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Provincia di Piacenza

Provincia di Piacenza
Paese: Italia
Regione: Emilia-Romagna
Capoluogo: Piacenza
Superficie: 2.589 km2
Popolazione:
 - Totale
 - Densità

265.000
102 ab/km2
Comuni: 48  Piacenza (elenco)
Comuni principali: Castel San Giovanni, Fiorenzuola d'Arda
Sigla auto: PC
CAP: 29100, 29020
Prefisso telefonico 0523
Codice ISTAT: 033
Sito istituzionale: provincia.piacenza
Presidente: Gian Luigi Boiardi (dal 28-6-2004)

La provincia di Piacenza ha 265.000 abitanti, di cui 48% maschi e 52% femmine. Gli immigrati rappresentano il 4,2% della popolazione totale. Fa parte della regione Emilia-Romagna ed ha Piacenza come capoluogo.

Geografia

Natura

Storia

Piacenza antica Anche se alcuni documenti attestano l'esistenza della città di Piacenza già in epoche preistoriche, la sua fondazione è datata 218 a.C., anno in cui i Romani crearono (su preesistente insediamento celtico), sulla riva destra del Po, una delle più antiche colonie romane dell'Italia settentrionale, Placentia, avamposto militare contro le invasioni dei Galli. Grazie alle grandi opere (disboscamento, bonifica del territorio, costruzione della Via Emilia, arteria principale della Pianura Padana) realizzate dai coloni romani che vi si stabiliscono, Piacenza diviene in breve tempo una città sempre più importante, centro del sistema viario romano, tanto che lo stesso Giulio Cesare fissa qui, per un breve periodo, il suo quartier generale.

Piacenza medievale Devastata durante le invasioni barbariche, la città subisce le dominazioni bizantina e gotica, per divenire dapprima capoluogo di un ducato longobardo e, in conseguenza all'avvento dirompente del Cristianesimo, dominio dei vescovi. L'anno mille rappresenta anche per Piacenza un momento di sviluppo demografico, sociale ed economico, in cui la città, grazie alla sua posizione strategica, assume un ruolo di primo piano per il traffico di merci e di uomini. Diventata nel 1126 un libero comune, conosce in questi anni il suo massimo splendore, che culmina nell'adesione alla Lega Lombarda e nella sconfitta del Barbarossa, sancita dalla Pace di Costanza del 1183.

Piacenza nel periodo delle Signorie Con la crisi delle istituzioni comunali, Piacenza diventa il terreno di scontro delle più facoltose famiglie della città, che si fronteggiano per assumerne la guida. In questo travagliato periodo si susseguono al potere numerose dinastie, gli Scotti, i Pallavicino, gli Scoto, i Visconti e gli Sforza.

I Farnese a Piacenza Dopo numerosi anni di scontri e diatribe fra stato e chiesa, la città diviene, insieme a Parma, territorio della chiesa. Con il nuovo nome di Ducato di Parma e Piacenza, viene assegnata ai Farnese, che ne restano regnanti per quasi due secoli.

I Borbone a Piacenza e la sconfitta di Napoleone All'estinzione della nobile casata dei Farnese, segue un periodo burrascoso ed incerto in cui, in diciotto anni, si susseguono sei governi, periodo che si conclude solamente quando il trono passa nelle mani dei Borbone di Spagna. Dopo cinquant'anni di relativa tranquillità, la città viene conquistata dalle armate di Napoleone. In tale periodo vengono avviate importanti riforme e l'intera provincia viene annessa all'impero napoleonico integralmente. La dominazione francese dura solo quattordici anni, fino alla sconfitta del Bonaparte ed al Congresso di Vienna del 1814, che sancisce un nuovo assetto politico e territoriale europeo.

Maria Luigia d'Austria In questa nuova Europa, il ducato di Parma e Piacenza viene assegnato a Maria Luigia d'Austria. Sovrana molto amata dai suoi suddidi, Maria Luigia riesce a valorizzare Piacenza dal punto di vista culturale ed artistico, come nessun'altro aveva fatto. Alla sua morte Piacenza chiede ed ottiene, prima fra tutte le città, l'annessione al Piemonte, guadagnandosi per questo il titolo di "Primogenita".

L'affrancamento dall'Austria Dopo la sconfitta di Custoza, la città cade nuovamente sotto la dominazione austriaca che, caratterizzata da una forte repressione nei confronti dei patrioti, crea profondi malcontenti fra la popolazione e sfocia nella seconda guerra di indipendenza. Questo scontro significherà per Piacenza l'affrancamento dall'Austria e l'annessione al regno sardo, poi regno d'Italia.

La nascita industriale Negli anni immediatamente successivi, la città rimane esclusa dal processo di sviluppo economico che coinvolge molti centri italiani e solo verso la fine del XIX secolo cominciano a nascere anche qui le prime sporadiche realtà industriali, e si fa presto strada un nuovo soggetto sociale, il ceto operaio; da questo momento, Piacenza diventa parte attiva del processo di sviluppo economico che sta travolgendo l'intero Paese e anche qui inizia a godere di un nuovo benessere, mai conosciuto prima.

La Grande Guerra Se la prima guerra mondiale porta a Piacenza, sede di un importante stabilimento bellico, ricchezza e lavoro, il prezzo che la provincia deve pagare per questa nuova prosperità è rappresentato dal sacrificio dei numerosi soldati caduti in battaglia.

Il Fascismo a Piacenza Gli anni successivi, caratterizzati dal regime fascista, non portano alla città significativi cambiamenti nel sistema economico, ma fra la popolazione cresce il malcontento per la difficile situazione sociale, fortissima è la presenza di brigate partigiane. Il governo fascista viene sconfitto il 28 aprile 1945, giorno in cui l'arrivo delle truppe alleate pone fine alle barbarie e ai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Il Dopoguerra L'eccezionale ripresa economica che Piacenza conosce negli anni Cinquanta, porta la città a godere di uno sviluppo industriale senza precedenti nel campo dell'agricoltura e dei trasporti, di un significativo aumento demografico e del boom urbanistico che ne consegue.

Cultura, tradizioni

Economia, trasporti

Attività produttive principali (aree di eccellenza): La struttura dell’economia è prevalentemente industriale con piccole e medie imprese, soprattutto manifatturiere. Seguono il settore commerciale, la produzione di servizi alle imprese e il settore delle costruzioni. Punti di eccellenza sono presenti nella robotica e nell’automazione industriale. Rilevanti per qualità e quantità sono il settore agricolo e le attività di trasformazione ad esso collegate.

Vedi anche:


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