma e lo zar indebolì ulteriormente il governo aumentando l'impressione della sua inefficienza.
All'inizio del
1917 il penoso stato di abbandono delle ferrovie causò una grave carenza di combustibile e di viveri nelle città, situazione a cui seguirono ondate di scioperi. Il governo decise di far intervenire l'esercito per riportare l'ordine a Pietrogrado (come San Pietroburgo era stata ribattezzata nel 1914 allo scopo di slavizzare il suo nome).
Nel 1905, in una analoga situazione, le truppe avevano sparato sui dimostrati salvando la monarchia, ma nel 1917 i soldati voltarono i loro fucili contro il governo. Il supporto della pubblica opinione al regime zarista evaporò come istantaneamente nel 1917 mettendo fine a tre secoli di governo della dinastia Romanov

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