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Dromaius

Dromaius
Regno: Animali
Tipo:Cordati
Classe: Uccelli
Ordine: Struzioniformi
Sottordine: Casuarii
Famiglia: Dromaiidae
Genere: Dromaius
Dromaius Vieillot, 1816.

Dromaius č il genere a cui appartengono gli emů, consiste di 1 specie con 1 sottospecie.

Specie e sottospecie estinte in tempi recenti:

Table of contents
1 Sistematica
2 Aspetti morfologici
3 Habitat
4 Abitudini Generali
5 Voce
6 Cibo ed Alimentazione
7 Riproduzione
8 Spostamenti
9 Relazioni con l’uomo
10 Status e conservazione
11 Bibliografia
12 Link

Sistematica

Gli emů sono una dei piů vecchi generi dell’Australasia.
In tempi preistorici, un comune progenitore si separò dai casuari dando origine a molte forme diverse, oggi quasi tutte scomparse. I piů vecchi fossili appartenenti al genere Dromaius sono stati trovati in depositi pleistocenici e sono vecchi di 5.000-10.000 anni fa. Sono stati scoperti nell’isola King, vicino alla Tasmania, ed appartenevano ad una specie endemica dell’isola l’emů dell’isola di King (Dromaius ater).

Il genere degli emů č sistemato nella famiglia dei Dromaidi.

Solo una specie sopravvive ai giorni nostri l’emů maggiore o piů semplicemente emů (Dromaius novaehollandiae; č ristretto al continente australiano. All’inizio del XIX secolo, vi erano delle isole che ospitavano altri tipi di emů, generalmente considerati come autentiche specie, l’emů dell’isola di King, accennato precedentemente, e l’ emů dell’isola di Kangaroo (Dromaius baudinianus, mentre l’ emů della Tasmania era considerato come una sottospecie e classificato come Dromaius novaehollandiae diemenensis. Comunque, pochi sono i resti ritrovati di queste specie, poche ossa per l’emů dell’isola King, una pelle dell’emů dell’isola Kangaroo e tre pelli dell’emů di Tasmania.

Specie fossili

Aspetti morfologici

Con l’esclusione dei kiwi, tutti i ratiti sono di grande misura, e gli emů sono i secondi in grandezza, dopo gli struzzi, alla pari con i causari (Casuarius casuarius). Un emů adulto č alto 150-190 cm e pesa 30-45 kg, a volte può arrivare a 55 kg, le femmine sono piů grandi e pesanti rispetto al maschio.
Così come gli altri uccelli non volatori, gli emů hanno un corpo pesante e compatto, piedi potenti per correre ed ali rudimentali. Gli ampi piedi terminano entrambi con tre dita, permettendo loro di coprire grandi distanze con piccolo sforzo, ad una velocitĂ  costante di 7 km/h. Inoltre, il ridotto numero di piedi, gli permette una velocitĂ  di punta di 48 km/h.
Sono anche buoni nuotatori e possono essere facilmente visti fare il bagno nelle acque interne o marine.

Le ali sono approssimative e sono nascoste sotto il piumaggio, misurano solo un decimo della lunghezza dell’intero corpo, vengono usate anche per rinfrescare il corpo.

I sessi sono simili, negli adulti il vertice della testa e il collo sono neri, il corpo e bruno marezzato di nero.
Dopo la muta, le nuove penne sono quasi nere, ma con l’esposizione al sole perdono la melanina e diventano brune.
Durante la stagione riproduttiva, la colorazione nera di testa e collo della femmina č piů ampia, le parti nude hanno una colorazione azzurra piů intensa rispetto al maschio.

Gli immaturi sono riconoscibili dalla barratura scura presente sulla testa e sul collo.

Habitat

Gli emů possono essere trovati in diverse parti dell’Australia e vivono in un’ampia varietĂ  di ambienti. Tipicamente occupano le foreste sclerofile aperte e le pianure semiaride dell’interno. Nei periodi di piogge torrenziali o quanto acqua e cibo sono scarsi nel loro territorio, possono spostarsi in zone per loro non abituali, come i deserti o nei sobborghi cittadini.
Tuttavia, non entrano mai nella foresta pluviale, che č il dominio del Casuarius casuarius.

In alcune aree, le attivitĂ  umane, quali la creazione di pozze d’acqua fissa per bovini e ovini o l’erezione di recinti per tenere lontani i predatori come il dingo (Canis familiaris), hanno favorito gli emů, aiutandolo ad espandere la loro area. Per queste ragioni, può essere trovato nelle aree di pascolo con una alta densitĂ  e con minore densitĂ  nelle aree desertiche o di minor valore commerciale.

