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Prima guerra mondiale


Un'immagine simbolo
della Prima guerra mondiale
Con Prima guerra mondiale (in Italia chiamata pure Grande guerra) si intende il conflitto cominciato il 4 agosto 1914 a seguito dell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell'Impero austro-ungarico, compiuto a Sarajevo (Bosnia) il 28 giugno 1914 da parte del nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo Princip.

La guerra vide inizialmente lo scontro degli Imperi Centrali: Germania e Impero Austro-Ungarico contro le nazioni dell'Intesa: Francia Gran Bretagna e Russia. Con lo svolgersi del conflitto, a seguito di varie alleanze altre nazioni vi presero parte. Tra queste: Italia, Turchia, Belgio, Canada, Australia, Stati Uniti, Serbia, Romania, Sud Africa e Nuova Zelanda.

L'Italia decise di intervenire nel conflitto il 24 maggio 1915, dichiarando guerra all'Impero Austro-Ungarico. La decisione di intervenire fu presa dal parlamento dopo che il ministro degli esteri Sidney Sonnino ebbe stipulato con la Triplice Intesa il 26 aprile un patto segreto, detto Patto di Londra, nel quale l'Italia si impegnava ad entrare in guerra entro un mese in cambio di alcune conquiste territoriali che avrebbe ottenuto dopo la guerra: il Trentino, il Tirolo meridionale, Trieste, Gorizia, l'Istria (a eccezione della città di Fiume) e parte della Dalmazia.

La conclusione della guerra avvenne l'11 novembre 1918 quando la Germania firmò l'armistizio con le forze dell'Intesa. Il numero di vittime della Prima Guerra Mondiale, oltre nove milioni di morti, è il più alto tra tutti i conflitti combattuti nella storia dell'uomo.

Table of contents
1 Paesi coinvolti:
2 Origini diplomatiche
3 Lo scoppio della guerra
4 Le prime Battaglie
5 L'allargamento del conflitto
6 Pertecipazione Italiana
7 Teatri meridionali
8 Prime fasi: dal romanticismo alle trincee
9 Il fronte orientale e la Russia
10 Rovesciamento delle sorti
11 Fine della Guerra
12 Caratteristiche distintive della guerra
13 Conseguenze
14 Ulteriori letture
15 Vedi Anche

Paesi coinvolti:

Origini diplomatiche

Anche se venne innescata il 28 giugno 1914, dall'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria, le origini della guerra giacciono nel complesso delle relazioni tra le potenze europee tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo.

La Guerra Franco-Prussiana del 1870-71 aveva portato non solo alla fondazione di un potente e dinamico Impero Germanico, ma anche a un'eredità di animosità tra la Francia e la Germania, a seguito dell'annessione a quest'ultima dei territori francesi di Alsazia e Lorena. Sotto la guida politica del suo primo Cancelliere, Otto von Bismarck, la Germania assicurò la sua nuova posizione in Europa tramite l'alleanza con l'Impero Austro-Ungarico e a un'intesa diplomatica con la Russia.

L'ascesa al trono (1888) dell'Imperatore Guglielmo II portò sul trono tedesco un giovane governante determinato a dirigere da se la politica, nonostante i suoi dirompenti giudizi diplomatici. Dopo le elezioni del 1890, nelle quali i partiti del centro e della sinistra ottennero un grosso successo, e in parte a causa della disaffezione nei confronti del Cancelliere che aveva guidato suo nonno per gran parte della sua carriera, Guglielmo II fece in modo di ottenere le dimissioni di Bismarck.

Gran parte del lavoro dell'ex-cancelliere venne disfato nei decenni seguenti, quando Guglielmo II fallì nel rinnovare gli accordi con la Russia, permettendo alla Francia repubblicanca l'opportunità di concludere (1891-94) una completa alleanza con l'Impero Russo. Ma il peggio doveva ancora venire, Guglielmo intraprese (1897-1900) la creazione di una Marina militare in grado di minacciare il secolare predominio navale britannico, favorendo l'Entente Cordiale Anglo-Francese del 1904 e la sua espansione (1907) che portò all'inclusione della Russia.

La rivalità tra le potenze venne esacerbata negli anni 1880 dalla corsa alle colonie, che portò gran parte dell'Africa e dell'Asia sotto la dominazione europea nel successivo quarto di secolo. Anche Bismarck, un tempo esitante sull'imperialsmo, divenne un sostenitore dell'Impero d'oltremare, aggiungendo alla tensione Anglo-Tedesca le acquisizioni della Germania in Africa e nel Pacifico, che minacciavano di interferire con gli interessi strategici e commerciali britannici. Il supporto di Guglielmo all'indipendenza del Marocco dalla Francia, il nuovo partner strategico della Gran Bretagna, provocò la Crisi di Tangeri del 1905. Durante la seconda crisi marocchina (o Crisi di Agadir 1911), la presenza navale tedesca in Marocco mise di nuovo alla prova la coalizione Anglo-Francese.

