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Aldo Capitini

Aldo Capitini (Perugia 23 dicembre 1899 - morto 19 ottobre 1968) fu intellettuale nonviolento antifascista, tra i primi in Italia a cogliere e teorizzare il pensiero gandhiano.

Table of contents
1 Cenni biografici
2 Il pensiero
3 Bibliografia

Cenni biografici

Nato in una famiglia modesta si dedicò dapprima agli studi tecnici per necessità economiche e, in seguito, a quelli letterari come autodidatta. Lesse D'Annunzio, Marinetti, Boine, Slataper, Jahier, Ibsen, Leopardi, Manzoni, la Bibbia, Gobetti, Carlo Michelstaedter, Michelstaedter, Kant, Kierkegaard, profondamente influenzato dal Vangelo, San Francesco, Giuseppe Mazzini, Mazzini, Tolstoj e Gandhi.

Nel 1924 vinse una borsa di studio presso la Scuola Normale di Pisa, nel curriculum universitario di Lettere e Filosofia.
Nel 1930 fu nominato segretario della Normale, ma nel 1932 fu costretto da Giovanni Gentile ad abbandonare il suo posto in seguito al rifiuto della tessera del Partito Nazionale Fascista. L'anno successivo fece ritorno a Perugia.
Nel periodo di tempo tra il 1932 e il 1934 Capitini compì numerosi viaggi a Roma, Firenze, Bologna, Torino e Milano per incontrare numerosi amici antifascisti e intessere in questo modo una fitta rete di contatti.
Nel 1936 conobbe Benedetto Croce.
Nel 1938 incontrò Piero Martinetti.
Nel 1942 fu arrestato in una retata della polizia del regime. Durante il soggiorno in carcere il movimento antifascista decise di costituirsi in partito (Partito d'Azione). Tale scelta fu deprecata da Capitini che contestava sia i metodi di resistenza armata, sia gli intenti a cui i partiti sono votati: la conquista del potere. Tale fine era contrario all'impegno di educazione delle moltitudini che Capitini intendeva perseguire.
Nel 1944 fu costretto a nascondersi nella campagna umbra per non essere deportato in un lager nazista.
Il 24 settembre 1961 fu organizzata la prima marcia Perugia-Assisi.
Morì per delle complicanze in un intervento chirurgico il 19 ottobre 1968

Il pensiero

Aldo Capitini soleva definirsi un 'religioso laico'. Egli accomunava la religione alla morale in quanto essa critica la realtà e la spinge al cambiamento in positivo. Quella di Capitini era un'opposizione religiosa al fascismo. Il sentimento religioso, inoltre, nasce nei momenti di difficoltà e sofferenza, in particolare nel rapporto individuale con la morte.

L'idea di laicità nasceva dal distacco di Capitini dalla Chiesa Cattolica, complice del regime: egli sosteneva che col Concordato del 1929 la Chiesa avesse legittimato il potere di Mussolini dimenticando le violenze squadriste e, in tal modo, lo sostenesse garantendo la sua moralità di fronte alla maggior parte della popolazione che riponeva fiducia nell'istituzione religiosa. Capitini arrivò persino a scrivere al vescovo di Perugia chiedendo l'annullamento del proprio battesimo in segno di non-collaborazione.

Col termine persuasione Capitini indicava la fede, la profonda credenza in determinati valori ed assunti.

L'apertura è l'opposto della chiusura conservatrice ed autoritaria del Fascismo, e l'elevazione dell'anima verso l'alto e verso Dio.

Un concetto chiave nella filosofia capitiniana era la compresenza di tutti gli esseri, dei morti e dei viventi, legati tra loro ad un livello trascendente, uniti e compartecipi nella creazione di valori.

Nella vita sociale e politica la compresenza si traduce in omnicrazia, o governo di tutti, un processo in cui la popolazione tutta prende parte attiva alla decisioni e alla gestione della cosa pubblica.

Non può mancare il concetto di nonviolenza, un ideale nobile, sinonimo di amore, coerenza di mezzi e fini, la forza in grado di sconfiggere il Fascismo.

Capitini teorizza anche il liberal socialismo con dei contenuti che non hanno nulla a che vedere con l'opera di Carlo Rosselli. Per liberalismo intende il libero sviluppo personale, la libera ricerca spirituale e produzione di valori. Il socialismo è la realizzazione nel lavoro, l'assistenza fraterna dell'umanità lavoratrice soggetto corale della storia.

L'educazione profetica è quella di colui che, con uno sguardo al futuro, è capace di criticare la realtà sulla base di valori morali, anche a costo di sembrare fuori dal suo tempo.

Con l'espressione civiltà pompeiana-americana intende biasimare la mentalità materialista che vede del lusso e nel possesso la realizzazione dell'uomo.

Il "tempo aperto" è il tempo libero che ognuno potrebbe destinare alla discussione, alla socializzazione, al raccoglimento, all'elevazione spirituale.

Bibliografia

Principali libri di Capitini

  • 1937 Elementi di un'esperienza religiosa
  • 1942 La vita religiosa
  • 1943 Atti della presenza aperta
  • 1944 La realtà di tutti
  • 1955 Religione aperta

Libri su Capitini

  • Rocco Altieri, "La rivoluzione nonviolenta. Biografia intellettuale di Aldo Capitini", BFS edizioni

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