Abitudini Generali

Durante inverno ed estate, la maggior parte del tempo degli emů č speso per alimentarsi.
La specie č diurna, inizia la sua attivitĂ  al sorgere del sole e termina al tramonto, ma ci sono alcune piccole attivitĂ  che vengono svolte nelle notti di luna piena.
La tipologia delle sue attivitĂ , varia in funzione della stagione. In inverno, le prime ore del giorno sono dedicate a mangiare, a metĂ  mattinata o a mezzogiorno, comincia a spostarsi verso le zone di abbeverata, sempre pensando a mangiare, tornando a mangiare dopo aver bevuto. In estate, meno tempo č dedicato al cibo, passando le ore piů calde all’ombra degli alberi, tornando a bere piů volte anche nel pomeriggio, specialmente nei giorni piů caldi.

Con temperature molto elevate, gli emů sollevano le proprie ali, mettendo a nudo le superfici sottostante, con una venatura della pelle molto estesa, che permette loro di ridurre l’evaporazione. Dormono normalmente in spazi aperti, benchĂ© in notti invernali particolarmente fredde, possano ripararsi tra cespugli o erba alta.

In genere, l’emů vive da solo o in coppia, ma qualche volta può creare gruppi di 4-9 uccelli. Sono gregari solamente durante gli spostamenti, oppure quando cibo e acqua sono abbondanti. Gruppi differenti di emů che si nutrono in aree contigue, si prestano poca attenzione.
Gli uccelli tendono a mantenere le distanze fra di loro, che normalmente č di 50-100 m, non allontanandosi mai dal resto del gruppo di oltre 1 km.

Situazioni di antagonismo sono frequentemente risolte con display di minaccia da parte del dominante: semplici grugniti con il collo disteso ed il becco puntato in basso. Occasionalmente, possono beccare, scalciare o inseguire i loro avversari.
Un comportamento simile viene tenuto dal maschio nella parata nuziale, e generalmente nel periodo che precede la deposizione delle uova.
Inoltre, quando vengono incontrati strani oggetti, le femmine e, meno frequentemente, i maschi, hanno un tipo particolare di comportamento; producono un ripetuto rimbombo di richiamo, con il collo arcuato e il sacco cervicale gonfiato, girando intorno all’oggetto.

Di regola gli emů sono pacifici, eccetto durante la stagione riproduttiva, quando diventano molto piů aggressivi ed anche quando sono disturbati. Sono molto curiosi, spesso si avvicina all’uomo seguendolo, solo per vedere quello che fa.

Voce

Al di fuori della stagione riproduttiva, l’emů č silenzioso, eccezioni sono i confronti individuali e gli incontri con oggetti sconosciuti; in queste occasioni entrambi i sessi emettono grugniti e rimbombi, i suoni rimbombanti sono meno frequenti nei maschi.
I grugniti sono usati dai maschi nella stagione riproduttiva in tre modalitĂ  principali: come minaccia e difesa territoriale i presenza di rivali, durante le parate nuziali e prima della deposizione delle uova. Entrambi i sessi grugniscono durante i display di minaccia.
Le femmine fanno risuonare rimbombi principalmente durante la parata nuziale, per proclamare il possesso del territorio, oltre che come minaccia. I rimbombi di alta intensitĂ  sono esclusivi delle femmine e possono essere sentiti fino a 2 km di distanza.

Un suono caratteristico degli emů č quello che può essere trascritto come “e-moo e-moo”, questo suono č delle sole femmine, viene emesso durante la stagione riproduttiva, probabilmente per attirare soggetti del sesso opposto; vengono emesse con maggiore intensitĂ  quando il maschio comincia la cova.

Cibo ed Alimentazione

Gli emů sono onnivori, cercano e selezionano cibo altamente nutritivo.
La proporzione tra piante e animali varia in funzione del periodo dell’anno. Dalle piante prendono le parti piů nutrienti, inclusi, semi, frutti, fiori e radici tenere. In estate mangiano gran quantitĂ  di insetti, in particolare bruchi, scarafaggi e cavallette, ed anche piccoli vertebrati.

Per migliorare la digestione, inghiottono piccoli sassi dell’ordine di circa 46 g.

Una forma primitiva di coprofagia può accadere in presenza di sterco fresco semi-digerito. Questa pratica gioca un ruolo importante per combattere la disidratazione e nella crescita degli individui piů giovani, in ambienti secchi o con scarsitĂ  di cibo.

