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Jean-Paul Sartre

"Non si fa quello che si vuole ... , tuttavia si responsabili di quello che si ... " - (J.P.Sartre)

Jean-Paul Sartre (Parigi, 21 giugno 1905 - 15 aprile 1980) stato un importante filosofo, scrittore e critico francese; studiò all'École Normale Supérieure di Parigi, dove si laureò nel 1929. Specializzandosi in Germania, poté entrare in contatto con la fenomenologia di Edmund Husserl e l'esistenzialismo di Martin Heidegger. Venne catturato dai tedeschi e, dopo la sua liberazione, partecipò alla resistenza francese.

È stato uno dei massimi esponenti dell'esistenzialismo ed uno studioso le cui idee sono sempre state ispirate ad un pensiero politico orientato verso la sinistra internazionale (negli anni della guerra fredda sostenne le ragioni dell'allora Unione Sovietica, pur criticandone in diversi suoi scritti la politica).

Table of contents
1 La vita
2 Il pensiero
3 Le opere principali
4 Link

La vita

Sartre ha diviso con Simone de Beauvoir - conosciuta nel 1929 all'École Normale Supérieure - la propria vita sentimentale e professionale. Nel 1964 fu insignito del Premio Nobel della letteratura, che però rifiutò. È sepolto nel cimitero di Montparnasse a Parigi; si calcola che al suo funerale presenziarono cinquantamila persone.

Il pensiero

La prima fase del pensiero di Sartre segnata dall'opera L'essere e il nulla, in cui riflette sulla fondamentale libertà di ogni uomo e la sua ineludibilità.

Dopo la seconda guerra mondiale l'attenzione di Sartre si rivolge all'azione politica. Si avvicina al comunismo benché non si sia mai iscritto al partito comunista. Dopo l'adesione al comunismo, Sartre trascorse il resto della sua vita nel tentativo di riconciliare le idee esistenzialistiche con i principi del marxismo, convinto che le forze socio-economiche determinino il corso dell'esistenza umana.

Le opere principali

Il senso de "La nausea"

La nausea che prova il protagonista del romanzo - Anton Roquentin - deriva proprio da quella condizione di sostanziale gratuità della vita, ovvero il sentire la vita come priva di un senso necessario attribuitogli da
Dio.

La vita, secondo Roquentin, nel momento in cui ci appare come un unico e inevitabile flusso di esperienze senza un senso proprio, provoca la grande vertigine della nausea, si può dunque dire che Sartre lamenta il fatto che la realtà non ci dia significato da sé, ma che dobbiamo trovarlo da soli. Questa possibilità aperta la stessa che provoca l'angoscia in Soren Kierkegaard.

Non esiste un essere necessario “Dio” che possa dare significato dall'esterno a questa condizione esistenziale. L'esistenza di per sé già compiuta nella sua evidenza, l'esistenza assoluta e gratuita.

La condizione di chi si sente esistere  già vissuta come un esistente, seppure assurda perché senza uno scopo apparente, viviamo per vivere e per morire, gli enti ci vengono incontro come fenomeni e non possiamo dedurli se non vengono in contatto con il nostro Io.

Link

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(Vedi: Portale Filosofia | Progetto Filosofia)


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