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Fondazione (libro)

Attenzione, questo articolo contiene una trama
Fondazione č il titolo di un romanzo di fantascienza scritto da Isaac Asimov. Il romanzo č noto in Italia anche con i titoli di Cronache della Galassia e Prima Fondazione.

È il primo libro della Serie della Fondazione in ordine di scrittura, anche se non in ordine cronologico e con Fondazione e Impero e Seconda Fondazione, forma la così detta Trilogia della Fondazione, saga che valse ad Asimov il premio Hugo nel 1966 come miglior ciclo fantascientifico. Si tratta in realtĂ  di una serie di storie brevi apparse in origine sulla rivista americana Astounding stories, piů un primo capitolo scritto appositamente. Le singole storie sono indipendenti, ma seguono lo stesso filo conduttore.

Table of contents
1 La storia

La storia

La storia si suddivide in cinque parti, per un totale di 47 capitoli. Ogni parte, esclusa la prima, č caratterizzata da una crisi, denominata Crisi Seldon. Con questo nome si identificano dei periodi critici nel corso della storia, previsti dallo scienziato Hari Seldon tramite la psicostoriografia, scienza da questi sviluppata.

Hari Seldon, primo e piů grande psicostoriografo dell'Impero Galattico, utilizzando complesse equazioni matematiche, arriva alla conclusione che l'Impero sta decadendo e che presto arriverĂ  un periodo di barbarie, stimato in trentamila anni. Nel tentativo di ridurre questo tempo ad appena mille anni, Seldon spinge gli eventi per inviare su Terminus, pianeta nella periferia della galassia, una comunitĂ  di scienziati, che ufficialmente lavorano alla creazione di un'Enciclopedia Galattica, ma che in realtĂ  sono destinati a superare una serie di Crisi Seldon che li porterĂ  a realizzare un piů solido e duraturo impero. Questo libro racconta i primi duecento anni del periodo intermedio.

Prima Crisi: Salvor Hardin

La comunità originaria degli Enciclopedisti, ovvero coloro che, secondo le direttive iniziali di Hari Seldon avrebbero dovuto lavorare alla redazione dell'Enciclopedia Galattica, si era espansa sull'arido pianeta Terminus. Ai tempi della prima Crisi Seldon, il capo della comunità era Lewis Pirenne, orgoglioso del fatto che si fosse giunti, dopo cinquant'anni dal primo insediamento, al primo di una lunga serie di volumi dell'Enciclopedia. Nel frattempo il resto della comunità, per non sentirsi esclusa dall'attività principale, chiese ed ottenne la possibilità di essere rappresentata da un Sindaco: eletto con regolari elezioni, il primo della lunga serie fu Salvor Hardin, uomo forte e abile politico. Dopo poco dalla sua elezione riuscì, poi, ad entrare nel consiglio della Fondazione, posizione che, come si vedrà in seguito, fu fondamentale per ottenere una semplice e indolore soluzione alla prima crisi che avrebbe dovuto affrontare la comunità.

Questa prima crisi aveva come punto focale le mire espansionistiche di Anacreon, che in quel periodo si era staccato dall'Impero Galattico per divenire indipendente e che cercava di allargare anche a Terminus il proprio dominio, che sarebbe così diventato un vero e proprio possedimento feudale.

A vantaggio della Fondazione, però, c'era il fatto di avere la conoscenza dell'energia atomica, che poteva, alla bisogna, diventare un'arma contro gli invasori. E infatti il solo nominarla diede alla Fondazione, e in particolare ad Hardin, il tempo di valutare la situazione e trovare una soluzione accettabile, senza dover fare ricorso alla forza, per non risultare, altrimenti, sconfitta. A loro vantaggio veniva anche una ricorrenza ben particolare: il cinquantenario della Fondazione. Secondo Hardin era un evento da festeggiare e non solo perché erano passati cinquant'anni. Infatti, quando Hardin e i componenti del Consiglio degli Enciclopedisti si diressero alla Volta del Tempo, assistettero ad uno spettacolo unico: le porte della Volta si aprirono e apparve un'immagine, registrata mezzo secolo prima, in cui Seldon parlava alla sua Fondazione dicendo quale era il vero obiettivo per cui la Fondazione era stata creata.

Non giĂ  la creazione di una Enciclopedia, ma quella di creare una serie di relazioni e di collegamenti planetari che potessero essere la base per la nascita del Secondo Impero, piů stabile di quello precedente, e in cui la conoscenza scientifica non andasse perduta. Il periodo di barbarie, infatti, come avrebbero dimostrato le crisi successive, si basava proprio su una graduale perdita delle conoscenze e con un uso automatico della tecnologia, piuttosto che sulla sua comprensione. Per garantirsi, poi, il successo creò anche una Seconda Fondazione, che si trovava alla parte opposta della Galassia. Questa scoperta costrinse gli Enciclopedisti, finora sordi anche di fronte alle prove piů evidenti, a non appoggiarsi piů sull'Impero Galattico, ma a confidare sulle proprie forze, di fatto affidandosi alla guida di Salvor Hardin che, proprio dalle parole di Seldon capì quale ovvia strada doveva essere intrapresa per superare la crisi.

