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Mondiali di calcio Francia 1998

Per la seconda volta il Mondiale si tiene in Francia: nella prima edizione, nel 1938, era stata l'Italia a vincere. Le qualificazioni iniziano nella primavera 1996. In Europa sono stati introdotti i play-offs, ai quali partecipano le otto peggiori seconde dei nove raggruppamenti. Passano direttamente i primi e la migliore seconda. Nel gruppo 1 vittoria della Danimarca, campione d'Europa 1992 ma assente in America. Gli scandinavi la spuntano sulla Croazia, costretta ai play-offs, grazie allo scontro diretto vinto per 3-1 a Copenhagen nel penultimo turno. Nel gruppo 2 grande lotta tra l'Italia prima di Sacchi e poi di Maldini e l'Inghilterra. All'esordio ufficiale, Cesare Maldini espugna Wembley (prima volta in gare ufficiali) con una prodezza di Zola, difesa poi con le unghie dai prodigi di Peruzzi e della difesa azzurra. Con una difesa di ferro, gli azzurri perdono qualche punto di troppo con gli 0-0 (in Polonia e soprattutto in Georgia), e non vanno oltre lo 0-0 nello scontro diretto, a Roma, malgrado un colpo di testa di Vieri vicino al palo al 94'. Inghilterra ai Mondiali, Italia ai play-offs. Nel gruppo 3 esce di scena la Svizzera, e passa la Norvegia, in un girone privo di squadroni. Al secondo posto si qualifica la sorprendente Ungheria. Nel gruppo 4 gran lotta tra Austria, Scozia e Svezia. Grazie ai guizzi del ritrovato Polster, i biancorossi costringono al secondo posto la vecchia Scozia (che in Francia schiererà in porta il quarantenne Leighton) e addirittura eliminano la Svezia, terza negli USA, condannata dalle due sconfitte contro di loro. Nel gruppo 5 si conferma la Bulgaria del lunatico Stoichkov, che batte la Russia per 1-0 nello scontro diretto, costringendo i russi ai play-offs. Nel gruppo 6, il più valido tecnicamente, vince la Spagna. Otto vittorie e due pareggi per le rinate furie rosse di Clemente, con il telaio composto dal Real campione d'Europa. La Jugoslavia, anch'essa molto forte, é seconda; fuori la valida Repubblica Ceca, seconda a Euro 96. Nel gruppo 7, vince l'Olanda sul Belgio. Nel decisivo scontro diretto, gli orange vincono per 3-1. Nel gruppo 8, dominio romeno, con 28 punti sui 30 a disposizione: unico pareggio, l'1-1 in Irlanda, che infatti approda agli spareggi. Nel gruppo 9, soffre la Germania, che viene insidiata dall'Ucraina dell'astro nascente Shevchenko, che giunge seconda. A sorpresa, fuori il Portogallo. La Scozia, migliore seconda, passa comunque il turno, e nei play-offs l'Italia affronta la Russia. Nell'andata, a Mosca, sotto la neve, esordisce Buffon e Vieri segna un gol preziosissimo per le speranze azzurre. L'1-1 viene tramutato in qualificazione a Napoli, dove basta un gol di Casiraghi per accedere in Francia. La Jugoslavia fa polpette dell'Ungheria (complessivo 12-2 in due gare), la Croazia mette fine al sogno dell'Ucraina, i vecchi Oliveira e Nilis mandano il Belgio al quinto mondiale di fila, a spese dell'Eire. In Sudamerica, oltre alle "solite" Argentina e Colombia, da registrare i ritorni del Cile e del Paraguay, mentre affonda malamente l'Uruguay, settimo e scavalcato anche da Perù ed Ecuador. In Centro e Nord America, passano Usa, Messico e, a sorpresa, Giamaica, che la spunta nel duello contro Costa Rica. In Asia vengono promosse Arabia Saudita e Sud Corea, mentre, nello spareggio con l'Iran, passa ai supplementari il Giappone, allo storico