Un ingrediente chiave dell'emergente polveriera diplomatica, fu la crescita delle forti aspirazioni nazionalistiche degli stati balcanici, ognuno dei quali guardava a Germania, Austria-Ungheria o Russia per ottenere supporto. La nascita di circoli anti-austriaci in Serbia, contribuì a un ulteriore crisi nel 1908 riguardante l'annessione unilaterale della Bosnia ed Erzegovina da parte dell'Austria, oltre alla pressione tedesca per forzare un umiliante declino da parte della Russia, indebolita dalla sconfitta del 1905 contro il Giappone e dai susseguenti disordini rivoluzionari.

L'allarme per l'inaspettatamente rapido recupero della Russia dopo il 1909, alimentò i sentimenti dei circoli di governo tedeschi a favore di una guerra preventiva che spezzasse il presunto accerchiamento da parte dell'Intesa, prima che il riarmo russo potesse far pendere la bilancia strategica contro la Germania e l'Austria-Ungheria. Per il 1913 sia la Francia che la Germania stavano pianificando di estendere il servizio militare, mentre la Gran Bretagna era entrata in una convenzione navale e in colloqui militari con la Francia, negli anni precedenti.

Lo scoppio della guerra

Le preoccupazioni sulla sicurezza regionale dell'Austria, crebbero con il quasi raddoppio del territorio della vicina Serbia, che risultò dalle Guerre Balcaniche del 1912-1913. Molti nella leadership austriaca, non ultimo l'Imperatore Francesco Giuseppe, e Conrad von Hötzendorf, erano preoccupati dal nazionalismo serbo e dai suoi agitatori nelle province meridionali dell'impero; anche perchè tormentati dal ricordo delle campagne Piemontesi contro le province italiane dell'Austria, che culminarono nella Battaglia di Solferino, erano inoltre preoccupati che la Russia avrebbe appoggiato la Serbia nell'annessione delle aree Slave dell'Austria. Il sentimento predominante era quello che fosse meglio distruggere la Serbia prima che le venisse data l'opportunità di lanciare una tale campagna.

Alcuni membri del governo austriaco pensavano inoltre che la campagna contro la Serbia sarebbe stata il rimedio perfetto ai problemi politici interni dell'impero. Molti erano frustrati dal potere del governo Ungherese. Nel 1914 il governo dell'Impero Austro-Ungarico aveva una struttura "dualistica". Austria e Ungheria avevano essenzialmente due governi separati sotto lo stesso monarca. Il governo austriaco manteneva il controllo sulla politica estera, ma era dipendente da quello ungherese per questioni come l'approvazione del bilancio. Spesso la leadership ungherese, sotto István Tisza rifiutò le richieste austriache per questioni tipo l'incremento delle spese militari. Nella speranza di terminare il blocco politico che ciò comportava, molti si auguravano la formazione di una federazione, o almeno una monarchia trialistica. La soluzione veniva vista nell'incremento del numero di Slavi all'interno dell'impero.

L'assassinio di Francesco Ferdinando, nel giugno del 1914 creò l'opportunità tanto cercata da alcuni leader austriaci di poter contare su un piccolo regno slavo. I cospiratori di Sarajevo vennero accusati dalle autorità Austro-Ungariche di essere stati armati dalla fantomatica Mano Nera, un raggruppamento nazionalista pan-serbo collegato ai circoli di governo della Serbia.

Con il supporto della Germania, l'Austria-Ungheria, che agì principalmente sotto l'influenza del Ministro degli Esteri Leopold von Berchtold, inviò un ultimatum in 15 punti, praticamente irrealizzabile, alla Serbia, il 23 luglio 1914, che doveva essere accettato nel giro di 48 ore.. Il governo Serbo accettò tutte le richieste meno una. L'Austria-Ungheria nondimeno ruppe le relazioni diplomatiche il 25 luglio e dichiarò guerra il 28, tramite telegramma inviato al governo serbo.

Il governo Russo, che nel 1909 si era impegnato a sostenere l'indipendenza serba in cambio dell'accettazione serba dell'annessione della Bosnia all'Austria, mobilizzò le sue riserve militari il 30 luglio a seguito dell'interruzione nelle cruciali comunicazioni telegrafiche tra Guglielmo II e Nicola II di Russia, che era sotto pressione da parte del suo staff per prepararsi alla guerra. La Germania, richiese il 31 luglio, che la Russia ritirasse le sue forze, ma il governo russo persistette, in quanto la demobilitazione avrebbe reso impossibile riattivare la pianificazione militare in tempi brevi. La Germania dichiarò guerra alla Russia il 1 agosto e due giorni dopo contro il suo alleato, la Francia.

Lo scoppio del conflitto è spesso attribuito alle alleanze stipulate nei decenni precedenti: Germania-Austria-Italia contro Francia-Russia; con Gran Bretagna e Serbia allineate a queste ultime. In effetti nessuna delle alleanze venne attivata all'inizio, anche se la mobilitazione generale russa e la dicharazione di guerra tedesca contro la Francia furono motivate dalla paura che l'alleanza avversa venisse posta in gioco.

La dichiarazione di guerra britannica contro la Germania (4 agosto) non fu ufficialmente il risultato dei suoi intendimenti con Russia e Francia (fondamentalmente non era alleata a nessuna delle due), ma fu causata dall'invasione tedesca del Belgio, la cui indipendenza la Gran Bretagna aveva garantito di sostenere (1839), il quale si trovava sul percorso pianificato dai tedeschi per l'invasione della Francia.