Seconda Crisi: il Potere Spirituale

Trenta anni prima Salvor Hardin, ancora Sindaco di Terminus, aveva assistito allo spettacolo di Hari Seldon che smontava il compito principale della comunitĂ  (creare l'Enciclopedia Galattica) e tracciava la strada della comunitĂ , che sarebbe dovuta passare attraverso una serie di crisi, denominate Crisi Seldon, perchĂ© in effetti giĂ  previste dallo psicostoriografo, che avrebbero man mano tracciato in maniera sempre piů deterministica la strada della Fondazione.

La Prima Crisi era stata superata abbastanza agevolmente da Hardin, il quale, sfruttando il fatto che Terminus era un pianeta abbastanza appetibile anche dagli altri tre regni planetari vicini, concesse la conoscenza atomica anche agli altri regni indipendenti. Era comunque necessario un profondo controllo della situazione, e poichĂ© non erano piů presenti degli psicostoriografi (scelta dello stesso Seldon: il modello sarebbe stato tanto piů preciso, quanto piů la comunitĂ  della Fondazione fosse stata all'oscuro dell'intero \'Progetto'), venne, in effetti, instaurato un vero e proprio culto intorno all'energia atomica, con tanto di sacerdoti e con una ben precisa gerarchia.

Questa religione era così ben radicata nel tessuto sociale dei pianeti che anche le successioni venivano gestite utilizzando giochi di luci e colori possibili sono con l'energia atomica. Al momento, su Anacreon, c'era un principe reggente, Wienis, che, in attesa della maggiore età del nipote, Leopoldo, gestiva il regno e si preparava ad attaccare la Fondazione, e per allargare il suo dominio e la sua forza in quella porzione di spazio periferica, e per vendicarsi degli eventi di trenta anni prima, che avevano in pratica trasformato il regno in un fantoccio della Fondazione stessa.

In effetti riuscì a muovere la situazione in modo da avere in mano tutte le carte vincenti, prima mandando verso Terminus la sua flotta di astronavi, quindi prendendo come prigioniero di guerra lo stesso Hardin, giunto sul pianeta per assistere all'incoronazione di Leopoldo. Hardin, però, che doveva anche contrastare l'opposizione interna, accusato di immobilismo in politica estera (immobilismo che, secondo i suoi oppositori, aveva portato a creare una posizione di inferiorità nei confronti degli alleati), aveva mosso le sue carte con abilità e tempismo. Grazie al capo dei sacerdoti, Verisof, Hardin riuscì a convincere tutti i sacerdoti del pianeta a spegnere le centrali, che erano diventate dei templi di culto, e a far rivoltare la gente contro il governo. Al tempo stesso, grazie al cappellano di guerra presente nella nave principale, riuscì a far tornare sul pianeta la flotta nemica, già nello spazio alla volta di Terminus.

La sconfitta di Wienis ebbe, alla fine, come risultato il consolidamento della posizione della Federazione, mentre le scelte di Hardin vennero confermate dall'apparizione di Seldon nella Volta del Tempo: la Fondazione era riuscita ad aumentare il suo controllo sulla regione prima tramite la religione, quindi rinforzando così il Potere Spirituale sugli altri pianeti, senza però ottenere una egemonia veramente stabile.

Sarà la prossima crisi a mettere in evidenza i limiti di una così stretta unione tra religione ed energia atomica.

Terza Crisi: il pasticcio di Askone

Per poter espandere la propria influenza, la Fondazione iniziò ad affiancare ai Sacerdoti anche una nuova figura, quella dei Mercanti, ai quali veniva imposto, oltre che di vendere la merce, anche di introdurre il culto dell'energia atomica nei nuovi pianeti.

Limmar Ponyets, quindi, doveva affrontare una rischiosa operazione quando gli venne chiesto di andare in soccorso di Eskel Gorov, imprigionato su Askone. Gorov, che in realtĂ  č una spia della Fondazione, č giunto sul barbaro pianeta per introdurre la religione atomica e con essa quel commercio che tanta forza economica ha datto all'organizzazione di Seldon. Askone, infatti, per legge e religione, vieta l'utilizzo dei macchinari atomici, probabilmente a causa di antichi e ormai dimenticati disastri causati da tale fonte di energia: la pena per chi viola questo dettame č la morte.

Ponyets giunge quindi in soccorso di Gorov e inizia a trattare con il Gran Maestro, capo della comunitĂ . Per convincerlo non solo a rilasciare l'amico, ma soprattutto ad introdurre i macchinari atomici, lo alletta con un piccolo strumento utile per produrre l'oro, metallo prezioso da offrire alle divinitĂ  del pianeta. La dimostrazione sembra avere successo, ma per concludere degnamente l'affare, Ponyets deve vincere la diffidenza di Pherl, givane consigliere del Gran Maestro, lasciandogli, in cambio di vari metalli, una partita di piccoli macchinari atomici per produrre oro.

