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Rivoluzione industriale e Inghilterra Vittoriana

Questo č un articolo della
serie Storia dell'Inghilterra
Antica Britannia
Britannia Romana
Conquista Anglo-Sassone
Inghilterra Medioevale
Inghilterra Rinascimentale
Rivoluzione inglese e monarchia costituzionale
Rivoluzione industriale e Inghilterra Vittoriana
Il Regno Unito nel XX secolo

Table of contents
1 L'ascesa della regina Vittoria
2 Da Peel a Palmerston
3 Le riforme di Galdstone
4 Disraeli
5 Gladstone
6 Salinsbury

L'ascesa della regina Vittoria

La regina Vittoria salì al trono a soli 18 anni, nel 1837. Nei primi anni del suo regno il suo mentore fu Melbourne, il primo ministro whig, e anche le amicizie personali della sovrana erano nel partito liberale. Nel 1840 Vittoria sposò Alberto, principe di Sassonia-Coburgo-Gotha, suo cugino. Anche se il matrimonio ebbe motivazioni politiche, fu un'unione felice, da cui nacquero nove figli: la primogenita fu Vittoria Adelaide Maria Luisa, piů tardi imperatrice di Germania, mentre il primo maschio fu Alberto Edoardo, che salì al trono con il nome di Edoardo VII. Le posizioni conservatrici del principe Alberto influenzarono le idee politiche della regina; dopo il 1841, quando il governo Melbourne cadde, Vittoria divenne una sostenitrice ed alleata del Partito conservatore. Negli ultimi vent'anni di regno, la popolaritĂ  di Vittoria presso tutte le classi sociali raggiunse i massimi livelli. Considerata un esempio di onestĂ , moralitĂ , patriottismo e dedizione alla famiglia, Vittoria fu il simbolo vivente della soliditĂ  dell'impero britannico. Il suo regno, durato sessantatrĂ© anni, fu il piů lungo nella storia dell'Inghilterra: durante quel periodo l'Inghilterra conobbe un periodo di prosperitĂ  senza precedenti,di cui trasse beneficio la classe media. Morì infatti nel 1901.

Da Peel a Palmerston

La situazione economica che Vittoria eredita alla sua ascesa non č semplice e negli ultimi anni i liberali non erano stati incapaci di rimediare ai problemi economici nati da un deficit crescente, dal ristagno dei traffici, e da alcune pesanti carestie: se si considera il forte incremento demografico, si comprende che la situazione in Inghilterra era molto grave. Dopo i primi dissensi, la regina ammirò e sostenne fermamente la politica liberista di Peel. In politica economica, egli cercò di aumentare i traffici commerciali abolendo definitivamente i dazi interni, e recuperando le mancate entrate introducendo un’imposta sul reddito, che era giĂ  stata applicata in tempo di guerra. Molto lunga e complessa fu la questione delle Leggi del Grano: introdotte nel 1815, grazie all’influenza dei proprietari terrieri, erano sostenute dai protezionisti che capeggiavano Peel, ma fortemente osteggiate dalla Lega contro le Leggi del Grano,che esprimeva le esigenze della maggior parte degli inglesi. Lo stesso primo ministro si convinse della necessitĂ  del liberismo nel commercio dei cereali, anche per l’imminente carestie in Irlanda, che non poteva essere colmata dal raccolto inglese e sicuro dell’appoggio del popolo. Tuttavia dimenticò su quale classe sociale si basasse il suo potere. Nel giugno 1846 abolì di fatto questa legge, ma ciò spezzò il partito conservatore, i cui membri trovarono nei discorsi di un giovane di origine ebree, Benjamin Disraeli, una nuova guida che rispondeva ai loro interessi e che aveva intenzione di tutelare le grandi famiglie agricole. Lo stesso giorno in cui l’abolizione della legge passava alla camera dei Lord, il 25 giugno, ai Comuni Peel veniva sconfitto da una coalizioni di Wighs a Tories. Il partito conservatore non tornò al potere che vent’anni piů tardi. Peel morì per una caduta da cavallo nel 1850. Tra il 1846 e il 1886 il potere fu ricoperto quasi ininterrottamente da governi liberali. Il primo ministro a salire al potere fu Lord John Russell, fino al ’52, seguito,dopo una breve parentesi del Conte di Derby, dal Governo di Aberdeen, che fu coinvolto nella guerra in Crimea contro la sua volontĂ : difatti il suo pacifismo gli fece perdere la usa posizione a vantaggio di Parlmerston. Lord Palmerston non fu mai escluso in veritĂ  dal governo dal 1808 al 1865, soprattutto come ministro degli esteri. Egli era difficilmente inquadrabile in un partito e non aderiva ad alcuna dottrina, anche se era entrato in politica come tory, e manteneva un comportamento da aristocratico whigs: la sua politica si basava sulla fiducia che riponeva nel popolo britannico, che lo appoggiava per la sua franchezza. Era invece inviso quasi a tutti i politici, per i suoi metodi avventati, poco diplomatici e indipendenti che usava abitualmente: egli tendeva a difendere qualsiasi suddito della corona, dovunque esso si trovasse e qualsiasi cosa avesse fatto. Anche i suoi rapporti con la corte non furono semplici: egli dichiarava apertamente il suo antagonismo nei confronti del dispotismo austriaco, russo e pontificio, in contrasto con le idee della Regina, ed in particolare del suo consorte, che consideravano il potere austriaco assolutamente legittimo. Forte assertore della guerra in Crimea, fu costretto a firmare il trattato di Parigi nel 1856. due anni piů tardi dovette affrontare l’Ammutinamento indiano: molte truppe indiani si ribellarono alla potenza inglese e compirono rappresaglie sui colonizzatori e le loro famiglie. La situazione per Palmerston volse al peggio a causa di una guerra in Cina, causata da un banale incidente diplomatico: l’inutilitĂ  del conflitto fece infuriare i suoi nemici, che infatti vinsero le elezioni. Tuttavia Disraeli non riuscì a trovare la maggioranza assoluta, e dal 59 al 65 il potere fu nelle mani del “triumvirato”, capitanato da Palmerstone, Russell e Gladstone. La mediazione di questi ultimi due statisti evitò che il bellicoso Primo ministro attaccasse la Francia, a causa dell’odio che montava per l’atteggiamento francese nei confronti dell’Italia, fortemente sostenuta dal triumvirato. Nello stesso periodo l’Inghilterra evitò di essere coinvolta nella Guerra Civile Americana (1861 – 1865): questo fatto avrebbe potuto essere disastroso, anche perchĂ© le classi piů agiate e piů in vista parteggiavano per i Sudisti, (pur avendo piů chiara la situazione italiana, che la politica americana) nonostante il fatto che cercassero di evitare l’argomento dello schiavismo, che in veritĂ  non difendevano. Palmerston muore nel 1865; viene sostituito alla carica di Primo Ministro da Russell e, dopo un paio d’anni, dal duca di Derby.