Le prime Battaglie

Il piano tedesco (denominato Piano Schlieffen) per affrontare l'alleanza Franco-Russa prevedeva lo sferrare un colpo mortale alla Francia, per poi rivolgersi contro il più lentamente mobilizzato esercito russo. Invece di attaccare la Francia direttamente, fu ritenuto prudente attaccarla da nord. Per fare questo l'esercito tedesco dovette marciare attraverso il Belgio. La Germania chiese al governo belga il libero passaggio, promettendogli in cambio che sarebbe stato considerato un suo alleato. Quando il Belgio rifiutò, la Germania lo invase e iniziò a marciare attraverso di esso in ogni caso, dopo aver prima invaso e assicurato il piccolo Lussemburgo. Incontrò subito la resistenza davanti ai forti della città belga di Liegi. La Gran Bretagna inviò un'armata in Francia, che avanzò nel Belgio.

I ritardi portati dalla resistenza dei Belgi, dalle forze francesi e britanniche, e dalla inaspettatamente rapida mobilitazione della Russia, sconvolsero i piani tedeschi. La Russia attaccò la Prussia Orientale, deviando così forze tedesche previste per il fronte occidentale. La Germania sconfisse la Russia in una serie di battaglie collettivamente conosciute come Battaglia di Tannenburg, ma questa diversione, permise alle forze francesi e britanniche di fermare l'avanzata tedesca su Parigi nella Prima battaglia della Marna (Settembre 1914), mentre gli Imperi Centrali (l'Impero Germanico e quello Austro-Ungarico) furono costretti a combattere una guerra su due fronti.

La prima occupazione alleata del territorio nemico non fu in Europa, ma in Africa: le forze britanniche attaccarono e catturarono la sede amministrativa tedesca dell'odiernaNamibia, al tempo colonia tedesca

L'allargamento del conflitto

1914

  • 28 luglio - L'Austria-Ungheria diciara guerra alla Serbia;
  • 1 agosto - La Germania dichiara guerra alla russia;
  • 2 agosto - Le truppe tedesche occupano il Lussemburgo;
  • 3 agosto - La Germania dichiara guerra alla Francia;
  • 4 agosto - La Germania invade il neutrale Belgio;
  • 4 agosto - Il regno Unito dichiara guerra alla Germania dopo che questa non rispeta la neutralità belga;
  • 20 agosto - Le forze tedesche occupano Bruxelles.
  • 23 agosto - Il Giappone dichiara guerra alla Germania;
  • Settembre 1914 - un patto di unità viene firmato da Francia, Gran Bretagna e Russia;
  • 9 ottobre - Assedio di Anversa - Anversa, in Belgio cede alle truppe tedesche.
  • novembre 1-5 - L'Impero Ottomano entra in guerra dalla parte della Germania e dell'Austria-Ungheria.

1915

  • 23 maggio - L'Italia dichiara guerra all'Austria-Ungheria;
  • Ottobre - La Bulgaria entra in guerra dalla parte della Germania e dell'Austria-Ungheria;

1916

1917

  • 24 febbraio - All'ambasciatore degli Stati Uniti nel Regno Unito, Walter H. Page, viene consegnato il Telegramma Zimmermann, Nel quale l'Impero Germanico offre la restituzione del Sudovest Americano al Messico se questo dichiarerà guerra agli Stati Uniti;
  • 6 aprile, gli Stati Uniti dichiarano guerra alla Germania;
  • 14 agosto, la Cina dichiara guerra alla Germania.

