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Manga

La voce tratta unicamente i fumetti Manga, per altri significati vedi:
Manga (漫画), nella lingua giapponese, la parola che indica i fumetti in generale, alla lettera significa "immagini divertenti", ma se non altrimenti specificato ha in genere l'accezione di "fumetto giapponese", quindi ad esempio i fumetti italiani verrebbero chiamati イタリアの漫画 ("Itaria no manga"), letteralmente "manga italiani", ma non ci si potrebbe riferire a loro usando solo la parola 漫画). I manga, in Giappone hanno un ruolo molto importante e sono considerati un mezzo espressivo non meno degno di libri o film; in Italia il termine per lo pi utilizzato per indicare i soli fumetti di origine giapponese.

Le caratteristiche stilistiche dei manga possono provocare nel lettore alcune incertezze nella classificazione del genere. Tendenzialmente in Europa si identifica il fumetto con una produzione per bambini e ragazzi (esistono naturalmente fumetti"d'autore" dedicati ad un pubblico pi maturo, ma sono facilmente riconoscibli). I manga, con le loro figure dai tratti spesso infantili, suscitano inizialmente una certa confusione. Molti personaggi dei vari racconti presentano ad esempio occhi estremamente grandi, sovraproporzionati. L'origine di questa caratteristica un prestito culturale che si fa risalire al famoso autore Tezuka Osamu (1928-1987). Egli stesso, grende ammiratore di Walt Disney, ammette di essersi ispirato nel manga "Janguru Taitei" ovvero "L'Imperatore della Giungla" ( nell'edizione anime "Kimba, il Leone Bianco") allo stile del "Bambi" disneiano.

I manga vengono pubblicati in Giappone sotto forma di grossi albi, stampati in bianco e nero su carta di qualità scadente. Soltanto alcune pagine introduttive sono talvolta a colori e su carta migliore, generalmente allo scopo di introdurre i personaggi della vicenda. In ognuno di questi albi vengono raccolte numerose storie a puntate. Tramite un'inchiesta fra i lettori viene verificato il successo delle singole serie, cosicch alcune possono essere interrotte anzitempo ed altre, al contrario, meritare di essere stampate a parte, sotto forma di fumetto monografico in pi volumetti.

A differenza dei fumetti occidentali le avventure dei manga hanno per quanto riguarda i protagonisti un inizio ed una fine. Il personaggio ideato dall'autore e/o disegnatore appare sulla scena nel primo volume, "vive" la sua vicenda e, al termine della serie (alcune storie possono raggiungere le 150 puntate), esce di scena e non "interpreterà" altre serie. Alcune eccezioni si possono rilevare per personaggi molto amati dal pubblico, che vengono ripresentati in varianti della storia principale, oppure di cui si raccontano episodi accaduti anteriormente all'inizio della serie principale. Quasi sempre il successo di un personaggio manga si risolve in una trasposizione pi o meno fedele delle sue avventure sotto forma di anime, cio di cartone animato.

L'impaginazione e la struttura della pagina

Il manga giapponese si legge al contrario rispetto al fumetto occidentale e cioé dall'ultima alla prima pagina, in questo modo la rilegatura sarà alla destra del lettore e le pagine "libere" alla sinistra. Anche le vignette si leggono da destra verso sinistra. Nel corso del tempo ci sono stati alcuni mutamenti nella disposizione delle vignette. Inizialmente prevaleva la disposizione verticale; successivamente, nei tardi anni quaranta, stata introdotta anche la disposizione orizzontale.Nelle storie pi accurate dal punto di vista stilistico queste due disposizioni si sovrappongono, creando un percorso di lettura piuttosto complesso per le abitudini del lettore occidentale.

Mentre le storie di avventura dedicate ad un pubblico di ragazzi ed adulti maschi sono caratterizzate da una disposizione abbastanza semplice, si crato nel genere dedicato alle ragazze (e spesso disegnato da donne) un modo innovativo di trattare la disposizione delle singole vignette. Per creare effetti drammaturgici intensi e sottolineare i sentimenti che entrano in gioco nella storia il disegnatore (o la disegnatrice) fa spesso scomparire le linee divisorie delle singole vignette. La struttura della pagina diventa pi importante di quella del riquadro isolato. Così una sola scena si può sviluppare su due intere pagine a fronte, i contorni dei pannelli si sovrappongono, e con essi i vari significati trasmessi dal disegno.

Anche il fumetto contenente il testo non pi presentato su di un'unica linea di lettura: compaiono fumetti di testo pensato, di testo parlato, di testo fuori campo che si distinguono tra loro solo per lievi differenze grafiche e sono posizionati nella pagina in maniera apparentemente confusa.

In realtà, un lettore giapponese, allenato alla lettura non alfabetica, riesce pi facilamente di un lettore occidentale alle prime armi ad orientarsi in questo universo di segni, dove gli viene offerta una grande libertà di percorso. Gli occhi vagano nella pagina cogliendo inizialmente alcuni dettagli, scelgono di soffermarsi prima su alcuni tipi di testo e poi su altri, ricavando alla fine non una lettura anlitica di contenuti, ma una coinvolgente impressione generale di ciò che sta accadendo.

Non bisogna confondere i manga con i manwha, che sono i fumetti coreani; all'occhio non allenato possono sembrare simili ma agli occhi di un giapponese sono probabilmente simili quanto fumetti italiani e francesi per noi.

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