Le riforme di Galdstone

Nel 1832 una contestata riforma elettorale aveva ampiamente cambiato il Parlamento, dividendo il potere tra i proprietari terrieri e il ceto medio, dando il diritto di voto ai fittavoli e alla media borghesia, ma lasciando esclusa la borghesia minore e gli operai. Nel 1866, dunque durante il governo di Russell, Gladstone promosse una nuova riforma, che allargava, ma solo leggermente, il limite di reddito degli aventi diritto al voto. La proposta era molto moderata, considerando che egli stesso aveva pubblicamente dichiarato la sua convinzione che questo diritto andasse esteso anche alla classe operaia, ma era comunque da molti considerata molto ardita. In particolare Robert Lowe si pose al comando dell’opposizione, sostenendo che gli operai non avessero le qualitĂ  morali ed intellettuali per votare. Ovviamente, ciò scatenò le ire della classe operaia. Il progetto non passò alla camera, e il governo di Russell si dimise. Lord Derby, che gli succedette, era un conservatore e si trovava in minoranza alla camera. Nell’autunno del 1866 la protesta divampò nel Regno Unito, e pur mantenendosi sempre pacifica, si allargò tra le classi piů agiate la paura per un’insurrezione del popolo. Disraeli, vero pensatore del governo, comprese la situazione e avanzò un altro progetto di riforma, che allargava il diritto di voto a tutti gli uomini legalmente domiciliati nei “borghi”. PoichĂ© il partito conservatore era molto disciplinato e poco incline allo scontro con i propri capi, il progetto passò. La classe sociale che ne fu esclusa fu quella dei lavoranti agricoli, che a differenza dei fittavoli decisamente benestanti, era molto svantaggiata. La prima elezione con il nuovo sistema fu nel dicembre 1868. Essa non portò al potere nuove figure emergenti dai ranghi operai, in quanto in questo periodo era scomparso l’antagonismo di classe: essi chiedevano riforme, ma in sostanza avevano una condizione di vita che li lasciava soddisfatti, essendo nettamente migliorata rispetto a quella dei loro padri. Così il nuovo governo fu guidato da Gladstone, che fuse in esso i liberali con i [[radicali], contrapposto da un fiero e valido oppositore come Disraeli. Due anni piů tardi ci fu la sua prima importante riforma, la Legge sull’Educazione. Fino ad allora la maggior parte delle scuole di base era gestita da scuole di origine volontaria, per lo piů anglicane, che ricevevano un piccolo sussidio statale. La situazione in Inghilterra era piuttosto seria, e decisamente arretrata anche per l’epoca: solo la metĂ  dei bambini avevano una qualche istruzione, solitamente di qualitĂ  decisamente mediocre. La motivazione che giustificava un tale ritardo era l’accesa controversia che si accendeva ad ogni proposta di riforma, cioč il problema religioso. Coloro che appoggiavano Gladstone desideravano un sistema scolastico statale e laico, che estromettesse la Chiesa anglicana. I conservatori ovviamente si opponevano fieramente. Ora però diventava assolutamente prioritario rendere l’educazione elementare di massa, a seguito del suffragio maschile. Il progetto di questa riforma fu opera di W. E. Forster, membro della chiesa anglicana: in sostanza aumentava il sussidio alle scuole confessionali, garantendone la sopravvivenza, ma creava istituti pubblici la dove ora non ne erano presenti, pagati grazie alle tasse locali. In Commissione venne aggiunto un emendamento che vietava l’insegnamento strettamente confessionale anche nelle scuole anglicane. Il progetto costò caro a