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Jacopo da Lentini

Jacopo da Lentini (XIII secolo), fu notaio imperiale alla corte di Federico II, documenti da lui redatti ne attestano l'attività tra gli anni 1233 e 1240. Dante lo cita nella Divina Commedia (Purgatorio, XXIV, 55) come iniziatore della scuola siciliana, e nel De vulgari eloquentia porta una sua canzone ad esempio di limpido e ornato stile. Al "notaio" per antonomasia si deve la prestigiosa iniziativa di aver tradotto in lingua volgare i temi e le forme della poesia provenzale, iniziando la lirica d'arte italiana. A Jacopo da Lentini sono attribuiti una quarantina di componimenti (canzoni e sonetti). Il sonetto appare per la prima volta nelle rime di Jacopo da Lentini, che ne è considerato l’inventore. Nei versi del notaio si ritrovano le tematiche amorose e le metafore proprie della poesia provenzale, nelle quali i riferimenti a situazioni concrete e reali sono eliminati nell'intento di conferire all'esperienza amorosa un valore oggettivo.

(Sonetto = dal provenzale sonet, "piccola melodia", nel senso di "poesia per musica" è un componimento di quattordici endecasillabi disposti in due quartine e due terzine. Le rime delle quartine possono essere incrociate (ABBA-ABBA) o alternate (ABAB, ABAB); quelle delle terzine alternate (CDC DCD), replicate (CDE CDE) o invertite (CDE EDC).


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