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Monadologia

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La Monadologia, pubblicata nel 1714, è l'opera in cui il filosofo tedesco Gottfried Leibniz formula la teoria delle monadi quali "forme sostanziali dell'essere".

Le monadi sono in un certo senso "atomi spirituali": eterni, indivisibili, individuali, seguenti le proprie leggi, senza interagire con altri ("senza finestre"), ognuna riflette l'intero universo in una armonia prestabilita (questo costituisce storicamente un notevole caso di panpsychismo). In questo modo il concetto di monade risolve il problema di dualismo e interazione tra mente e corpo che sorge nella filosofia di Cartesio ed evita le complicazioni introdotte da Spinoza, per cui l'individuo è una mera modificazione accidentale di un'unica sostanza. La pluralità di monadi è permessa dal diverso grado di coscienza che ogni monade ha in sé di tutte le altre e di Dio che è Monade. Dunque, ogni monade è tutte le altre, ma con infiniti gradi di consapevolezza di fatto di un'unica sostanza-Monade che permettono la diversità vista dal lato delle monadi, la diversificazione di un'unico ente che si individua in tante monadi se vista al capo più alto di questo albero di enti.

Testo on line

(Vedi: Portale Filosofia | Progetto Filosofia)


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