Pertecipazione Italiana

Dalla Neutralità all'entrata in guerra

L'Ambasciatore Austro-Ungarico a Roma, von Merey, al Conte Berchtold
''Roma, 30 Luglio 1914
Telegramma: Il Ministro degli Affari Esteri ha spontanemente introdotto oggi la questione dell'atteggiamento italiano nell'eventualità di una guerra europea.
Dato che il carattere della Triplice Allenza è puramente difensivo; dato che le nostre misure contro la Serbia possono precipitare una conflagrazione europea; e infine, dato che non abbiamo preventivamente consultato questo governo, l'Italia non sarebbe stata obbligata a unirsi a noi nella guerra. Questo, tuttavia, non preclude l'alternativa che l'Italia possa, nell'eventualità, dover decidere per se stessa se i suoi interessi fossero serviti meglio alleandosi con noi in una operazione militare o rimanendo neutrale. Personalemente si sente più incline a favore della prima soluzione, che gli appare la più probabile, purché gli interessi italiani nella Penisola Balcanica siano salvaguardati e purché noi non cerchiamo cambiamenti che probabilmentre ci daranno un predominio dannoso agli interessi italiani nei Balcani.''
L'
Italia, dal 1882 nominalmene alleata della Germania e dell'Austria-Ungheria nella Triplice Alleanza, ma con dei piani propri nei confronti dei territori austriaci di Sud Tirolo, Istria e Dalmazia, e un accordo segreto del 1902 con la Francia, che in pratica annullava i suoi impegni di alleanza, restò inizialmente neutrale. La decisione fu presa sulla base del fatto che, considerando l'azione austriaca contro la Serbia come un puro atto di aggressione, non era vincolata dalla natura difensiva del trattato della Triplice Alleanza ad intervenire a fianco degli "alleati". L'opinione pubblica italiana invece si divise tra coloro i quali erano favorevoli all'intervento in guerra dell'Italia (Interventisti) e quelli che volevano che la nazione restasse neutrale. Tra gli interventisti il dibattito era incentrato sulla parte da prendere nel caso si fosse entrati in guerra, ovvero su quale parte avrebbe garantito meglio gli interessi dell'Italia. Con il passare del tempo il numero di interventisti cresce sempre più, l'esempio più celebre e quello di Benito Mussolini allora direttore dell'"Avanti!", il giornale del partito socialista, e in seguito del "Popolo d'Italia", che partito da posizioni fermamente neutrali si schiererò poi per l'intervento in guerra. Il governo italiano intanto iniziò a trattare con entrambe le parti l'ingresso nel conflitto. La richiesta principale fatta all'Austria era la cessione del Trentino, ma gli austriaci continuavano a tirare in lungo le trattative per prendere tempo e l'Italia concluse con l'Intesa il [Patto di Londra]], che le garantiva molto di più dal punto di vista territoriale. Il Patto venne firnato il 26 aprile e con esso l'Italia si impeganva ad entrare in guerra entro un mese. Va inoltre considerato il fatto che l'Austria-Ungheria era la potenza contro la quale si era combattuto durante le guerre d'indipendenze e che entrare in guerra al suo fianco avrebbe smentito tutta la tradizione risorgimentale, sulla quale si fondavano in gran parte le motivazioni degli interventisti.

L'Italia entra in Guerra

L'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria il 23 maggio 1915, e alla Germania quindici mesi più tardi. L'esercito italiano viene affidato al generale Luigi Cadorna. Il nuovo fronte aperto dall'Italia ebbe come teatro le montagne del Trentino e la regione della valle dell'Isonzo. Anche qui, dopo un'iniziale avanzata italiana gli austriaci ricevettero l'ordine di trincerarsi e resitere e si verificò la stessa guerra di trincea che si svolgeva sul fonte occidentale. L'unica differenza e che mentre sul fronte occidentale le trincee erano scavate nel fango, sul fronte italiano erano scavate nelle rocce delle Alpi, anche a 3.000 metri di altitudine. Nei primi mesi di guerra l'Italia sferrò quattro offensive contro gli austriaci ad est, queste furono:

In queste prime quattro battaglie le perdite italiane ammonteranno a oltre 60.000 morti e più di 150.000 feriti, il che equivaleva a circa un quarto delle forze mobilitate.

Tanti caduti, pochi risultati

Si arriva così all'inizio del 1916. Mentre in febbraio gli austriaci ammassano truppe in Trentino, l'11 marzo, per otto giorni, si svolge la Quinta battaglia dell'Isonzo, che non porterà ad alcun risultato. A metà maggio gli austriaci sfondano in Trentino arrivando ad occupare tutto l'altipiano di Asiago, l'esercito italiano riusci comunque a contenere l'offensiva e gli austriaci si ritirarono tornando a rinforzare le loro posizioni sul Carso. Il 4 agosto inizia la Sesta battaglia dell'Isonzo che porterà il 9 alla conquista di Gorizia che pur non essendo di importanza strategica verrà presa ad un prezzo altissimo (20.000 morti e 50.000 feriti). L'anno si conclude con altre tre offensive:

Anche queste senza risultati apprezzabili ma con 37.000 morti e 88.000 feriti. Nell'ultima parte dell'anno gli italiani riescono ad avanzare un poco in Trentino ma per tutto l'inverno del 1916-17, sul fronte dell'Isonzo, tra il Carso e Monfalcone, la situazione è stazionaria. Il più grande merito dell'Italia fino a questo momento fu quello di aver inchiodato su questo fronte grandi quantitativi di truppe nemiche che altrimenti si sarebbero concentrate sul fronte occidentale e contro la Russia. La ripresa delle operazioni arrivò in maggio. Dal 12 al 28 si svolse la Decima battaglia dell'Isonzo. Dal 10 al 25 giugno si svolse invece la Battaglia del Monte Ortigara voluta da Cadorna per riconquistare alcuni territori del Trentino rimasti in mano austriaca. Il 18 agosto ebbe inizio la più imponente delle offensive italiane l'Unidcesima battaglia dell'Isonzo, anche questa non sara decisiva e verra pagata a caro prezzo, sia come perdite che come conseguenze.

La disfatta di Caporetto

Visti gli esiti dell'ultima offensiva italiana austriaci e tedeschi decisero di contrattaccare. Il 24 ottobre gli Austro-Tedeschi sfondarono il fronte dell'Isonzo a nord convergendo su Caporetto e accerchiando la Quarta Armata Italiana. Da lì avanzeranno per 150 km in direzione della Pianura Padana, raggiungendo Udine in quattro giorni. La Disfatta di Caporetto provocò il crollo dell'intero fronte italiano, oltre alle perdite umane e di materiale, 350.000 soldati si diedero a una ritirata scomposta assieme a 400.000 civili che scappavano dalle zone invase. La ritirata si fermerà solo sulla Linea del Piave, l'11 novembre 1917. A seguito della disfatta il Generale Cadorna verrà sostituito dal Generale Armando Diaz.