esordio. In Africa, fuori i campioni continentali dell'Egitto, mentre debutta il Sudafrica, torna la Tunisia e si confermano Marocco, Nigeria e Camerun. In Oceania, come al solito svetta l'Australia. Allo spareggio con l'Iran, i canguri vengono però rispediti nell'isola: all'andata finisce 1-1, al ritorno a Melbourne, dopo essere stati 2-0 al 77', gli australiani vengono raggiunti sul 2-2 e devono abbandonare la scena, per la gioia del popolo iraniano, ai Mondiali dopo vent'anni. Dunque, la Francia torna ai Mondiali dopo due edizioni di assenza forzata. Le assenze non mancano: dalla Repubblica Ceca, finalista all'Europeo del 1996 e neanche ai play-offs, alla Svezia, terza quattro anni prima. Esordi per Giamaica, Giappone, Sudafrica e Croazia. Le favorite sono il Brasile, campione in carica con un Ronaldo in più nel motore, anche se Zagallo e Zico devono far fronte alle bizze di Romario, che viene escluso e poi attacca dal suo Paese la coppia senza mezzi termini; la Francia, temuta padrona di casa; la solita Germania, campione d'Europa, con l'attaccante Bierhoff (capocannoniere di serie A con 27 centri) in grande spolvero. I ben informati non sottovalutano la Nigeria, campionessa olimpica in carica e in mostra a Usa '94. L'Italia parte in seconda fila, con l'enigma Baggio-Del Piero (chi in campo tra l'ex codino, rigeneratosi a Bologna, e il talentuoso juventino, trascinatore della sua squadra allo scudetto?) a togliere il sonno a Cesare Maldini. Il ct dai capelli multicromatici convoca: Buffon, Pagliuca, Toldo; Bergomi, Cannavaro, Costacurta, Maldini, Nesta, Pessotto, Torricelli; Albertini, D. Baggio, Cois, Di Biagio, Di Livio, Di Matteo, Moriero; R. Baggio, Chiesa, Del Piero, F. Inzaghi, Vieri. Il 4 dicembre 1997, nella ventosa Marsiglia, vengono effettuati i sorteggi. Per la prima volta i Mondiali sono a 32 squadre, con l'allargamento del numero di squadre africane e asiatiche. Il Brasile trova Scozia, Marocco e Norvegia; per l'Italia, inserita nel gruppo B, ci sono il Camerun, il Cile e l'Austria; per i padroni di casa l'ostica Danimarca e le incognite Sudafrica e Arabia Saudita; nel gruppo D ci sono spagnoli, nigeriani, paraguayani e bulgari; nel gruppo E ci sono Olanda, Belgio, Messico e Corea del Sud; nel gruppo F Germania, Jugoslavia, Iran e USA; nel gruppo G l'Inghilterra trova Colombia, Romania e Tunisia; nel gruppo H, infine, Argentina, Croazia, Giappone e Giamaica. Passano le prime due di ogni gruppo: niente più ripescaggi, dunque. La mascotte è il gallo (animale simbolo della Francia) Footix. Importante novità regolamentare: i falli da dietro verranno tutti puniti con il cartellino rosso, ma, come vedremo, non andrà proprio così. Il 10 giugno si parte con l'inaugurazione. A Saint-Denis, zona alla periferia di Parigi, è stato costruito un nuovo, imponente stadio: lo Stade de France, con 70.000 posti, che ospita la finale. La cerimonia, ispirata alla natura e ai fiori, precede la gara inaugurale, tra Brasile e Scozia. I verdeoro non impressionano, malgrado, al posto dell'"anarchico" Parreira (sulla panchina dell'Arabia), ci sia Zagallo, campione da giocatore nel 1958 e 1962 e da tecnico nel 1970. Finisce con un risicato 2-1, maturato per altro su uno sfortunato autogol di Boyd. Il giorno dopo tocca all'Italia, che affronta a Bordeaux il Cile. La formazione andina può contare in attacco sulla coppia Salas-Zamorano: il primo già acquistato dalla Lazio, il secondo punto di