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Pinacoteca di Brera

La Pinacoteca di Brera č collocata nell'omonimo palazzo, dove trovano sede anche altre istituzioni culturali, quali la Biblioteca, l'Osservatorio Astronomico, l'Orto Botanico, l'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e l'Accademia di Belle Arti.

Sull'area oggi occupata dal seicentesco palazzo, sorgeva in origine la Casa-Madre degli Umiliati (ordine religioso), qui fioriva l'industria della filatura e della tessitura della lana. L'edificio era stato costruito nell'antica, incolta terra "braida" (parola che nella bassa latinitĂ  aveva il signignificato di campo suburbano), da cui ebbe il nome brera, il Palazzo quanto il quartiere.

Fu nel 1571, che con la Bolla Papale di Gregorio XIII, si abolì l'ordine degli Umiliati, storici fabricanti di lana, assegnando così l'antica prepositura di Brera alle "attente mani" dei Gesuiti, che ne fecero un centro di studi, dandogli il nome di Università.

Si impose la necessitĂ  di costruire un nuovo e piů ampio edificio, i cui lavori iniziarono nel 1591, e affidati nel 1615 ad un grande architetto del tempo in Lombardia: Francesco Maria Richini. Ma nel 1630 a causa della pestilenza, i lavori cominciarono a rallentare. Il progetto del Maestro venne approvato solo nel 1691, pochi anni prima della sua morte. L'opera proseguì, passando di mano al figlio dello stesso architetto e a Gerolamo Quadrio e a Pietro Giorgio Rossone. Soppressa la Compagnia di Gesů l'edificio fu completato nel 1776, orientando diversamente il progetto del Richini.

Si affermerĂ  ben presto l'impeto Barocco, che diede maggiore sensibilitĂ  pittorica al cortile ed inserendo effetti scenografici: luce ed ombre, vuoti e pieni, alternando la struttura con ritmi quasi musicali.

Un secolo dopo L'architetto Piermarini, inserì il portale neoclassico. Nel medesimo periodo, grazie alla disposizione della Regina Maria Teresa d'Austria, si provvide a mantenere l'atmosfera di cultura che nell'edificio si era respirata già dal periodo gesuitico dell'università.

In origine la Pinacoteca era semplicemente la "Quadreria dell'Accademia" costituita da un piccolo nucleo di dipinti, la sua tresformazione in una Grande Galleria di pittura fu merito dell'illuminata politica di Napoleone. La Pinacoteca di Brera venne inaugurata solennemente dal Vicerč Eugenio il 15 Agosto 1809, giorno dell'onomastico di Napoleone. Si apriva al pubblico la suggestiva scenografia dei "Saloni napoleonici".

Fino al 1882 la Pinacoteca era fusa con l'Accademia e affidata ad illustri Direttori e segretari, in quell'anno divenne autonoma sotto la guida di Giuseppe Bertini. Fu Corrado Ricci a conservare l'ereditĂ  trasmessa da Bertini, mantenendo il patrimonio artistico, ampliandolo ed esponendolo all'apprezzamento di tutti. Furono dunque importanti gli acquisti delle opere come : "La Madonna del Certosino" di Bergognone (nel 1891); i due "Santi" di Francesco del Cossa (nel 1893) ed ancor altro.

Il sopraggiungere della guerra del 1914-1918 costrinse a far emigrare per ragioni di prudenza la collezione a Roma e al loro rientro, la Pinacoteca fu abbellita e ampliata, sotto la Direzione di Ettore Modigliani.

Ben piů tragica sorte toccò alla Pinacoteca nel secondo conflitto mondiale, durante il quale l'edificio venne colpito dalle bombe e devastato dagli incendi nell'agosto 1943. I bombardamenti causarono il crollo delle volte in trenta delle trentotto sale della Galleria, e fecero sprofondare i pavimenti. La Pinacoteca iniziò la sua lenta resurrezione dalle rovine nel febbraio 1946 e nel 1950 dopo l'opera generosa del progettista Architetto Piero Portaluppi e della conservatrice, nonchč, storica dell'arte Fernanda Wittgens e attraverso i finanziamenti del Ministero della Pubblica Istruzione, risorgeva e veniva inaugurata.

Oggi Brera offre una visione completa della storia pittorica della Lombardia, nuovamente riorganizzata in un nuovo percorso e riallestimento, che č possibile visitare.


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