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Tumore

I tumori o neoplasie sono l'insieme di una popolazione di cellule somatiche che ha preso origine quasi sempre da una sola cellula dell'organismo che ha subito una serie sequenziale di peculiari danni genomici (mutazioni) trasmissibile alla progenie.

Gli effetti primari provocati dalle mutazioni cancerogene sono i seguenti:

  1. Acquisizione dell'autonomia moltiplicativa per sopravvenuta incapacità a sottostare ai meccanismi regolatori della proliferazione cellulare
  2. Riduzione o perdita della capacità di differenziativa
  3. Riduzione o perdita della possibilità di andare incontro a morte cellulare programmata. L'aumento progressivo della massa cellulare neoplastica, dipende quindi essenzialmente, dal fatto che un maggior numero di cellule tumorali si moltiplica ed un minor numero di essemuore cn la conseguenza che quelle che sopravvivono continuano a moltiplicarsi.

Il termine tumore, che letteralmente significa tumefazione, é stato coniato sulla base dell'aspetto macroscopico della maggior parte dei tumori che si presentano molto frequentemente, ma non sempre, con una massa rilevante sul sito anatomico di origine. Il termine neoplasia, che letteralmente significa nuova formazione, é sinonimo del precedente ma prende in considerazione, più che l'aspetto esteriore della massa, il contenuto cellulare della stessa che é costituito da cellule di "nuova formazione".

Infine il termine cancro (granchio) é stato coniato sulla base dell'osservazione che le cellule neoplastichenel corso della loro moltiplicazione formano propaggini che avvinghiano le cellule normali vicine e le distruggono, così come il crostaceo fa con le sue chele nei riguardi della preda.

La branca della medicina che si occupa di studiare i tumori sotto l'aspetto eziopatogenetico, diagnostico e terapeutico é definita Oncologia.

I tumori si suddividono in "benigni" e "maligni". I primi, sono costituiti da cellule che mantengono pressoché inalterate le loro caratteristiche morfologiche e funzionali, pur esibendo autonomia moltiplicativa in quanto non rispondono ai meccanismi di proliferazione cellulare. Essi sono caratterizzati da un tipo di sviluppo, che é detto espansivo in quanto comprime le cellule vicine senza disintegrarle, tanto che i tumori benigni che originano dall'epitelio ghiandolare (adenomi) sono spesso avviluppati da una capsula di tessuto connettivo fibroso che li delimitano nettamente dai tessuti confinanti, coi quali assumono un rapporto di contiguità I tumori maligni sono invece costituiti da cellule che appaiono morfologicamente e funzionalmente diverse dalle corrispondenti normali. L'atipia morfologica, che é tanto spiccata quanto più indifferenziato é il tumore, si manifesta con mancanza di uniformità nella forma e nelle dimensioni delle cellule (polimorfismo) e degli organi cellulari, in particolare del nucleo, che é frequentemente ipertromico ed in fase mitotica. Peculiare é il comportamento del tumore maligno nei riguardi dei tessuti limitrofi che vengono infiltrati e distrutti dalle cellule tumorali che si sostituiscono a quelle normali, fenomeno qesto noto col termine "invasività neoplastica". L'infiltrazione delle cellule neoplastiche non si arresta di fronte alla parete dei capillari e delle venule che possono essere invase con la conseguenza che le cellule tumorali raggiungano il circolo saguigno dando inizio a quel processo noto con il termine di "metastatizzazione". Un'altra caratteristica dei tumori maligni é la "recidiva", cioè la riformazione del tumore nel sito di origine dopo l'asportazione chirurgica. I tumori maligni, infine danno luogo alla "cachessia", cioè ad un progressivo e rapido decadimento dell'organismo, che va incontro ad una notevole perdita di peso ed a fenomeni di apatia e astenia.


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