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Valore aggiunto

Il valore aggiunto è un concetto dell'economia e misura l'aggiunta di valore che si verifica nell'ambito di tutte le unità di produzione, grazie all'intervento operativo dei fattori di produzione, vale a dire dei mezzi materiali e di quelli personali.

Ci sono molti modi per descrivere, interpretare, dare un significato al valore aggiunto, basterà dire che esso è una misura dell'incremento lordo della ricchezza di un operatore economico, branca o altro che sia, e che può essere osservato in tre modi differenti, ma tra di loro equivalenti:

a) dal punto di vista della produzione, sottraendo al valore dei beni finali il valore dei beni resisi necessari per produrre questi beni finali;

b) osservando come i redditi vengono distribuiti ai fattori della produzione;

c) sommando il valore dei beni e servizi venduti al consumatore finale, cioè osservando la spesa.

Il tutto è possibile grazie all'equivalenza

produzione = spesa = redditi
nel circuito del reddito. Il valore aggiunto stesso può essere valutato in più modi, usando i prezzi percepiti dal produttore (VA valutato al costo dei fattori) oppure usando i prezzi pagati dal consumatore (VA ai prezzi di mercato). La differenza tra queste due valutazioni è dovuta alla politica fiscale della Pubblica Amministrazione. Infatti il prezzo di un bene che esce dalla fabbrica e che viene percepito dal produttore viene aumentato (di solito dall'IVA) o diminuito (contributi alla produzione) secondo leggi imposte dallo stato o da chi per esso, e il consumatore pagerà una cifra diversa da quella che il produttore effettivamente incassa.

La misurazione del Valore Aggiunto nella Contabilità Nazionale

In statistica, nell'ambito della statistica economica, in particolarmodo nella Contabilità Nazionale, la differenza tra al costo dei fattori e ai prezzi di mercato è dovuta in pratica ai contributi alla produzione, imposte indirette sulla produzione e imposte sulle importazioni. Poiché questi importi sono di relativa facile reperibilità (risultanoo dalle statistiche fiscali della pubblica amministrazione), il passaggio dal Valore aggiunto al costo dei fattori al Valore aggiunto a prezzi di mercato, o viceversa, è immediato.

Il vero problema consiste nell'impiantare il sistema di rilevazione del Valore Aggiunto in genere. Anche avendo definito in modo operativo il Valore Aggiunto, molte informazioni sono difficilmente reperibili, altre invece non esistono direttamente. Ciò ha portato ad una moltitudine di tecniche per calcolare il VA in ciascuna branca economica, appoggiandosi in genere ad uno o più modi possibili di osservare il VA.

Queste tecniche, praticate dagli istituti di statistica (p.es.ISTAT), a volte osservano i consumi finali delle famiglie (p.es. nelle branche 'turistiche'), altre volte calcolando i redditi (specialmente nelle branche dei servizi non destinabili alla vendita) oppure osservando la differenza tra produzione vendibile e consumi intermedi (in particolarmodo nelle branche dell'industria e dell'agricoltura).

E, d'altra parte, non sempre si possono applicare direttamente questi metodi, perciò si ricorre a volte ad indicatori indiretti.

Avendo i vari settori economici più o meno gli stessi problemi tipici e le stesse particolarietà, anche in paesi differenti i metodi usati spesso sono simili per le stesse branche in differenti paesi, ma diversi tra branche diverse dello stesso paese.


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