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Monetazione greca

Le monete dell’antica Grecia sono considerate le piů belle e di maggiore contenuto artistico tra tutte quelle prodotte dall’introduzione dell’uso della moneta. Una caratteristica comune di queste monete č quella di essere caratterizzate da un elevato rilievo delle immagini in esse raffigurate, spesso frutto di grandi artisti. Le raffigurazioni erano relative a divinitĂ  oppure ad animali o prodotti tipici delle localitĂ  nelle quali venivano coniate: data la grande estensione dell’influenza dell’antica Grecia e l’elevato numero di zecche, questo portò ad un’elevatissima differenziazione di tipi monetari.

Le monete greche vengono classificate in tre periodi principali:

  • periodo arcaico, comprendente le monete prodotte fino al 479 a.C;
  • periodo classico, dal 479 a.C. fino ad Alessandro il Grande
  • periodo ellenistico, da Alessandro il Grande in poi.

Per quanto riguarda i materiali, le monete d’oro avevano come unità monetaria lo statere, del peso di circa 8,7 g. Per le monete di valore inferiore, invece, veniva impiegato l’argento, con un rapporto di 1:10 con l’oro.

Il riferimento per le monete d’argento era la dracma (o dramma). La dracma, in realtà, non rappresenta un valore assoluto, ma la metà di questo: infatti, due dracme in equilibrio su di una bilancia rappresentano uno statere (il termine statere, infatti, viene anche utilizzato per indicare un tipo di bilancia). Dato il rapporto tra oro e argento, uno statere d’oro equivaleva a 20 dracme d’argento. Un sottomultiplo della dracma era l'obolo, con un rapporto in valore pari ad 1/6.

Per quanto riguarda le monete di valore inferiore, queste venivano realizzate in rame, con un’unità monetaria data dalla litra.


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