forza dell'Inter. Passano dieci minuti e gli azzurri, con Baggio in luogo dell'acciaccato Del Piero, vanno in vantaggio: lungo lancio dalle retrovie, magistrale tocco al volo di Roby per l'accorrente Vieri, che batte Tapia. Il Cile non si demoralizza, controlla la gara e pareggia a fine primo tempo: Salas anticipa un distratto Cannavaro su un calcio d'angolo e agguanta l'1-1. Dopo pochi minuti della ripresa l'Italia è nel dramma: cross di Acuna, grande stacco di Salas (ma Cannavaro sta a guardare) e palla nel sacco. L'Italia preme, ma il Cile non rischia molto. All'84', per fortuna, ci viene in aiuto il modesto arbitro del Niger Bouchardeau: cross di Baggio, mano di Fuentes al limite dell'area, rigore molto dubbio. Roby scaccia i fantasmi di Pasadena segnando il rigore del pari. Non cominciamo molto bene, e ci attiriamo le antipatie di Blatter, che giudica "inesistente" il rigore del pari. E' pareggio anche nell'altra gara, 1-1 tra Austria e Camerun. La Francia esordisce il giorno dopo, a Marsiglia, contro il Sudafrica, che si dimostra veramente poca cosa. Dugarry sblocca il risultato a fine primo tempo, due autoreti dello sfortunato Issa fissano il risultato sul 3-0. Grandissima Nigeria al debutto, contro la Spagna. Gli africani vanno sotto con un gol di Hierro, pareggiano con Adepoju, ma tornano sotto per una prodezza di Raul. In sei minuti, complice uno Zubizarreta da pensione, ribaltano il risultato: autorete del portiere e missile imprendibile di Oliseh. L'Olanda e il Belgio non si fanno male e impattano 0-0, malgrado un'incredibile errore sottoporta del tulipano Hasselbaink, dopo otto minuti. Il Messico batte 3-1 la Corea del Sud, rimasta in 10 per l'espulsione di Ha-Seok-Ju, unico giocatore a rimanere vittima del rosso per i falli da dietro. Domenica 14 giugno l'Argentina debutta con un successo di misura su un discreto Giappone: decide l'implacabile Batistuta. La Croazia batte 3-1 la pittoresca Giamaica, che gioca un calcio modesto ma fa colore per i suoi caldissimi tifosi. La Germania non incanta ma batte 2-0 gli USA, con reti di Moeller e Klinsmann. L'Inghilterra la imita con un 2-0 alla Tunisia, firmato da Shearer e Owen. Il giorno dopo torna in campo il gruppo A: il Brasile ritrova d'incanto Ronaldo (in ombra contro la Scozia) e uno straordinario Rivaldo e batte seccamente 3-0, passando il turno come prima nel girone, il Marocco, che attua un gioco violento sul Fenomeno (pessima un'entrata a tacchetti spianati di Chiba sull'interno coscia del fuoriclasse). Mercoledì 17 giugno l'Italia affronta a Montpellier il Camerun, il cui allenatore, il francese Leroy, si è lamentato per la designazione dell'arbitro australiano Rennie, ricordando i numerosi italiani residenti nel Nuovissimo continente. I fatti non gli danno ragione: gli africani picchiano come fabbri, ma gli azzurri passano in vantaggio quasi subito, dopo nove minuti, con un bel colpo di testa di Di Biagio su cross di Baggio, preferito a Del Piero. Maldini ha infatti bocciato la proposta, caldeggiata un po' da tutti, del tandem di fantasisti, rispondendo piccatamente anche al premier Prodi, che ci aveva fatto un pensierino ("Prodi? E' un estimatore della bicicletta!"). Il Camerun mena, l'arbitro chiude gli occhi, ma quando Kalla affonda i tacchetti su Di Biagio non può che estrarre il rosso. In superiorità numerica, soffriamo, e bisogna ringraziare Pagliuca, superbo su un tiro di Job. Nel finale cala il Camerun e