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Battaglia di Novi

La battaglia di Novi , svoltasi il 15 agosto 1799, vide affrontarsi i francesi comandati dal generale Joubert, e poi da Moreau contro gli austro-russi guidati dal feldmaresciallo russo Suvorov. Conclusasi con la vittoria di questi ultimi, determinò la ritirata generale delle forze francesi presenti in Italia.

Table of contents
1 Preludio
2 Gli schieramenti
3 L’azione
4 Conclusioni

Preludio

La seconda coalizione antifrancese, passata all’offensiva nel 1799, mentre Napoleone si trova in Egitto, ha battuto le forze della Repubblica a Cassano d’Adda. I francesi si sono così ritirati nel territorio della Repubblica Ligure, utilizzando la fortezza di Gavi come perno difensivo, mentre gli austro-russi si sono dispiegati nella zona tra Novi e Pozzolo e hanno conquistato il forte di Serravalle.

Gli schieramenti

Esercito imperiale

Posto il quartier generale a Bosco Marengo, l’esercito è così schierato:

  • l’ ala destra, al comando del generale Kray, è composta dalle divisioni Bellegarde e Ott ed è posizionata di fronte all’abitato di Fresonara, con la divisione Bellagarde appoggiata sulla riva sinistra dell’Orba;

  • il centro, al comando del feldmaresciallo Suvorov, è disposto di fronte all’abitato di Pozzolo, con l’avanguardia di Bagration, e il rinforzo di sei battaglioni russi proveniente dal corpo di Derfelden;

  • l’ala sinistra, al comando di Rosemberg e Hohenzollern, è situata intorno a Viguzzolo e composta da 10 battaglioni di fanteria, due reggimenti di cosacchi e sei squadroni di dragoni Wuttemberg.

La riserva è situata dietro Pozzolo Formigaro a Rivalta Scrivia ed è comandata dal generale Melas.

Nel complesso sono in campo 66.840 uomini (93 battaglioni di fanteria e 52 squadroni di cavalleria)

Esercito francese

Posto il quartier generale a Novi, l’esercito è così schierato:

  • l’ala sinistra, agli ordini del generale Pérignon, è composta dalla divisione Grouchy (brigate Grandjean e Charpentier), e dalla divisione Le moine (brigate Garreau e Clausel). Lo schieramento sulle colline a occidente di Novi e raggiunge Basaluzzo passando di fronte all’abitato di Pasturana;

  • il centro, al comando del generale Saint-Cyr, composto dalla divisione Laboissierare (brigate Quesnel e Gardanne) è disposta a sud e a est dell’abitato di Novi. Più arretrati la brigata Colli, una riserva di fanteria e una di cavalleria comandata dal generale Guérin;

  • l’ala destra, ancora al comando di Saint-Cyr è composta dalla divisione Watrin (avanguardia di Calvin, brigate Arnaud e Petitot). Opè in questo settore anche la divisione Dombrowski, composta da soldati polacchi, italiani e francesi.

Nel complesso sono in campo 34.930 uomini ( 52 battaglioni e 11 reggimenti di cavalleria).

L’azione

All’alba del 15 agosto, il generale Kray attacca l’ala sinistra francese di Pérignon, sulla pianura tra Fresonara e Basaluzzo. Il generale Joubert, colto di sorpresa dall’improvviso attacco, si reca sulla posizione del generale Lemoine, per meglio rendersi conto della situazione, ma colpito nella mischia da una palla nemica, muore già nelle prime fasi della battaglia. Nonostante la scomparsa di Joubert, la battaglia non rallenta. L’ala sinistra di Lemoine assorbe l’assalto austriaco, a costo di gravissime perdite, mentre fallisce il tentativo di Bellegarde di aggirare le posizione francesi, risalendo il Lemme e deviando verso Pasturana. Nel frattempo Moreau assume il comando delle forze francesi, mentre il generale Colli viene mandato in soccorso di Lemoine. La resistenza francese spegne l’attacco austriaco e consente ai francesi di contrattaccare.

In questa fase della battaglia, il centro degli schieramenti non è ancora entrato in azione, anche per una serie di incomprensioni e rivalità tra i generali russi e austriaci. Verso le otto del mattino, Suvorov ordina al centro di investire Novi, ma l’artiglieria francese, posta sulle alture intorno alla città, riesce a contenere l’attacco e di fronte alla gravi perdite subite dalle truppe allo scoperto nella pianure, i russi sono costretti a riprendere le posizioni iniziali di fronte a Pozzolo.

Verso le nove, Kray tenta un secondo attacco sul fianco, alla conquista delle colline: le posizioni vengono conquistate e perdute per ben due volte, sotto il fuoco dell’artiglieria, ma alla fine Kray è costretto a desistere di fronte alla resistenza francese, anche perché attende un aiuto da parte di Bagration che non sembra voler arrivare.

Anche il secondo attacco russo sul centro, con l’appoggio dei battaglioni di Derfelden provenienti da Pozzolo, si infrange contro la resistenza francese di Watrin. Verso la fine della mattina il conflitto si estende anche sull’ala destra francese verso Serravalle, dove il generale Melas tenta di attaccare sul fianco e aggirare il nemico. Ma anche questo assalto fallisce.

La tattica adottata da Suvarov a questo punto è quello di concentrare l’assalto sull’ala sinistra francese con l’obiettivo di conquistare le colline e aggirare la città di Novi. Viene così ordinato a Kray di effettuare un terzo attacco, mentre Suvorov preme sul centro a sostegno dell’offensiva del primo e Melas sulla sinistra deve dirigersi verso Novi per proteggere la ritirata delle truppe russe e affrontare l’avanzata dei francesi.

Gli scontri hanno luogo alla Collinetta, alla Buffalora, alla Pomela e al Belvedere, alture circostanti la città; sebbene gli attacchi falliscano, i francesi cominciano a risentire dell’eccessivo sforzo difensivo e registrano i primi insuccessi. Decisivo si rivela l’attacco di Melas sul fianco sinistro dell’ala destra francese di Watrin che, padrone del campo fino a quel momento, è costretto a indietreggiare, mentre un contingente austriaco, marciando dietro il borgo di Serravalle, inizia una manovra di aggiramento.

E’ a questo punto che Suvorov ordina l’attacco generale da tutti i lati: sono ormai le cinque del pomeriggio. I francesi stremati, privi della forza di contrattaccare, riescono a malapena a difendersi. Moreau ordina la ritirata generale e l’abbandono di Novi attraverso la via di Pasturana, l’unica possibile, che però non è difesa, per cui la ritirata si trasforma in disfatta, sotto i colpi dell’artiglieria nemica, nel tentativo di superare il torrente Riasco.

Conclusioni

La battaglia, sebbene non decisiva dal punto di vista strategico, si rese famosa per la crudezza dei combattimenti, che la rese una delle battaglie più sanguinose dell’epoca napoleonica. I francesi perdettero 6.500 soldati tra morti e feriti ed ebbero 2.000 dispersi. Le perdite austro-russe, mai del tutto accertate, per la presunta mancanza di veridicità dei rapporti, furono di oltre 5.000 per gli austriaci e circa 1.500 per i russi, tra morti e feriti.

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