Durante il giorno, l’emů si nutre in spazi aperti, anche durante le estati calde, quando i canguri e gli altri animali d’Australia restano all’ombra di giorno, per nutrirsi di notte. Questa prolungata esposizione al sole, obbliga gli uccelli a bere di frequente. Gli adulti normalmente si dissetano una sola volta nell’arco della giornata, due durante l’estate.
Gli emů hanno una notevole resistenza alla siccitĂ  e, in condizioni estreme, possono non bere per parecchi giorni, se sono a disposizione piante succulente. I giovani abbisognano di acqua ad intervalli molto piů brevi rispetto agli adulti.

Prima di cominciare la cova, il maschio costruisce una riserva di grassi, in quanto mangerà e berrà raramente in questo periodo (8 settimane). Per ridurre le disidratazione durante questo periodo, il maschio entra in una sorta di torpore, diminuendo la sua temperatura del suo corpo di 3-4° C, riducendo la perdita di liquidi ad un quinto rispetto al normale.

Riproduzione

La strategia riproduttiva degli emů č basata sulla poliandria delle femmine, con maschi che hanno la piena responsabilitĂ  della cova e della cura dei pulcini.

La formazione della coppia avviene in dicembre – gennaio, quando la femmina comincia il richiamo che assomiglia al suono di un tamburo, per attrarre il maschio nel suo territorio. Il maschio comincia a raccogliere materiale per costruire il nido, nel territorio della femmina, che si avvicina e si unisce a lui.
Durante la parata nuziale, la coppia resta in piedi uno vicino all’altra, con la testa abbassata, con il collo inclinato che ondeggia da una parte all’altra. A questo punto il maschio esegue un display di minaccia (vedi Abitudini generali), quando la femmina si siede, il maschio le si avvicina da dietro, afferrandole la pelle della nuca col becco. Quindi, avviene la copula, durante la quale il maschio produce suoni simili a squittii.
Come tutti i ratiti, il maschio č provvisto di pene.

Il nido č una depressione poco profonda coperta con ramoscelli, foglie ed erba, che viene costruito dal maschio. È frequentemente riparato tra arbusti o tra alberi, ma sempre con un’area aperta all’intorno, per permettere al maschio una ottima visione del terreno circostante. Questa posizione gli permettere di essere nascosto e quindi difficilmente visibile.

La femmina depone da 5 a 15 uova di colore verde-oliva (può diventare molto scuro, fino al nero, come nel caso delle uova collezionate nei musei oppure sbiadire verso il bianco se lasciato alla luce solare), con un intervallo di 2-4 giorni tra ognuna. La grandezza delle uova č di 137 x 88 mm con un peso di 450-650 g, che č circa 1-5% del peso complessivo della femmina, una delle proporzioni piů basse tra tutti gli uccelli. La coppia rimane insieme per almeno 5 mesi prima che la cova cominci, che come tra casuari e nandů, č compito dei maschi, come la cura dei piccoli.
Mentre sta covando, la femmina gli rimane vicino, mostrandosi aggressiva verso tutti gli estranei.

La femmina, a questo punto può lasciare il maschio per accoppiarsi con un altro maschio e deporre altre uova, oppure per intraprendere spostamenti stagionali.

Durante l’intero periodo di incubazione, che dura circa 8 settimane, il maschio non mangia, non beve e non defeca. Non lascia mai le vicinanze del nido, rivoltando e movendo molto spesso le uova durante il giorno.
Quando la cova č cominciata, il maschio rifiuta altre femmine, diventando aggressivo, per evitare che altre uova vengano deposte.
Dopo circa 56 giorni di incubazione, le uova si schiudono normalmente in modo sincronizzato, o con al massimo una distanza di 4 giorni fra loro.

I pulcini sono precoci e nidifughi, capaci di camminare dopo 5-24 ore. Pesano 440-500 g, sono ricoperti da un piumino color crema, bruno e nero.
Quando avranno tra i due e i sei giorni di vita, lasceranno il nido, accompagnati dal maschio, ed in una settimana saranno in grado di correre e nuotare perfettamente. Il maschio controlla i pulcini fino all’etĂ  di 5 mesi (durante questo periodo č estremamente aggressivo).

Un adulto non ha praticamente nemici, con l’esclusione dell’uomo, le uova e i pulcini, invece, sono estremamente vulnerabili, rimanendo preda di dingo, volpi e uccelli rapaci. Dopo i cinque mesi il legame tra maschio e giovani diventa meno stretto, anche se rimangono insieme fino a 7 o 8 mesi, in casi eccezionali anche fino a 18 mesi.

Quando avranno tra i tre e i cinque mesi, i giovani, saranno grandi la metà di un adulto perderanno il piumino ed assumeranno il piumaggio giovanile. Dopo un anno saranno completamente cresciuti e simili all’adulto, ma manterranno un retaggio del piumaggio giovanile.

