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Qabbalah

Nella religione dell'ebraismo, Qabbaláh (ebr. קבלה) è l'atto di ricevere, la tradizione.

Fa parte della tradizione esoterica della mistica ebraica, in particolare il pensiero mistico sviluppatosi in Europa a partire dal VII-VIII secolo EV.

Table of contents
1 Il pensiero cabalistico
2 Sefirah
3 I nomi delle sefirot
4 L'albero della vita
5 Le XXII vie
6 I 4 mondi
7 Corrispondenze
8 Emanazioni
9 La qabbalah dei nomi
10 L'alchimia cabalistica
11 Vedi anche:

Il pensiero cabalistico

Base del pensiero cabalistico è la Bibbia ebraica o Tanakh (acronimo per "Torah, Profeti, Scritti"). La secolare esegesi del Tanákh, già contenuta nella halakháh (esposizione sotto forma narrativa), nella haggadáh (presentazione della casistica giuridica), nei due Talmudím, il babilonese e il gerosolimitano, e nei molti midrashím, aveva ormai da secoli posto l'interpretazione del testo sacro al centro della vita dell'Israelita.

Sefirah

Il fulcro dell'elaborazione delle dottrine mistiche riguardanti l'aspetto segreto del creato è un'opera composta verosimilmente in Éretz Yisraél nel VI o VII secolo, il Séfer yetziráh (Libro della formazione). Nel Sefer yetzirah, che tratta delle forze segrete del cosmo, si trova la prima menzione di un termine che diventerà centrale nella successiva speculazione: la nozione di sefiráh.

Letteralmente sefirah (plur. sefirót) significa "calcolo, numerazione". Nel Sefer yetzirah il termine acquista un significato più ampio: le sefirot sono manifestazioni allusive dell'energia divina. Gli autori cabalistici amano paragonare le sefirot a zaffiri. Partendo da un assonanza dei due termini.

Tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII, fa la sua comparsa una vasta letteratura mistica già ben organizzata sulla dottrina delle sefirot; queste si possono definire i gradi per mezzo dei quali Dio agisce nel creato. Praticamente tutti i mistici affermano che esse sono in numero di dieci.

I nomi delle sefirot

Le sefirot hanno anche dei nomi propri: Kéter (corona), la più alta e più vicina a Dio; Bináh (scienza) e Khokhmáh (saggezza) a un livello inferiore; Gevuráh (forza) e Khésed (misericordia) al terzo livello; Tiféret (bellezza) al quarto; Hod (gloria) e Nétzah (eternità) al quinto; Yesód (fondamento) al sesto; Malkút (regno), la più prossima all'uomo. Questi sono i nomi più frequentemente usati. A volte Gevurah viene chiamata Din (giudizio), Khesed può essere chiamata Gedulláh (grandezza), Gedullah Pakhád (terrore), Tiferet Rakhamím (misericordia).
Le sefirot vengono rappresentate secondo uno schema detto "Albero della Vita".

L'albero della vita

Al centro si trova la colonna dell'equilibrio che da Keter, attraverso Tiferet e Yesod, raggiunge Malkut. A sinista e destra di Keter si dipartono altre due colonne: quella della Grazia, attraverso Chokhmah, Chesed e Netzah,; Quella della severitá risalendo attraverso Hod, Gevurah e Binah.

         
L'Albero della Vita
Keter
Binah Khokhmah
Gevurah Khesed
Tiferet
Hod Netzah
Yesod
Malkuth

Le XXII vie

Le 10 Sephiroth sono collegate fra di loro da 22 sentieri, associati alle lettere dell'alfabeto ebraico. In vari autori sono presentate varie maniere di associazione. La piú diffusa fa partire la aleph da Kether in direzione di Chockmah e si conclude con la [Tau] che sta fra Yesod e Malkuth. I 22 sentieri e le dieci Sephiroth insieme formano le 32 vie di cui parla il Séfer yetziráh.

I 4 mondi

All'inizio del XIV secolo si cominciarono a distinguere quattro mondi nel creato: la Atzilút (emanazione), la Beriáh (creazione), la Yetziráh (formazione) e la Asiyáh (realizzazione). Con questi nomi si indica il variare del tipo di influsso delle sefirot. Il mondo dell'Atzilut, che è più vicino a Dio, è retto da forze solo immateriali. La componente materiale aumenta man mano che ci si allontana dall'Emanatore.