si scatena Vieri: prima supera con un morbido pallonetto Songo'o, poi fa il bis di potenza. Secondo pareggio in extremis per l'Austria, che aggancia allo scadere il Cile, con una prodezza di Vastic. La Francia stacca il biglietto per gli ottavi con un secco poker all'Arabia Saudita, in una gara che esalta le doti della coppia Trezeguet-Henry e boccia Zidane, colpevole di un fallo di reazione quando il risultato era già fissato. Arbitro protagonista in Sudafrica-Danimarca: il colombiano Toro caccia tre giocatori, per falli al massimo da ammonizione. Il giorno dopo è la Nigeria a qualificarsi con un turno d'anticipo: 1-0 alla Bulgaria, con gran gol di Ikpeba. L'Olanda dilaga con una cinquina alla Corea, la Croazia si qualifica battendo il Giappone. Domenica 21 grande calcio a Lens, con un bel 2-2 tra Germania e Jugoslavia: sotto di due reti, i tedeschi, trascinati da Bierhoff, agganciano il pareggio. Storica vittoria dell'Iran, che batte gli odiati USA per 2-1. Cinquina dell'Argentina alla Giamaica, con Batistuta mattatore (tripletta). La Romania batte l'Inghilterra, oltremodo penalizzata dalle astruse scelte del ct. Hoddle di lasciare in panchina Beckham e Owen, i due più in forma. Il gol-partita arriva alla fine, opera di Petrescu. Martedì 23 torna in campo l'Italia, opposta all'Austria. Ci basta un pareggio, ed anche qui l'arbitraccio di turno (lo scozzese Dallas) ignora le randellate avversarie. Al 5' della ripresa il solito implacabile Vieri ci porta in vantaggio, girando di testa in rete una punizione di Del Piero, nel finale entrano Baggio e Inzaghi, che confezionano il raddoppio, allo scadere: passaggio dello juventino, comodo tap-in del bolognese. Il gol finale austriaco, allo scadere, è di Herzog, su rigore. Il Camerun, sbattuto fuori dall'arbitro (che annulla misteriosamente due reti agli africani), oltre che dal Cile, urla la sua rabbia, che è poi quella dei Paesi africani. In serata, infatti, il Marocco viene eliminato perché l'arbitro di Brasile-Norvegia concede un rigore incerto agli scandinavi, al 90'. Rekdal trasforma e i marocchini si indignano, salvo poi riabbassare la testa quando, la mattina dopo, un sito Internet norvegese coglie una foto con Baiano che sta strattonando Flo in area. Nel gruppo C, con Francia e Danimarca già qualificate, fa scalpore il difensore sudafricano Issa, in campo contro l'Arabia con un auricolare per tenere aggiornati i compagni sull'altra sfida, tra transalpini e danesi. Nel gruppo D, saluta l'ambiziosa Spagna, alla quale non serve la goleada alla Bulgaria, perché il Paraguay dell'estroso portiere Chilavert (tira le punizioni, per poco non fa gol alla Bulgaria) batte una rilassata Nigeria e centra gli storici ottavi. Nel gruppo E, figuraccia storica del Belgio, bloccato sull'1-1 dalla Corea del Sud: passano Olanda e Messico. Nel gruppo F avanti, come da pronostico, Germania e Jugoslavia. Nel gruppo G l'Inghilterra (con Beckham e Owen) batte la Colombia 2-0 e segue la Romania tutta bionda agli ottavi. Infine, nel gruppo H, si qualificano Argentina e Croazia. Sabato 27 giugno iniziano gli ottavi, con la sfida Italia-Norvegia. Dopo un quarto d'ora azzurri in vantaggio: grande lancio di Di Biagio per Vieri, che in velocità brucia l'avversario e fredda Grodas, nel torrido caldo di Marsiglia (37°). Del Piero spreca tre nitide occasioni e a metà ripresa sta per concretizzarsi il pareggio, ma Pagliuca è gigantesco sul colpo di testa a botta