Da Caporetto alla fine della Guerra

Gli Austro-Tedeschi chiudono l'anno 1917 con le offensive sul Piave, sull'Altipiano di Asiago e sul Monte Grappa. Gli italiani sono costretti per riempire i vuoti d'organico ad impiegare i Ragazzi del '99. Gli austriaci si fermano in attesa della primavera del 1918, quando intendono sferrare un altro grosso attacco che li dovrebbe portare a occupare la pianura veneta. .Arriva il 15 giugno e gli Austro-Tedeschi attaccano con 66 divisioni. La Battaglia del Piave (15-23 giugno 1918) vedrà gli italiani resistere all'assalto e gli austriaci veder sfumare le loro speranze. A questo punto è il turno dell'Italia nel portare un'offensiva, si discute se portarla ad ottobre o aspettare la primavera del 1919. Agli inizi di ottobre si decide di attaccare subito, ma nel frattempo Austria-Ungheria e Germania sono scosse da problemi interni e iniziano a cedere su tutti i fronti. Il 23 ottobre parte l'offensiva, con condizioni climatiche pessime. Gli italiani avanzano in Veneto, e in Cadore. Il 29 ottobre l'Austria chiede l'armistizio e il 3 novembre i soldati italiani entrano a Trento mentre i bersaglieri sbarcano a Trieste, il giorno seguente con la firma degli austriaci la guerra dell'Italia giunge a termine.

Teatri meridionali

Ingresso dell'Impero Ottomano

L'Impero Ottomano si unisce agli Imperi Centrali nell'ottobre-novembre del 1914, minacciando i territori russi del Caucaso e le comunicazioni britanniche con l'Indiae l'Oriente tramite il Canale di Suez. L'azione britannica apre un altro fronte a sud con le campagne di Gallipoli (1915) e della Mesopotamia, nonostante i turchi avessero inizialmente successo nel respingere le incursioni nemiche. Ma in Mesopotamia, dopo il disastro dell'Assedio di Kut (1915-16), i britannici si riorganizzano e catturano Baghdad nel marzo 1917. Più a ovest, in Palestina, gli iniziali fallimenti britannici vennero ribaltati con la cattura di Gerusalemme nel dicembre 1917 e la Forza di spedizione egiziana guidata da Edmund Allenby che sconfisse le forze ottomane nella Battaglia di Megiddo (settembre 1918).

La caduta della Serbia

Dopo aver respinto tre invasioni austriache nell'agosto-dicembre 1914, la Serbia cedette all'invasione combinata di Germania, Austria e Bulgaria dell'ottobre 1915. Le ruppe serbe continuarono a resistere in Albania e Grecia, dove una forza Franco-Britannica era sbarcata per offrire assistenza e per spingere il governo greco in guerra contro gli Imperi Centrali.

Prime fasi: dal romanticismo alle trincee

Lovanio ( Belgio), 1915
La percezione della guerra nel
1914 era quasi romantica, e la sua dichiarazione venne accolta con grande entusiasmo da molte persone. La visione comune era che sarebbe stata una breve guerra di manovre, con poche azioni pungenti (per "impartire una lezione al nemico"") e sarebbe finita con un vittorioso ingresso nella capitale (ovviamente quella nemica), seguita da una o due parate celebrative a casa, per poter poi tornare alla vita normale. C'erano alcuni pessimisti (come Lord Kitchener) che predissero che la guerra sarebbe durata a lungo, ma "tutti sapevano" che la guerra sarebbe "finita per Natale....".

Arruolamento nell'esercito britannico durante la prima guerra mondiale

Inizia il trinceramento

Dopo l'iniziale successo nella Prima battaglia della Marna, le forze tedesche e dell'Intesa iniziarono una serie di snervanti manovre per cercare di costringere gli avversari alla ritirata, nella cosidetta Corsa verso il mare. Francia e Gran Bretagna si trovarono ben presto ad affrontare le posizioni tedesche trincerate, dalla Lorena fino alle coste belghe nelle Fiandre. Entrambi gli schieramenti presero posizione, i francesi e i britannici cercando di andare all'attacco, mentre i tedeschi cercavano di difendere il territorio da loro occupato. Una delle conseguenze fu che le trincee tedesche erano molto meglio costruite di quelle dei loro nemici: le trincee Anglo-Francesi erano pensate solo per essere "temporanee", prima che le loro forze spezzassero le difese tedesche. Nessuno dei due schieramenti si dimostrò in grado di assestare un colpo decisivo nei quattro anni seguenti, per quanto la protratta azione tedesca nella Battaglia di Verdun (1916) e il fallimento alleato della primavera successiva, portarono l'esercito francese sull'orlo del collasso, mentre le diserzioni di massa minavano la linea del fronte.
Nelle trincee

Circa 800.000 soldati dalla Gran Bretagna e dall'Impero Britannico si trovavano contemporaneamente sul fronte occidentale, 1.000 battaglioni, ognuno occupante un settore del fronte, dal Belgio fino all'Arne, che operavano su in sistema mensile a quattro stadi, a meno che non ci fosse un offensiva in corso. Il fronte conteneva quasi 10.000 chilometri di trincee. Ogni battaglione teneva il suo settore per quattro settimane prima di tornare nelle retrovie, quindi nella riserva e infine per una settimana in licenza, spesso nella zona di Poperinge o di Amiens.

