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Papa Innocenzo III

Papa Innocenzo III, nato Lotario de Conti (ca. 1161 - 16 giugno 1216), fu Papa dall'8 gennaio 1198 alla sua morte.

Nato ad Anagni, era figlio di Trasimondo Conti, Conte di Segni e nipote di Papa Clemente III. Suo padre fu membro del famoso casato dei Conti, dal quale provengono nove papi, tra cui Gregorio IX, Alessandro IV e Innocenzo XIII; sua madre, Clarissa, apparteneva alla nobile famiglia romana degli Scotti.

Venne educato a Roma, Parigi (da Pietro di Corbeil), e Bologna (da Uguccione da Pisa), venne considerato un intellettuale e uno dei più grandi avvocati di diritto canonico dei suoi tempi.

Dopo la morte di Papa Alessandro III tornò a Roma, dove resse incarichi durante i brevi papati di Lucio III, Urbano III, Gregorio VIII, e Clemente III, raggiungendo il rango di Cardinale-Diacono nel 1190. Durante il papato di Celestino III (1191-1198), un membro del casato degli Orsini, nemici dei Conti di Segni, lasciò Roma per vivere ad Anagni.

Celestino III morì nel 1198 per complicazioni causate dalla sifilide. Nel giorno in cui venne sepolto, Lotario de Conti venne eletto Papa e prese il nome di Innocenzo III. Il trono imperiale era vacante dalla morte di Enrico IV, nel 1197, e nessun successore era ancora stato individuato. Innocenzo si avvantaggiò del vuoto di potere per diminuire l'influenza tedesca in Italia - il suo primo atto fu il ripristino del potere papale a Roma. Il Prefetto di Roma, che regnava sopra la città come rappresentante dell'Imperatore, giurò fedeltà ad Innocenzo. Egli richiese a Marco di Anweiler la restituzione della Romagna e della Marca di Ancona alla Chiesa, ed usò le truppe papali per far si che ciò si avverasse. In modo simile, i Ducati di Spoleto, Assisi e Sora vennero strappati al tedesco, Conrad von Uerslingen.

Il Papa fece uso della debolezza di Federico II, per riasserire il potere papale in Sicilia, e riconobbe Federico II come Re solo dopo la resa dei privilegi dei Quattro Capitoli, che Guglielmo I di Sicilia aveva precedentemente ottenuto da Papa Adriano IV. Il Papa quindi investì Fedrico II come Re di Sicilia, nel novembre 1198. Egli indusse inoltre il giovane Re a sposare la vedova di Re Emerico d'Ungheria nel 1209.

Dopo la morte del Sacro Romano Imperatore Enrico IV, nel 1197, i Ghibellini e i Guelfi avevano eletto imperatori differenti - Filippo di Swabia e Ottone di Wittelsbach. Nel 1201 il Papa appoggiò apertamente Ottone IV, annunciando che era stato approvato come Re Romano e minacciando di scomunica tutti coloro che si fossero rifiutati di riconoscerlo.

Innocenzo III rese chiaro ai principi tedeschi, attraverso il Decreto Venerabilem del maggio 1202, come egli considerasse le relazioni tra Impero e Papato. Questo decreto venne in seguito incorporato nel Corpus Juris Canonici. I punti principali del decreto erano: il diritto di decidere se un Re fosse degno della corona imperiale apparteneva al Papa; in caso di doppia elezione dovevano chiedere al Papa di arbitrare o pronunciarsi in favore di uno dei pretendenti.

Innocenzo cambiò idea e si dichiarò a favore di Filippo nel 1207, e inviò dei Cardinali in Germania per indurre Ottone a rinunciare al trono. Ottone uccise Filippo il 21 giugno 1208 e alla Dieta di Francoforte, 11 novembre 1208, venne riconosciuto Re. Il Papa lo invitò a Roma per ricevere la corona imperiale. Ottone venne incoronato a Roma il 4 ottobre 1209. Prima dell'incoronazione Ottone promise di lasciare alla Chiesa il possesso di Spoleto e Ancona e di garantire la libertà delle elezioni ecclesiastiche; il diritto di appello illimitato per il Papa e la competenza esclusiva sulla gerarchia per questioni spirituali; egli promise inoltre di aiutare la distruzione dell'eresia (il Patto di Neuss, ripetuto a Speyer, nel 1209).

Ma poco dopo essere stato incoronato, Ottone prese Ancona, Spoleto e altre proprietà della Chiesa, dandole poi ai suoi vassalli. Inoltre invase il Regno di Sicilia. Ottone venne scomunicato il 18 novembre 1210.

Il Papa riuscì a far si che la maggior parte dei principi rinunciasse all'Imperatore scomunicato, ed eleggesse al suo posto Federico II di Sicilia, alla Dieta di Norimberga, nel settembre 1211. Federico fece le stesse promesse di Ottone IV, la sua elezione venne ratificata da Innocenzo e venne incoronato ad Aquisgrana, il 12 luglio 1215.

Ottone si alleò con l'Inghilterra (era nipote di Giovanni Senza Terra) per combattere Filippo Augusto di Francia, ma venne sconfitto nella Battaglia di Bouvines in Belgio, il 27 luglio 1214. Quindi perse tutta la sua influenza (e morì il 19 maggio 1218), lasciando Fedrerico II come Imperatore incontestato.

Innocenzo giocò un ruolo anche nella politica di Francia, Svezia, Bulgaria, Spagna e soprattutto Inghilterra.

Innocenzo fu uno strenuo avversario dell'eresia. Fece ripulire lo Stato Papale dagli eretici manichei. Sotto la guida di Simone di Montfort venne avvista una campagna contro gli albigensi. La Chiesa si impadronì anche del ruolo organizzativo delle Crociate. Queste vennero lanciate contro gli eretici sotto la direzione del pontefice e vennero usate per imporre le regole della Chiesa ai miscredenti. Questo fu il preludio alla legittimazione dell'Inquisizione nel 1233. L'eresia sarebbe stata punita per il bene spirituale dell'individuo, così come per la preservazione della Chiesa.

Innocenzo iniziò la Quarta Crociata, che i Veneziani trasformarono nel sacco di Zara nel 1202 e Costantinopoli nel 1204. Questo fu un duro colpo all'unità della Chiesa e giocò un grande ruolo nel Grande Scisma. Innocenzo per contro scomunicò i Veneziani.

Convocò il Quarto Concilio Lateranense (dodicesimo concilio ecumenico), nel novembre 1215. Questo decise di una crociata generale in Terra Santa (la Quinta Crociata), oltre ad emanare settanta decreti riformatori.

Innocenzo morì a Perugia. Venne sepolto nella cattedrale di quella città, dove il suo corpo rimase fino a quando Papa Leone III lo fece trasferire al Laterano nel dicembre 1891.

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