Corrispondenze

Anche se non visibili agli occhi le sefirot sono percepite dal mistico che si eleva dalle inferiori alle superne attraverso la contemplazione e lo studio delle corrispondenze cosmiche: p.es. ad Abramo può essere associata Gedullah, a Isacco Gevurah, a Giacobbe Tiferet. Tutte le componenti del cosmo hanno le loro corrispondenze: Tiferet è il sole, Yesod la luna, Malkut la terra, e così via.

Anche i XXII sentieri vengono associati alle lettere dell'alfabeto ebraico, ai tarocchi, a segni zodiacali, pianeti e elementi, etc. l'esistenza di queste associazioni risale alla gnosi e a una visione magica dell'universo in cui ogni parte é collegata a un altra. Questo insieme di relazioni complesse ricorda moderne teorie scientifiche come quella del caos.

Ciò che non è conoscibile è quello che sta oltre la sefirah più alta, cioè l'Altissimo che, essendo incommensurabile, non può venir percepito dall'uomo.

Emanazioni

Si pone il problema di come possa un ente infinito, quello che per primo Isacco il Cieco chiamò l' En Sof (non-fine), emanare aspetti di sè in un mondo finito.

Secondo Mosè Cordovano Dio si "contasse" per poter emanare la sua energia nel mondo finito e " mostrare la Sua gloria alle genti". La contrazione di Dio (tzimtzúm) è al centro della speculazione di Isacco Luria.

In conseguenza dell'emanazione, secondo Luria, si crearono dei vasi per contenere l'energia divina. I vasi superni, i più forti, resistettero bene alla pressione della luce, ma gli inferiori si ruppero e dispersero l'energia. I frammenti dei vasi rotti contengono ancora particelle di luce: queste sono le qelippót (scorze), le forze del male.

La qabbalah dei nomi

La parola ebraica tzeraf indica sia la trasmutazione alchemica sia l'interscambio delle lettere dell'alfabeto. Gli esegeti ebrei erano abituati a permutare le lettere del Tanakh per scoprire significati reconditi e più veri.

La permutazione numerica è detta gimatréyah o gematria. Ogni lettera dell'alfabeto ebraico indica un numero; dunque ciascuna parola della Bibbia ha un proprio valore numerico, somma dei valori numerici delle lettere che la compongono. Una parola si può sostituire con un'altra dello stesso valore numerico.

L'arte del notariqón permette di scoprire parole nascoste dentro altre parole (le lettere di una parola sono le iniziali di altre parole). L' atbásh consiste nello scambio alfabetico, ad esempio la prima lettera dell'alfabeto con l'ultima, la seconda con la penultima, etc.

L'alchimia cabalistica

Già nel duecentesco Séfer ha-Zóhar si trovano spunti alchemici legati al simbolismo delle sefirot e della trasmutazione dei metalli. I sette tipi di oro menzionati nella tradizione diventano una metafora delle sette sefirot inferiori, mentre Binah è chiamata "l'oro superno".

L'anonimo trattato di alchimia Esh metzaréf (Il fuoco del fonditore) ebbe notevole diffusione, tanto che non ci è giunto nell'originale ebraico ma in traduzioni latine.


Vedi anche:

  • Elazaro Qalonymus di Worms (XII secolo) e la scuola ashkenazita.
  • Avicebron.
  • Secondo Isacco il Cieco di Nîmes non solo la discesa dell'energia divina è descritta come una serie di fasi di contemplazione successive, ma è la contemplazione stessa a plasmare le cose del mondo.
  • Nachmanide (Mosè ben Nachman)
  • Abramo Abulafia
  • Isaac ben Solomon Luria
  • Yohanan Alemanno
  • Cabala cristiana, Giovanni Pico della Mirandola
  • Shabbetay Tzevi
  • Mosè Luzzatto
  • Ba'al Shem Tov
  • Hasidismo
  • Gerschom Scholem
  • McGregor Mathers
  • Djon Fortune
  • Israel Regardie


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