Il successo di questa impresa e il superamento di questa crisi, sta però alla base delle diffidenze che, successivamente, incontrerà la Fondazione nella sua successiva fase di espansione, portando all'ultima Crisi Seldon dei suoi primi 150 anni di vita.

Quarta Crisi: Hober Mallow

Alcune navi della Fondazione sono scomparse, probabilmente catturate da Korell, una repubblica solo di nome, in cui il presidente, il Commodoro Asper, č un dispotico regnante che, dietro la facciata di uguaglianza, comanda sul pianeta chiuso in una inespugnabile fortezza.

Il sindaco Jorane Sutt, che teme di essere di fronte ad una Crisi Seldon, chiede al mercante Hober Mallow di andare sul pianeta in missione per guardarsi in giro e vedere cosa si sta preparando sul pianeta. Mallow, ancora indeciso sul da farsi, si imbatte in Jaim Twer, che si presenta come mercante e che vorrebbe proporlo per il Consiglio in un partito che dovrebbe raccogliere i migliori esponenti della categoria. Mallow, allora, gli propone di andare con lui sul pianeta Korell e così, a bordo della Far Star e con il suo fidato equipaggio, Mallow e Twer vanno alla volta del pianeta.

Il primo problema che devono affrontare č direttamente legato ai fatti avvenuti su Askone: dopo quell'intrusione della Fondazione nella politica e nella religione locale, molti pianeti, e Korell in testa, dichiarano fuori legge i preti della Fondazione, impedendo loro l'accesso pena la morte. Giunti su Korell, dopo giorni di attesa, quelli della Far Star lasciano entrare un sacerdote della Fondazione, tal Jord Parma, che asserisce di trovarsi in quella porzione di spazio, in barba alle convenzioni tra Terminus e Korell, per catechizzare i barbari di quel pianeta. Dopo nemmeno mezz'ora giunge allo spazioporto una folla di gente urlante che chiede, per linciarlo, che gli venga consegnato il prete. Mallow, con fermezza e andando contro allo stesso consiglio di Twer, consegna loro il prete e dopo pochi minuti gli viene una convocazione ufficiale per parlare con il Commodoro.

E' solo l'inizio di una serie di vittorie per Mallow: entrato con questa mossa nelle grazie del Commodoro stesso, con la scusa di presentargli nuovi macchinari atomici per migliorare la produzione, inizia a guardarsi intorno e scopre che, in realtĂ , Korell č aiutata militarmente dall'Impero stesso. Infatti la moglie di Asper č, in realtĂ , la figlia di uno dei tanti Vicerč imperiali. Concluso l'affare e scritta una relazione da presentare a Sutt, Mallow va verso l'Impero, su uno dei pianeti ora periferia, Siwenna. Qui incontra l'ospitalitĂ  di Onum Barr, anziano esponente della resistenza locale contro l'Impero.

Seguendo i suoi consigli, Mallow riesce ad entrare in contatto con i tecnici dell'Impero, scoprendo che, in realtĂ , non solo il livello scientifico della Fondazione č superiore, ma che gli stessi tecnici sono incapaci di comprendere i macchinari che utilizzano e, peggio ancora, non esiste in tutto l'Impero nessuno con una tale, accurata conoscenza.

Mallow, allora, torna alla Far Star e quindi su Terminus dove si prepara ad una strenua battaglia contro Sutt, che lo accusa ufficialmente di aver mandato a morte certa un sacerdote della Fondazione. In realtà Sutt sa benissimo che l'innocenza di Mallow alla fine verrà provata, ma il processo, comunque, sarà un colpo all'immagine del mercante, vendicandosi così dei traffici che il mercante ha instaurato con Korell senza che sia stata introdotta sul pianeta la religione di stato, come consuetudine.

Durante il processo, però, Mallow tira fuori un asso dalla manica e dimostra che, in realtĂ , il prete della Fondazione che chiese ospitalitĂ  alla Far Star in realtĂ  era un componente della Polizia Segreta di Korell, inviato lì per testare la buona fede della delegazione. Superato con successo questo ostacolo e vinte, alcuni mesi dopo, le elezioni a sindaco (primo non di Terminus ad essere eletto a tale carica), Mallow non solo continua il commercio con Korell, ma lo consolida, creando così le basi per il successivo impero economico della Fondazione. Tale politica, però, sembra, agli occhi di Sutt, suicida: si consente a Korell di rinforzarsi e quindi di poter muovere guerra contro la Fondazione stessa. In realtĂ  Mallow, comprendendo le potenzialitĂ  del commercio, ha semplicemente reso Korell sempre piů legata ai rifornimenti della Fondazione e quindi una guerra prolungata porterebbe inevitabilmente il pianeta a dover abbandonare il benessere conquistato; la popolazione, quindi, pur di non perdere tale benessere avrebbe fatto pressione sul Commodoro Asper, che alla fine avrebbe dovuto firmare un accordo di pace.

E così avvenne.


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