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Giudicati

I quattro giudicati sardi di Caralis, Arborea, Torres (o Logudoro) e Gallura erano reagni autonomi formatisi come conseguenza dell'isolamento cui fu costretta la Sardegna in seguito all'espansione araba nel Mediterraneo, tra VIII e IX secolo d. C. La Sardegna, sino all'VIII secolo, era una provincia dell'Impero Bizantino, riconquistata ai Vandali nel 535 d. C. Non potendo contare sull'aiuto imperiale per difendersi dai sempre più aggressivi attacchi arabi, gli amministratori dell'isola, poco a poco, dovettero organizzare le difese in proprio. Ne conseguì una ridefinizione territoriale, su cui abbiamo purtroppo solo indizi e nessuna fonte sicura. Quel che si sa di certo è che, dopo la conquista della Sicilia da parte degli Arabi, il territorio sardo venne diviso in più entità autonome che presero ben presto la fisionomia di quattro regni indipendenti. Le uniche testimonianze in merito sono alcune lettere spedite dalla curia papale ai "principes" o ai "judices" della Sardegna nel corso del IX secolo.

Non si hanno notizie certe sullo sviluppo e l'organizzazione primitiva di questi regni autoctoni. Essi si affacciano al nuovo millennio con una struttura territoriale e amministrativa già abbastanza definita.

Il giudicato o regno di Caralis occupava il meridione dell'isola e aveva come capitale Santa Igia, nei pressi dell'odierna Cagliari. Ebbe buoni rapporti con Pisa, fino all'improvviso mutamento politico che portò la repubblica marinara toscana ad attaccare il giudicato e conquistarlo (1258), ponendo fine alla sua storia secolare.

A nord dell'isola c'era il giudicato o regno di Torres (o Logudoro), con capitale Ardara (oggi un paese del sassarese, dove rimane la bellissima cattedrale romanica a testimonianza del suo glorioso passato) e poi Sassari. Questo regno giudicale, di tradizione vicina a quella carolingia nei costumi e negli usi diplomatici, venne meno allorché la sua ultima regina, Adelasia, venne abbandonata dal legittimo consorte (Enzo di Hoenstaufen, figlio di Federico II di Svevia) e lasciò il regno nelle mani rapaci dei suoi vassalli (1259). Il giudicato venne così suddiviso tra le potenti famiglie dei Doria e dei Malaspina, ma perse alcuni territori anche a favore del confinante giudicato di Arborea.

A nord est dell'isola era situato il piccolo e povero giudicato di Gallura, per posizione e scarsità di risorse ben presto controllato da Pisa, che ne determinò l'estinzione grosso modo in contemporanea col giudicato di Calari, incamerandone il territorio.

Il più longevo dei quattro fu il giudicato di Arborea, con capitale Tharros e poi (dal 1076) Oristano. Esso prosperò sino al XIV secolo, allorché dovette affrontare le pretese sulla Sardegna del regno di Aragona, cui il papa Bonifacio VIII aveva concesso lo "jus invadendi" sull'isola. La lunga guerra che divise i due regni si prolungò fino al 1420, quando l'ultimo re di Arborea, Guglielmo di Narbona, cedette quel che rimaneva dell'antico regno alla Corona aragonese per 100'000 fiorini d'oro. Di questo giudicato fu eroina celebrata (anche al di là dei suoi meriti effettivi) Eleonora d'Arborea, che governò come reggente in nome dei figli dal 1383 al 1402, data in cui presumibilmente morì di peste.

Le caratteristiche principali dei regni giudicali erano la loro natura superpersonale e la loro organizzazione amministrativa. Fondendo tradizioni autoctone e istituti giuridici romano-bizantini, i quattro giudicati si discostavano dai contemporanei regni medievali in quanto non sottoposti ad un regime privatistico, secondo la tradizione barbarico-feudale. Il sovrano ("su judike") non aveva il possesso del territorio nè era il depositario della sovranità. Essa era in mano alla "Corona de Logu", il parlamento, che intronizzava il re e gli conferiva la somma potestà, mantenendo tuttavia il potere di ratificare gli atti e gli accordi che riguardassero l'intero regno ("su Logu"). Il re governava sulla base di un patto col popolo (cosiddetto "bannus-consensus"), venuto meno il quale il sovrano poteva essere detronizzato e ucciso legittimamente dal popolo medesimo, senza che questo incidesse sulla trasmisisone ereditaria del titolo all'interno della dinastia regnante. Il territorio del giudicato era suddiviso in distretti amministrativi, elettorali e giurisdizionali che si chiamavano "curadorìas" o "partes", amministrate da un "curadore" di nomina regia o comunque approvato dal judike. I singoli centri abitati erano "sas biddas", i villaggi (900 e più sino al 1300, poi ridottisi, in seguito alla peste, alla guerra ed alla repressione aragonese dopo la conquista, agli attuali 380 circa). Era un sistema radicato ed estremamente efficace di gestione del territorio, venuto meno con l'imposizione del sistema feudale da parte degli Aragonesi, nel corso del XIV e soprattutto del XV secolo.


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