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Radiografia digitale

Sono indicati con questo termine i sistemi di radiografia diretta, nei quali la rivelazione dell'immagine avviene tramite un sensore che fornisce in uscita direttamente i dati digitali, senza bisogno di procedimenti intermedi.
Questi sensori sono utilizzati nella stessa posizione in cui vengono messi i sistemi analogici basati sul film radiografico, cioé dietro al paziente, dalla parte opposta del tubo a raggi x, in modo da raccogliere il fascio x emergente dal paziente. Entro breve tempo dall'esposizione (da 5 a 30 secondi), i dati digitali dell'immagine sono spediti lungo un cavo, normalmente una fibra ottica, fino al computer di controllo, che mostra l'immagine appena acquisita. Questa viene poi spedita per la stampa e per l'archiviazione lungo la rete ospedaliera.

Nati attorno agli anni 1990, questi sistemi sono suddivisi sostanzialmente in 3 categorie, a seconda del meccanismo utilizzato nel sensore.

Sistemi a CCD

Il fotone x viene convertito in luce da uno strato di fosfori tipici degli schermi di rinforzo e questa immagine luminosa viene raccolta (da lenti oppure tramite un fascio di fibre ottiche) su un CCD e mostrata in tempo reale sul monitor. Per sensori di grande formato (35x43cm), i CCD diventano 4, uno per quadrante ed il computer effettua la riunione delle 4 immagini separate.
Questo sistema è in grado di mostrare immagini dinamiche non solo per registrazioni di tipo televisivo, ma anche per lo studio di movimenti ad alta velocità; per questo viene utilizzato per studi dinamici con mezzo di contrasto. Dall'altro lato, la riduzione necessaria a far rientrare circa 20cm di schermo sulle dimensioni del CCD, porta ad uno scadimento della qualità dell'immagine e alla possibilità di distorsioni ottiche.

Sistemi diretti

Il sensore è composto da uno strato di Selenio amorfo, all'interno del quale i raggi sono catturati, lasciando al loro posto coppie elettrone-buca. Il campo elettrico applicato tra le superfici del Selenio trasporta gli elettroni verso una sottile matrice di transistor, dove tali elettroni sono condensati. Finita l'esposizione, l'elettronica del sensore si occupa di far uscire, riga per riga, i valori di carica corrispondenti ad ogni pixel e, dopo alcune operazioni di regolazione di zero, i dati sono inviati via fibra ottica al computer, che ricostruisce l'immagine su monitor.
Il tempo necessario (fino a 30 secondi) per la lettura del sensore ne impedisce l'uso per gli studi dinamici; d'altra parte, è possibile costruire rivelatori della grandezza standard per i normali esami radiografici (fino al 35x43cm). La risoluzione è ottima, poiché gli elettroni generati dai raggi x non hanno praticamente diffusione laterale; da registrare un certo rumore di fondo (rumore elettronico).

Sistemi indiretti

Il sensore è composto da uno strato di scintillatore allo Ioduro di Cesio, fosforo ad altissima efficienza di conversione raggix-luce, con la speciale caratteristica di avere cristalli di struttura filiforme di pochi micron. Il fotone luminoso creato dalla conversione resta in pratica intrappolato nel cristallo, che agisce come una guida d'onda; in questo modo la diffusione laterale è molto contenuta (anche se non così piccola come per i sistemi diretti). Il fotone viene poi raccolto da una matrice di fotodiodi; anche qui, al termine dell'esposizione, l'elettronica del sensore si occupa di far pervenire il valore di ogni pixel al computer, che mostra l'immagine; in questo caso, il tempo di lettura è ridotto (tra 5 e 15 secondi).
Anche questo sensore non ha utilità per gli studi dinamici, ma fornisce ottime immagini in tempi contenuti. La risoluzione è leggermente inferiore a quella dei sistemi diretti, mentre il rumore di fondo è sufficientemente ridotto.

Note

I sistemi di Radiografia Digitale, mentre da un lato non raggiungono la risoluzione mostrata dai sistemi convenzionali basati sul film, riescono comunque a mostrare ottime immagini grazie ad algoritmi di elaborazione di immagine. Inoltre, l'avere un'immagine digitale permette di archiviarle direttamente su normali sistemi di archiviazione (hard disk, CD, DVD, nastri).

Le immagini generate da queste modalità vanno da 2000x2000 a 3000x3000 pixel, per una profondità che può andare da 12 a 14 bit/pixel.


Voci collegate


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