sicura di Flo. In panchina, è Cesare Maldini show: litiga con il pubblico che vorrebbe Baggio in campo, poi, all'inviato RAI Varriale che gli chiede il perché del mancato ingresso di Roby, adduce motivazioni personali ("Sono fatti miei!"). In serata, si risveglia un Ronaldo criticatissimo dopo il flop verdeoro contro la Norvegia: due gol e due legni, il Brasile batte 4-1 il Cile e vola ai quarti. Domenica pomeriggio la Francia affronta a Lens il Paraguay. I sudamericani sono ostici, Chilavert è salvato dal palo su tiro di Henry. Il Paraguay osa un po' nella ripresa, ma è la Francia a comandare. Si va ai supplementari, Chilavert si supera su Djorkaeff, ma capitola ad otto minuti dai rigori: di Blanc il primo golden gol della storia dei Mondiali. In serata, clamoroso crollo della sponsorizzatissima Nigeria: la Danimarca maramaldeggia con un indiscutibile 4-1. Il lunedì ingiusta vittoria della Germania, sul divertente Messico. Il bomber americano Hernandez porta in vantaggio la sua squadra, Arellano spreca sul palo la chance del raddoppio, poi Klinsmann e Bierhoff salvano Vogts. In serata, vittoria in extremis dell'Olanda, che rischia grosso con la Jugoslavia (Mijatovic sbaglia un rigore sull'1-1) e trova il jolly con un tiro di Davids al 90'. Il martedì la Croazia batte di misura la Romania (rigore di Suker al 45'), in una partita noiosa. Spettacolo e tante emozioni, invece, in Argentina-Inghilterra: gol lampo di Batistuta, su rigore, pareggia sempre dagli 11 metri Shearer, poi sale al proscenio il 18enne Owen, rivelazione del Mondiale: parte da metà campo, si porta a spasso la difesa argentina e brucia Roa. A fine primo tempo Zanetti pareggia e la ripresa è sempre sul filo del rasoio. Beckham si fa espellere per uno stupido calcetto a Simeone, Chamot emula Maradona a dodici anni di distanza e salva di mano la sua porta, entra Crespo al posto di Batistuta (mai grande amico di Passarella) e quindi si va ai rigori. Crespo sbaglia, l'Argentina trema, ma Roa para su Ince e Batty e manda avanti i sudamericani. I quarti sono Francia-Italia, Brasile-Danimarca, Germania-Croazia e Olanda-Argentina. A Saint Denis Maldini non rischia la coppia della discordia e lascia Baggio ancora in panchina, predisponendo una marcatura ferrea per il rientrante Zidane, con il compagno Pessotto a stargli addosso. Avvio al fulmicotone: Pagliuca salva su Petit, Vieri manca il gol di testa. Poi, ancora il nostro portiere è decisivo su Guivarc'h, che nella ripresa spacca uno zigomo all'eroico Cannavaro, senza che il pessimo Dallas (ancora lui) se ne accorga. Finalmente entra Baggio per uno stralunato Del Piero, e nei supplementari Roby manca di un soffio il golden gol, con una volée di destro che lambisce il palo. Si va ai famigerati rigori: Pagliuca para su Lizarazu, Barthez respinge su Albertini, Baggio segna, alla resa dei conti è Di Biagio a centrare la traversa e a far calare il sipario sugli azzurri. In serata, spettacolare 3-2 del Brasile su un'ottima Danimarca. Scandinavi in vantaggio al 1', con Jorgensen; Ronaldo sale in cattedra, con un assist a Rivaldo e un gol. Nella ripresa uno svarione di Roberto Carlos manda Brian Laudrup al pareggio, poi è ancora Rivaldo, complice uno Schmeichel mal piazzato, a trovare il jolly del 3-2. Le speranze danesi muoiono su una traversa di Rieper. L'Olanda fa fuori l'Argentina: Kluivert, dopo essersi fatto cacciare da Collina nella gara contro il Belgio, risorge e porta in