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Calendario rivoluzionario francese

   
Il Calendario Rivoluzionario Francese (Calendrier républicain o Calendrier Révolutionnaire Français) fu elaborato da una commissione scientifica alla quale parteciparono Joseph Louis Lagrange, Gaspard Monge, Joseph Jerôme de Lalande ed altri e presieduta da Gilbert Romme professore di matematica e fisica.

Nella sua ansia di innovazioni radicali in tutti i campi, la Rivoluzione Francese, dopo aver creato il Sistema Metrico Decimale, non poteva non intervenire sul calendario. Così il progetto del "Calendario" fu presentato alla Convenzione nazionale il 20 settembre 1793 e utilizzato in Francia dal 24 novembre 1793 al 1 gennaio 1806 e poi durante la Comune di Parigi nel 1871.

La Rivoluzione aveva fatto della Francia uno stato laico e questo calendario aveva lo scopo di contrapporsi al Calendario gregoriano strettamente legato al Cristianesimo.

Un anno del Calendario Rivoluzionario era diviso in 12 mesi di 30 giorni ciascuno (360 giorni) più 5 (6 negli anni bisestili) aggiunti alla fine dell'anno per pareggiare il conto con l'anno astronomico (~365¼ giorni). Ciascun mese era diviso in tre decadi.

I nomi dei mesi e dei giorni furono inventati dal letterato Fabre d'Églantine. Ogni nome di mese richiama un aspetto del clima francese (dicembre, "nevoso", la neve) o di momenti importanti della vita contadina francese (settembre, "vendemmiaio", vendemmia). Di fatto, il Calendario che nel progetto dei suoi creatori doveva essere universale, era invece fortemente legato al suo Paese d'origine.

La corrispondenza di date è appresso riportata a titolo indicativo. In effetti varia leggermente da un anno all'altro, a causa della mancata coincidenza del giorno in più nell'anno bisestile.

I dodici mesi del Calendario Repubblicano:

I 6 giorni supplementari di fine anno Giorni Sanculottidi:

I dieci giorni delle decadi:

  • Primidi
  • Duodi
  • Tridi
  • Quartidi
  • Quintidi
  • Sextidi
  • Septidi
  • Octidi
  • Nonidi
  • Decadi

Gli anni bisestili del Calendario rivoluzionario sono un argomento di grande dibattito, a causa delle situazioni contraddittorie che nascono dal far partire l'anno dall'equinozio d'autunno aggiungendo invece un anno bisestile ogni quattro anni come nel Calendario Gregoriano. Mentre gli anni III, VII e XI furono osservati come bisestili, e gli anni XV e XX fossero stati programmati come tali, non fu mai sviluppato un algoritmo per la determinazione dei bisestili dopo il XX, a causa dell'avvenuta abolizione del calendario stesso.

Il Calendario rivoluzionario fu abolito per la decisa opposizione della Chiesa che lo vedeva come una sottrazione del calendario alla sua influenza, per il fatto che una "settimana" di 10 giorni lasciava meno riposo ai lavoratori (un giorno ogni 10 invece che uno ogni 7), per il fatto che l'equinozio era una data di partenza per il nuovo anno che sarebbe stata causa di grandissima confusione e per la sua incompatibilità con ritmi secolari dei commerci e dell'agricoltura.

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(da Wikipedia in francese): Collegamenti esterni:


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