A due o tre anni saranno sessualmente maturi. In cattivitĂ  sono stati riscontrati casi di maturitĂ  sessuale a 20 mesi dalla nascita.

Spostamenti

Se le circostanze lo permettono, gli emů sono completamente sedentari. Altre volte sono nomadi, coprendo grandi distanze alla ricerca di cibo e di acqua.

Studi compiuti in Australia Occidentale, riportano spostamenti superiori ai 13,5 km per giorno, con un massimo di 540 km in nove mesi. Si muovono in piccoli gruppi, comprendenti animali di tutte le etĂ , eccetto che nella stagione riproduttiva, in cui i movimenti si svolgono normalmente in coppia. Nell’Australia occidentale, gli emů migrano verso le aree costiere meridionali in autunno e in inverno, ritornando al nord, nell’interno, in primavera ed estate.

Relazioni con l’uomo

Gli emů vivono a contatto con l’uomo fin da tempi preistorici, ma fu con l’arrivo dei colonizzatori europei in Australia, che essi cominciarono a subire una intensa persecuzione, che portò all’estinzione di molte forme isolane (vedi Status e conservazione).
La carne degli emů era molto apprezzata dai coloni, così come le loro uova, da essi veniva ricavato anche olio per le lampade.
Ma la situazione peggiore, iniziò quando la loro vita entrò in competizione con gli interessi economici umani. Quando estese zone delle regioni costiere dell’Australia, furono coltivate a cereali, obbligando gli emů a migrare verso le zone aride dell’interno, entrando in contatto con le fattorie, dove potevano trovare acqua e cibo in abbondanza, distruggendo però i campi e danneggiando le proprietĂ . Così i contadini, vedevano gli emů come una piaga, ed arrivarono a mettere una taglia su ogni capo ucciso e per la distruzione delle uova.
Nel 1932, il governo australiano, su pressione dei contadini, ordinò lo sterminio di 20.000 emů. Le tattiche di guerra usate, uccisero moltissimi animali, disperdendo in piccoli gruppi quanti rimanevano vivi.
Dopo un mese gli emů uccisi divennero molto pochi e la Royal Australian Artillery si ritirò; gli agricoltori decisero di costruire recinti per impedire agli emů di inoltrarsi nei loro campi, la soluzione diede un buon risultato.

Gli emů sono facili da catturare e da allevare in cattivitĂ  e possono essere trovati negli zoo di tutto il mondo.

Status e conservazione

A causa della persecuzione subita, l’emů si č disperso notevolmente, distribuendosi nell’Australia; ad oggi la popolazione č stabile. In alcune zone il numero di emů e’ in incremento, scomparendo solo nelle zone densamente popolate o fortemente urbanizzate.

Il loro numero č oggi controllato da tre motivi: l’intensa attivitĂ  delle fattorie, la disponibilitĂ  d’acqua e la densitĂ  dei dingo.
In territori agricoli, dove sono direttamente in contatto con l’uomo, c’č la tendenza a creare “santuari” per gli emů, dove siano completamente protetti, ma sono rinchiusi da alti recinti e in caso di stagioni molto secche, questo confinamento č per loro letale.

Se vi č una buona situazione per gli emů continentali, non si può dire la stessa cosa per quelli che vivevano nelle isole.
Le forme della Tasmania, dell’isola
Kangaroo e dell’isola King (vedi sistematica) si sono estinte nei 150 anni dall’arrivo dei colonizzatori europei; le cause dell’estinzione non sono, ad oggi, chiare.
Sull’isola Kangaroo, sembra sia scomparso a causa della caccia dei Flinders (primi coloni dell’isola), arrivati nel 1802, e della modificazione del loro habitat. Nel 1836 la specie era completamente scomparsa.
L’ emu dell’isola King scomparve all’inizio del XIX secolo. L’estinzione č attribuita alle medesime cause, tutto quello che ci rimane di questa specie, sono alcune ossa.

In Tasmania, l’emů fu obbligato ad una conversione del suo habitat, dalla trasformazione dei terreni in pascolo. Cercò rifugio nella foresta, dove non fu in grado di adattarsi, scomparendo.

Bibliografia

P. M. Beutel, S. J. J. F. Davies, W. C. Packer „Physical and physiological measurements of Emu“ (1984) L. Brasil “The Emu of King Island” (1914) P. J. Curry “The young emu and its family life in captivity” (1979) M. Eastman “The life of emu” Angus & Robertson Sydney (1968) Emu. Husbandry of captive-bred Emus. Collingwood (1999) 12 pp.

Link


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