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Beppe Fenoglio

Beppe Fenoglio o Giuseppe Fenoglio (1 marzo 1922, Alba - 18 febbraio 1963, Torino) è stato uno scrittore italiano. La sua opera è comparsa in edizione critica solo dopo la sua morte, ma resta aperta la controversia sul libro, spesso ritenuto il vertice della sua attività letteraria, Il partigiano Johnny, pubblicato postumo (e incompiuto) nel 1968.

Non è chiaro se quest'opera appartenga alle prime prove o a quelle conclusive e nemmeno se si tratti di un'opera autonoma o di materiale da cui l'autore intendeva attingere. L'amore per l'Inghilterra fa sì che Fenoglio consideri l'inglese la sua lingua mentale e che per qualche tempo scriva in tale lingua la prima stesura delle proprie opere.

L'opera di Fenoglio è imperniata su due tematiche: il mondo contadino delle Langhe e la guerra partigiana; parimenti lo scrittore ha due stili: cronaca ed epos. L'esordio è dato da un'opera di stile neorealista: La paga del sabato (anch'esso pubblicato postumo nel 1969).

Il romanzo fu rifiutato da Vittorini che consigliò a Fenoglio di ricavarne dei racconti, poi inseriti ne I ventitré giorni della città di Alba (1952). Tali racconti sono cronache partigiane o contadine. Di ambientazione contadina è La malora (1954), un racconto lungo, di ispirazione verghiana, che riprende il tema della "roba" però, rispetto al Verga, in Fenoglio manca la pietà per i vinti, sostituita dallo stoicismo: la vita è tragica però l'uomo si ribella quando deve abbandonarla.

La malora è la rappresentazione fedele di un mondo e di una società dove la violenza e la desolazione regolano i rapporti umani. Fenoglio non è il cronista, bensì il poeta della resistenza, infatti, concepisce la guerra partigiana come tragedia esistenziale che si identifica con l'infinita avventura umana. Per tale motivo nella sua resistenza il momento ideologico ha poca rilevanza, in quanto la resistenza diviene metafora della vita.

Il linguaggio di Fenoglio mira a costruire una moderna classicità e nella sua opera non v'è nulla di lacrimoso o di compassionevole, v'è però malinconia del destino (come in Pavese). Un altro elemento essenziale è la connessione fra resistenza e paesaggio: la terra invasa, ferita, pericolosa, è insieme teatro di lotta e rifugio materno. Due momenti sono fondamentali nell'opera di Fenoglio: la sequenza de Il partigiano Johnny in cui il protagonista, privo di collegamenti, vaga per le colline intorno ad Alba, in tale passo la prosa passa dalla cronaca ad una dimensione poetica e la lotta per l'esistenza diviene metafora.

Il secondo momento è Una questione privata, in Un giorno di fuoco (1963) che riprende il tema del vagabondaggio - fuga come simbolo dell'itinerario esistenziale di un intellettuale che si perde nella vita, il tema dell'insicurezza, dell'angoscia e della solitudine trova la catarsi nell'amore-verità. Fenoglio rivela le forze tempestose dell'esistenza, forte della sua concezione intellettuale e morale.

Il partigiano di Fenoglio, al contrario di analoghi personaggi resistenziali, non agisce su base puramente ideologica, infatti non giudica, ma compie una scelta esistenziale, facendo coincidere coscienza ed esistenza, in una dimensione che non è né nazionale né politica. L'originalità di Fenoglio è nel sentimento epico e lirico dell'avventura di vivere e nell'orgoglio stilistico.


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