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Il Conte di Carmagnola

Il Conte di Carmagnola č una tragedia scritta da Alessandro Manzoni nel 1816 e pubblicata nel 1820. Dedicato al Fauriel, č preceduto da una prefazione sulle unitĂ  drammatiche e sull'uso del coro che, non essendo legato allo svolgimento dell'azione, non può alterarla e, nel contempo, costituisce una parentesi lirica che dĂ  voce ai sentimenti dell'autore togliendogli la tentazione di parlare per bocca dei personaggi, lasciando così separata la realtĂ  storica dalle passioni e dalla fantasia del poeta. A questo proposito il Foscolo osservò che, necessariamente, i personaggi storici di una tragedia pronunciano discorsi mai detti e compirono azioni mai avvenute. Manzoni aggiunse anche alcune notizie storiche sull'argomento della tragedia; in tale introduzione sostenne l'innocenza del conte, ma studi recenti hanno confermato il contrario.

L'azione va dal 1425 al 1432.

  • I ATTO – Il doge di Venezia propone al Senato un alleanza con Firenze contro il Visconti ed indica come condottiero il Carmagnola, giĂ  accusato di tradimento dal Duca di Milano che ha anche tentato di farlo assassinare. Il Carmagnola esorta alla guerra e si dice sicuro della vittoria. Varino, uno dei capi del “Consiglio dei dieci", esprime la sua sfiducia, ma il senatore Marco convince il Senato.

  • II ATTO – Nel campo del Visconti si decide ad attaccare battaglia. Nel campo veneziano il Carmagnola apprende che i nemici si stanno schierando a Maclodio (coro).

  • III ATTO – Il Carmagnola vincitore rifiuta dì sfruttare la vittoria e libera i prigionieri. I due commissari veneziani lo denunciano al Senato come traditore

  • IV ATTO – Marino accusa il senatore Marco dì indulgenza eccessiva verso il Carmagnola, lo informa di un inganno tramato dalla repubblica ai danni del condottiero, gli impone il silenzio e gli ordina di partire per Tessalonica. Il Carmagnola riceve una lettera che lo richiama a Venezia.

  • V ATT0 – Attirato a Venezia con l'inganno il conte č arrestato e tenta inutilmente di scagionarsi. Condannato a morte, dice addio alla moglie Antonietta Visconti ed alla figlia.

La tesi dì base del Carmagnola sostiene l'innocenza del condottiero ed il motivo drammatico fondamentale č la "giustizia ingiusta" dettata dalla ragion di stato. Nell'ultimo atto il Carmagnola, deluso dalla giustizia umana, si affida a quella divina. Manzoni distinse i personaggi in storici ed ideali intendendo separare nettamente la storia dalla fantasia per consentire al lettore di distinguere agevolmente la parte storica del dramma. Tale pretesto fu giustamente confutato da Goethe e da Foscolo. Manzoni riscatta il Carmagnola dall'accusa dì tradimento e trasforma il condottiero privo di scrupoli in un personaggio degno di pietĂ , in un nobile guerriero, vittima della perfidia della diplomazia veneziana, determinata a mandarlo in rovina; infatti nella tragedia č vivo il contrasto tra il freddo calcolo della politica ed il generoso slancio degli uomini d'azione ed altrettanto viva č la deprecazione delle lotte fratricide. Marco, come Adelchi č tormentato da passioni contrastanti: l’amicizia che lo spinge a salvare l'amico Carmagnola e la fedeltĂ  al giuramento prestato alla Repubblica, alla quale infine si inchina.

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