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Italo Santelli

Italo Santelli (15 agosto 1866 - 8 febbraio 1945) viene considerato uno dei padri della sciabola moderna. Italiano di nascita, si trasferì a trent'anni in Ungheria, dove contribuì a dar vita alla prestigiosa tradizione magiara nella scherma.

Dall'Italia all'Ungheria

Dopo il diploma alla scuola magistrale, Italo Santelli si dedicò alla scherma, diventando un apprezzato maestro di sciabola conosciuto anche all'estero. Su invito del governo ungherese, nel 1896 si trasferì a Budapest e, con le sovvenzioni statali ricevute, aprì una palestra di scherma.

Nel 1897 nacque a Budapest il figlio Giorgio, che avrebbe poi seguito le orme paterne come atleta ed istruttore di scherma.

La Salle Santelli, la palestra del maestro Santelli, divenne presto uno dei centri sportivi più rinomati, frequentato dalla nobiltà e dall'alta borghesia mitteleuropea. Il suo metodo innovativo si basava su una maggior flessibilità del polso, e su un miglior lavoro delle dita per controllare la lama e i colpi. Grazie agli insegnamenti del maestro italiano, si formò una scuola di scherma che ottenne e continua ad ottenere successi a livello internazionale.

Una medaglia contestata

Nel 1900 Santelli partecipò alle Olimpiadi di Parigi. Vinse la medaglia d'argento nella gara di sciabola per maestri d'arte, sconfitto in finale da Antonio Conte.

In quelle Olimpiadi le gare di scherma erano distinte in due categorie, i dilettanti e i maestri d'arte, ossia istruttori professionisti. Per alcuni puristi le medaglie di Conte e Santelli non andrebbero quindi considerate nel computo delle medaglie olimpiche. Il CIO comunque le riconosce nel medagliere ufficiale.

Nel database del CIO la medaglia di Italo Santelli viene attribuita all'Ungheria, paese dove in effetti Santelli risiedeva all'epoca, mentre il CONI la considera tra le medaglie italiane. In generale le statistiche delle prime Olimpiadi non sono pienamente attendibili, perchè non esistono archivi ufficiali dell'epoca, e i dati sono stati ricostruiti molti anni dopo ricercando tra varie fonti. Inoltre, nelle prime edizioni dei Giochi la maggior parte degli atleti partecipava a titolo individuale, fino a quando non vennero istituiti i vari comitati olimpici nazionali e di conseguenza le delegazioni olimpiche ufficiali dei rispettivi paesi (il CONI fu fondato nel 1914).

Nel caso della medaglia di Santelli pare esserci però un'altra ragione. Per un certo periodo infatti lo stesso CONI depennò Italo Santelli dall'elenco dei medagliati olimpici italiani. La causa scatenante fu un episodio avvenuto alle Olimpiadi del 1924 a Parigi.

Traditore della patria

Alle Olimpiadi del 1924 Italo Santelli era uno degli allenatori della nazionale magiara. Durante il torneo individuale di sciabola scoppiò un battibecco tra schermidori italiani e ungheresi. Santelli tradusse per gli ungheresi le frasi degli italiani, con il risultato che, dopo la protesta ungherese, il CIO squalificò l'italiano Oreste Puliti, in corsa per l'oro, per comportamento anti-sportivo.

In Italia l'intervento di Santelli fu visto come tradimento della patria. La stampa gli si scagliò contro, al punto da ripudiarne perfino il nome di battesimo: qualcuno scrisse "Italo? No, Ungaro". Il CONI lo depennò dall'elenco delle medaglie olimpiche italiane, motivando la cancellazione con il fatto che il torneo a cui aveva partecipato Santelli (ma anche Conte) nel 1900 era riservato ai maestri d'arte, che erano professionisti. All'epoca solo i dilettanti potevano partecipare alle Olimpiadi.

Il duello d'onore

Per salvare il proprio onore, Italo Santelli sfidò a duello il giornalista che lo aveva offeso. Avvalendosi di una regola del codice cavalleresco, si fece rappresentare dal figlio Giorgio, campione olimpico con la nazionale italiana di sciabola nel 1920.

Il duello avvenne sul serio, su una barca al largo di Abbazia, tra Trieste e Fiume. In un'intervista del 1968 al New York Times, Giorgio Santelli ricordò quel duello: durò circa tre minuti e mezzo, e venne interrotto perchè il giornalista, Adolfo Cotronei, era rimasto accecato da un colpo alla testa. Cotronei si riprese, ma gli dovettero dare 12 punti di sutura.

Nella gastronomia ungherese

La fama di Santelli in Ungheria è tale che a lui è stato persino dedicato un piatto della cucina tipica ungherese. Le "uova alla Santelli" o "frittata alla Santelli" sono una preparazione a base di uova, salsiccia, pancetta, pomodoro, formaggio grattugiato e pepe.

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