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Papa Paolo IV

Papa Paolo IV (28 giugno 1476 - 18 agosto 1559) venne eletto papa il 23 maggio 1555.

Gianni Carafa nacque a Benevento da una nobile famiglia napoletana. Suo mentore fu il Cardinale Oliviero Carafa, suo parente, che lasciò la sede di Chieti per seguirlo. Sotto la direzione di Leone X fu ambasciatore in Inghilterra e in Spagna.

Comunque, nel 1524, Clemente VII permise a Carafa di rinunciare ai suoi benefici e di unirsi all'ordine ascetico di San Caetano, chiamato dei Teatini. Dopo il Sacco di Roma del 1527, l'ordine si trasferì a Venezia. Carafa però venne richiamato a Roma da Paolo III per sedere nel comitato di riforma della Corte Papale. Nel dicembre 1536 divenne Cardinale di Napoli. Riorganizzò l'Inquisizione in Italia.

Fu una scelta a sorpresa la sua come pontefice successore di Marcello II, il suo carattere rigido, severo e inflessibile, combinato con la sua età e il suo patriottismo facevano pensare che avrebbe declinato l'onore. Accettò apparentemente perché l'Imperatore Carlo V, Sacro Romano Imperatore si era opposto alla sua ascesa. Come Papa il suo nazionalismo fu una forza trascinante, usò l'ufficio per preservare alcune libertà di fronte a una quadrupla occupazione straniera. Gli Asburgo non amavano Paolo IV ed egli si alleò con la Francia, forse contro gli interessi stessi del papato. Si alienò inoltre l'Inghilterra e rigetto la pretesa alla Corona inglese da parte di Elisabetta I. Il rafforzamento dell'Inquisizione continuò e la rettitudine di Paolo IV significava che pochi potevano ritenersi al sicuro, in virtù della sua spinta a riformare la Chiesa; anche i Cardinali che gli erano invisi potevano venire imprigionati.

Nel 1555 emise un canone (legge papale) che istituiva la creazione del Ghetto di Roma; gli ebrei vennero quindi costretti a vivere reclusi in una specifica zona della città. Il Papa successivo avrebbe raffrorzato la creazione di altri ghetti in molte città italiane.

Come per altri Papi rinascimentali, Paolo IV non fu retrogrado nel promuovere i suoi parenti - un suo nipote venne reso Cardinale e consigliere capo, altri parenti ricevettero favori e tenute, spesso prese da chi sosteneva gli spagnoli. Ad ogni modo, alla fine della sciocca e disastrosa guerra contro Filippo II, nell'agsto 1587, il Papa svergognò in pubblico il nipote e lo bandì dalla Corte.

Venne seppellito a San Pietro, ma venne in seguito traslato a Santa Maria sopra Minerva.

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