Le Somme e Passchendaele

Sia la Battaglia della Somme (1916), che la Battaglia di Passchendaele (1917), sempre sul fronte occidentale, risultarono in enormi perdite di vite da entrambe le parti, ma in minimi progressi nella situazione della guerra. E' interessante notare che, quando i britannici attaccarono nel primo giorno della battaglia della Somme, e persero un enorme numero di uomini sotto le continue raffiche delle mitragliatrici tedesche, riuscirono comunque a guadagnare del terreno. Ciò fece si che il comando tedesco ordinò ai suoi soldati di riprendersi il terreno perso, con risultati molto simili dal punto di vista delle perdite.Quindi, invece di un combattimento sbilanciato, con i soli britannici all'attacco, che avrebbe causato enormi perdite solo dalla loro parte, il volume degli attacchi fu equamente distribuito, così come le perdite sofferte.

Gas nervini

Neanche un inizialmente devastante insieme di nuove armi riuscì a conquistare la necessaria vittoria: i gas nervini (utilizzati per la prima volta dai tedeschi contro i soldati russi, senza molto successo, nella Battaglia di Bolimow del 1 gennaio 1915; più spesso citati per il loro uso iniziale nell'attacco ai soldati canadesi ad Ypres il 22 aprile 1915); i lanciafiamme, introdotti dai tedeschi a Hooge il 30 luglio 1915; e i carri armati (utilizzati inizalmente dai britannici nella Somme il 15 settembre 1916); ognuna di queste produsse inizialmente panico tra i nemici, ma non riuscì a produrre un vantaggio sostanziale e duraturo.

Uso dei gas nervini nella prima guerra mondiale

Aeroplani e U-Boot


Caccia Nieuport, Aisne (Francia) 1917
L'aviazione militare ottenne rapidi progressi, dallo sviluppo delle (inizialmente primitive) mitragliatrici sincronizzate per poter sparare in avanti, introdotte dall'aviazione tedesca nell'autunno del 1915, allo sviluppo dei bombardieri usati contro
Londra (luglio 1917): ancor più drammatico, almento per i britannici, fu l'uso dei sottomarini tedeschi (U-Boot, dal tedesco Unterseeboote) contro i mercantili alleati in acque internazionali dal febbraio 1915. La decisione tedesca di togliere le restrizioni all'attività sottomarina (1 febbraio 1917) fu strumentale all'entrata in guerra degli Stati Uniti dalla parte degli alleati (6 aprile). L'affondamento del transatlantico Lusitania fu un successo controverso per gli U-Boot.

Il fronte orientale e la Russia

Mente sul fronte occidentale si era raggiunto lo stallo nelle trincee, la guerra continuò ad est.

Vittorie tedesche ad est

I piani di guerra iniziali dei russi prevedevano l'invasione simultanea della Galizia austriaca e della Prussia Orientale tedesca. Anche se l'iniziale avanzata in Galizia fu di ampio successo, i russi vennero respinti dalla Prussia Orientale, dalle vittorie dei generali tedeschi Hindenburg e Ludendorff a Tannenberg e ai Laghi Masuriani nell'agosto e settembre del 1914. L'organizzazione militare ed economica russe, meno sviluppate, si rivelarono presto insufficienti davanti alle forze combinate di Germania e Austria-Ungheria. Nella primavera del 1915 i russi vennero respinti in Galizia, e in maggio gli Imperi Centrali ottennero un importante sfondamento ai confini meridionali della Polonia, catturando Varsavia il 5 agosto e costringendo i russi a ritirarsi dalla Polonia.

Russia in subbuglio

L'insoddisfazione nei confronti della condotta di guerra del governo russo crebbe, nonostante i successi del giugno 1916, Offensiva Brusilov, nella Galiza Orientale, contro gli austriaci, quando i successi russi furono minati dalla riluttanza degli altri generali di impegnare le loro forze a supporto del comandante vittorioso. Le fortune alleate si ravvivarono solo temporaneamente con l'ingresso in guerra della Romania, il 27 agosto. Le forze tedesche arrivarono in aiuto delle unità austriache impegnate in Transilvania, e Bucarest cadde ai piedi degli Imperi Centrali il 6 dicembre. Nel frattempo, l'instabilità interna crebbe in Russia, e lo Zar rimase isolato al fronte, mentre il sempre più incompentente governo delll'Imperatrice provocò proteste da tutti i segmenti della vita politica russa, risultando nell'assassinio del favorito di Alessandra, Rasputin, da parte di nobili conservatori alla fine del 1916.