vantaggio i suoi al 10', raggiunti 6' dopo da Claudio Lopez. La partita è vibrante, le occasioni non mancano e nella ripresa Batistuta colpisce il palo. Numan viene espulso, Ortega abbatte con una testata Van der Sar, mentre si profilano i supplementari arriva il lampo accecante di Bergkamp: controllo magistrale di sinistro su lancio di 50 metri, finta alla quale abbocca Ayala, esterno destro imparabile. Passa l'Olanda. In serata, sorpresona finale, con la Croazia che ridicolizza una vecchia Germania. In 10 dal 40' per l'espulsione di Worns, i tedeschi subiscono due gol da fuori di Jarni e Vlaovic; poi arrotonda Suker. Croazia che accede ad una storica semifinale. Brasile e Olanda si fronteggiano a Marsiglia, nella prima semifinale. Ad un primo tempo non eccezionale risponde una ripresa bellissima: occasioni a getto continuo, gol-lampo di Ronaldo, poi Davids salva la sua porta con un recupero incredibile sul Fenomeno. L'Olanda non si arrende: Kluivert spreca il pareggio, ma lo trova poco dopo con un bel colpo di testa, prima che l'arbitro ignori un netto fallo su Van Hooijdonk al 90'. Ai supplementari, spazio a Denilson: sei (!) finte su Winter e poi un cross, Bebeto pasticcia e tira addosso a Van der Sar. Si va ai rigori, con Taffarel decisivo su Cocu e Ronald De Boer: Brasile in finale. La Francia ha grossi problemi con la Croazia. Asanovic sfiora il gol al 35', al 3' della ripresa Suker sorprende la difesa transalpina e sblocca il risultato. Due minuti dopo un errore di Boban porta il parmense Thuram solo davanti a Ladic: piattone e 1-1. E' ancora Thuram a portare in finale la sua Nazionale, con un gran sinistro da fuori area, a metà ripresa. Francia in affanno nel finale (espulso Blanc), ma festante: finalmente è finale. La finalina viene vinta dalla Croazia, che centra uno storico terzo posto battendo 2-1 l'Olanda, con gol di Prosinecki, Zenden e Suker, che si laurea capocannoniere con sei centri (cifra alla quale si sono fermati gli ultimi sei capocannonieri). Ma la grande attesa è tutta per Francia-Brasile. Poche ore prima della finale, Ronaldo, stella dell'Inter e della Nazionale verdeoro, accusa un malore nel chiuso degli spogliatoi. Insieme a lui ci sono Roberto Carlos e Giovanni. Sembra una crisi epilettica, il Fenomeno diventa cianotico, emette bava dalla bocca. Allarmatissimi (Roberto Carlos dirà dopo: "Sembrava che stesse per morire"), i due cercano Zagallo, ma vengono a sapere che sta riposando, e non vuole essere disturbato. Fortunatamente il fuoriclasse si riprende, ma il buon senso suggerirebbe di non schierarlo. Per gli sponsor e per la causa della Nazionale (in questo rigoroso ordine) scende invece in campo, dimostrandosi un fantasma. In uno Stade de France strapieno (c'è anche il presidente Chirac, che indossa un'inesistente maglia numero 23 sotto la giacca) la Francia domina, segnando due gol in fotocopia con Zidane: calcio d'angolo, colpo di testa del fantasista, gol. Il Brasile non esiste, la Francia, anche se in 10 per l'espulsione di Desailly a metà ripresa, controlla. Una traversa allo scadere di Denilson precede il tris, in contropiede di Petit, e dà il via alla festa. Per i francesi è la prima coppa del Mondo, che verrà fatta sfilare agli Champs-Elysées, due giorni dopo, festa nazionale in Francia. Per il Brasile un misterioso k.o., che continua a far parlare ancora oggi, a quattro anni di distanza.


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