La Rivoluzione Russa

Nel marzo 1917, le dimostrazioni di San Pietroburgo culminarono nell'abdicazione dello Zar Nicola II e alla nomina di un debole Governo provvisorio centrista, che condivise il potere con i socialisti del Soviet di Pietrogrado. Questa divisione dei poteri portò alla confusione e al caos, sia al fronte che a casa, e l'esercito divenne sempre meno in grado di resistere efficacemente alla Germania. Nel frattempo, la guerra e il governo, divennero sempre più impopolari, e il malcontento venne usato strategicamente dal Partito Bolscevico, guidato da Vladimir Lenin, allo scopo di prendere il potere.

Il trionfo dei Bolscevichi, in novembre, fu seguito in dicembre da un armistizio e da negoziati con la Germania. All'inizio, i Bolscevichi rifiutarono i duri termini imposti dalla Germania, ma quando questa riprese la guerra e cominciò a marciare impunita attraverso l'Ucraina, il nuovo governo accettò il Trattato di Brest-Litovsk il 3 marzo 1918, che portò la Russia fuori dalla guerra dietro cessione agli Imperi Centrali di vasti territori comprendenti la Finlandia, le Province Baltiche, la Polonia e l'Ucraina.

Rovesciamento delle sorti

Il 1917 vide l'ingresso in guerra degli Stati Uniti. Mentre con la sconfitta russa sul fronte orientale, la Germania era libera di spostare truppe a ovest. Con i rinforzi tedeschi e le truppe americane che piombavano sul fronte occidentale, l'esito finale della guerra si sarebbe deciso su questo fronte.

Ingresso degli Stati Uniti

All'inizio del 1917 la Germania riprese la sua politica di guerra sottomarina indiscriminata. Questo, combinato con l'indignazione pubblica circa il Telegramma Zimmerman, porto alla finale rottura delle relazioni tra Stati Uniti e Imperi Centrali. Il presidente Woodrow Wilson richiese al congresso degli Stati Uniti di dichiarare guerra, il che avvenne il 6 aprile 1917. (Solo un membro del Congresso, Jeanette Rankin del Montana, votò contro).

L'esercito statunitense e la Guardia Nazionale erano stati mobilizzati nel 1916 per dare la caccia al bandito messicano Pancho Villa, il che aiutò la mobilitazione. La Marina statunitense, fu in grado di inviare un gruppo di navi da guerra a Scapa Flow per unirsi alla flotta britannica, e un gruppo di incrociatori a Queenstown, in Irlanda, per aiutare a scortare i convogli. Comunque, occorse del tempo prima che le forze statunitensi fossero in grado di contribuire significativamente sul fronte occidentale e su quello italiano.

Britannici e francesi insistettero sull'invio di fanteria statunitense per rinforzare le linee. Durante la guerra, le forze americane furono a corto di una propria artiglieria, aviazione e di unità del genio. Comunque il Generale John J. Pershing, comandante della forza di spedizione americana, resistette al disgregamento delle unità americane per utilizzarle come rinforzo di quelle francesi e britanniche, come suggerito dagli alleati.

Offensiva tedesca del 1918

L'entrata degli USA in guerra nell'anno precedente, aveva reso certo l'eventuale arrivo delle truppe americane, mentre in ritiro della Russia e la disfatta italiana di Caporetto aveva permesso il trasporto di truppe tedesche ad ovest. Quattro successive offensive tedesche seguirono quella del 27 maggio, portando a guadagni in direzione di Parigi, comparabili a quelli della prima avanzata.

Il 21 marzo 1918 la Germania lanciò una grossa offensiva, l'"Operazione Michael", contro le truppe britanniche e del Commonwealth. L'esercito tedesco aveva sviluppato una nuova tattica che prevedeva l'utilizzo di incursori addestrati ad infiltrarsi nelle trincee e catturarle.

Gli alleati reagirono incaricando il Maresciallo di campo francese Ferdinand Foch di coordinare le attività alleate in Francia, e in seguito nominandolo comandante supremo di tutte le forze alleate.

L'offensiva tedesca si mosse in avanti di 60 km e premette talmente le truppe della Forza di spedizione britannica (BEF), che il loro comandante, il Maresciallo di campo Sir Douglas Haig, emise un Ordine Generale l'11 aprile che dichiarava: "Con le spalle al muro, e credendo nella giustezza della nostra causa, ognuno di noi deve combattere fino alla fine". Comunque, per quel momento, l'offensiva tedesca si era fermata, a causa di problemi logistici. I contrattacchi dei canadesi e delle forze dell'ANZAC spinsero indietro i tedeschi.

Vittoria alleata

La Forza di spedizione americana, comandata dal Generale John J. Pershing, entrò in battaglia in numeri significativi nell'aprile 1918. Nella Battaglia di Bosco Belleau, dal 1 giugno al 30 giugno 1918, la seconda divisione, comprendente il Corpo dei Marines, aiutò ad annullare l'offensiva tedesca che minacciava Parigi.

Il 18 luglio 1918, alla Battaglia di Chateau-Thierry, le forze francesi e americane andarono all'offensiva.

L'esercito britannico, usando un grosso numero di carri armati, attaccò ad Amiens l'8 agosto causando tale sorpresa e confusione che il comandante in capo tedesco, Generale Ludendorff, disse che fu "il giorno più nero dell'esercito tedesco".

Il 12 settembre la Prima Armata Statunitense, che era stata recentemente costituita dalla Forza di spedizione americana, andò all'attacco del saliente di Saint-Mihiel, che la Germania occupava dal 1914. Questo saliente minacciava la linea ferroviaria Parigi-Nancy. Le forze americane erano carenti di supporto dell'artiglieria, che veniva fornito da francesi e britannici. Questa fu anche la prima occasione in cui vennero usati i carri armati americani, guidati dal tenente Colonnello George S. Patton. Quattro giorni dopo il saliente era stato ripulito.

Il 26 settembre le forze americane iniziavano l'Offensiva Mosa-Argonne, che continuò fino alla fine della guerra. Un posto di osservazione chiave dei tedeschi, sulla quota 305 a Montfaucon d'Argonne venne catturato il 27 settembre. Circa 18.000 americani caddero durante l'offensiva. Fu la prima condotta dagli Stati Uniti come esercito indipendente. Il Generale Pershing puntava al fiume Reno, che si aspettava di oltrepassare all'inizio del 1919.

Il 24 ottobre l'esercito italiano, con un limitato supporto americano, inizio l'offensiva di Vittorio Veneto contro l'Impero Austro-Ungarico, che durò fino al 4 novembre.

Fine della Guerra

La Bulgaria fu il primo tra gli Imperi Centrali a firmare l'armistizio (29 settembre 1918), seguito dalla Turchia (30 ottobre) La Germania richiese un cessate il fuoco il 3 ottobre 1918, seguita dall'Austria-Ungheria. I combattimenti terminarono con l'armistizio concordato l'11 novembre a Compiègne. Austria e Ungheria firmarono due armistizi separati a seguito del rovesciamento della monarchia asburgica.

Quando Guglielmo II ordinò alla Flotta d'alto mare tedesca una sortita contro le navi alleate, questa si ammutinò a Wilhelmshaven il 29 ottobre 1918. Il 9 novembre, venne proclamata la repubblica, segnando la fine dell'Impero Germanico del 1871. Il Kaiser volò il giorno seguente nei Paesi Bassi, che gli garantirono asilo politico. Si veda Repubblica di Weimar per i dettagli.

Vittime tra i soldati delle potenze alleate:

Vittime tra i soldati degli imperi centrali:

Vittime civili:

Caratteristiche distintive della guerra

La prima guerra mondiale fu differente dai precedenti conflitti militari: fu un incontro tra la tecnologia del XX secolo e le tattiche e le mentalità del XIX. In questa occasione, milioni di soldati combatterono su entrambi i fronti e le perdite furono enormi, principalmente a causa della maggiore efficenza degli armamenti (come artiglieria e mitragliatrici) che vennero usati in grande quantità contro le vecchie tattiche. Anche se la prima guerra mondiale portò allo sviluppo delle forze aeree, dei carri armati, e a nuove tattiche (come il fuoco di sbarramento e il fuoco incrociato), gran parte dell'azione prese parte nelle trincee, dove a migliaia morirono per ogni metro quadro guadagnato. La prima guerra mondiale vide anche l'uso della guerra chimica, e dei bombardamenti aerei, che erano stati entrambi messi fuori legge dalla Convenzione dell'Aia del 1907. Gli effetti della guerra chimica si rivelarono duraturi, sia sui corpi delle sue vittime (molte delle quali, essendo sopravvissute alla guerra, ne soffrirono per il resto della vita) che sulle menti dei comandanti della generazione successiva (seconda guerra mondiale) che, avendone visto gli effetti nella Grande Guerra, erano riluttanti ad utilizzarli, temendo che il nemico avrebbe reagito disponendo magari di armamenti migliori.

Armamenti

Armi Britanniche

Armi Tedesche

  • Kar98k
  • Luger

Armi Statunitensi

  • Fucile Springfield 1903
  • BAR
  • M1911

Armi Francesi

  • Chauchat
  • 75

Una guerra mortale

Molte delle battaglie più sanguinose della storia avvennero in questa guerra. Vedi Battaglia di Ypres, Saliente di Vimy, Battaglia della Marne, Battaglia di Cambrai, Battaglia della Somme, Battaglia di Verdun, Battaglia di Gallipoli.

Conseguenze

A causa della lunghezza dell'articolo si veda Conseguenze della prima guerra mondiale per gli eventi e le ripercussioni che seguirono l'armistizio:

Contenuti di Conseguenze della prima guerra mondiale
1 L'embargo della Germania
2 Il Trattato di Versailles
3 L'epidemia della Spagnola
4 Conseguenze geopolitiche ed economiche
4.1 Rivoluzioni
4.2 Italia
4.3 Germania
4.4 Francia
4.5 Impero Austro-Ungarico
4.6 Impero Britannico
4.7 Impero Ottomano
4.8 Russia
4.9 Stati Uniti
4.10 Economia mondiale
5 Trauma sociale
6 Resti delle munizioni
7 Memoriali e tombe

7.2 Tombe del milite ignoto


Ulteriori letture

  • Martin Gilbert, La grande storia della prima guerra mondiale, Milano: Mondadori, 2000, ISBN 8804484705

Vedi Anche


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