Gladston, ma funzionò: tra il ’70 e il ’90 la frequentazione scolastica crebbe da un milione e un quarto a quattro milioni e mezzo di fanciulli. Nell’80 l’obbligatorietĂ  fu resa generale e nel ’91 la scuola elementare diventò gratuita. Nel contempo migliorò anche l’istruzione superiore che nel secolo precedente si trovava in una situazione di grande prestigio, ma di notevole degrado, in quanto anche UniversitĂ  come Oxford e Cambridge erano pressochĂ© inutili per la preparazioni degli studenti. Il processo di riforma in questo caso fu piů travagliato, poichĂ© le UniversitĂ  cercarono di difendere la loro tradizione indipendenza; nel ’71 furono approvate le Leggi di Prova, che aprirono l’accesso a tutti gli uomini di ogni confessione religiosa, eliminando le “prove” religiose imposte precedentemente dalla chiesa Anglicana. Anche le donne cominciarono ad accedere all’educazione superiore, anche se non venivano riconosciute come membri delle UniversitĂ  a tutti gli effetti. Gladstone si occupò di un altro grande problema dell’epoca pre-vittoriana: il clientelismo. Gli impieghi pubblici erano quasi tutti appannaggio dei clienti di membri del Parlamento o di altri personaggi di una certa influenza. Ciò causò la lentezza e l’incompetenza che divenne all’epoca proverbiale. Finalmente nel 1870 fu abolito l’ingresso di favore e introdotto in quasi tutti gli uffici il metodo del libero concorso, su cui si basa un sistema meritocratico, l’unico veramente utile. Altra riforma di questo stampo fu applicata all’esercito: all’ora il modo migliore, nonchĂ© l’unico, per far carriera era quello di comprare a caro prezzo un titolo dal proprio superiore: il risultato era che i piů poveri non avevano modo di salire la scala gerarchica, anche se meritevoli. Il cambiamento fu fortemente osteggiato dal Duca di Cambridge, comandante in capo dell’esercito, e dai soldati stessi. La legge di riforma fu così combattuta che passò solo per Ordine reale dalla camera dei Lord. Nel 1871 ci fu un’altra importante riforma sociale, la legge sulle Unioni di lavoro. Questi sindacati non avevano al tempo una vera e propria formazione unitaria e una sentenza del ’66 le aveva rese sostanzialmente illegali. La nuova legge le proteggeva dal punto di vista legale, ma attaccava il singolo lavoratore come individuo, rendendo impossibile manifestare. Quest’ultimo emendamento fu abolito nel 1875 dal successivo governo di Disraeli.

Disraeli

La sconfitta di Gladstone alle elezione del 1874 fu causata dalla sua politica poco elettorale, per la legge contro le unioni dei lavoratori, alcune norme verso la chiesa. Ma forse č piů corretto dire che egli aveva giĂ  compiuto le riforme nel sue programma, e aveva giĂ  esaurito la sua spinta al rinnovamento. Queste elezioni furono le prima a scrutinio segreto, non piů a votazione pubblica. Disraeli aveva promesso un periodo di riposo e calma dopo anni così turbolenti, e di mantenere una promessa, quella della riforma sociale. Il suo ministro agli interni Richard Cross si impegnò attivamente per migliorare la legislazione a riguardo delle condizioni lavorative ed igieniche degli operai: nel ’75 passò la Legge sulla SanitĂ  pubblica, mentre la Legge sulle abitazioni Artigiane permise il controllo delle condizioni di lavoro nei quartieri piů umili. Altre leggi furono volte ad incitare le amministrazioni municipali ad intervenire in numerosi aspetti della vita pubblica e privata. Durante il suo governo egli si occupò piů di politica estera che di politica interna. Nel 1875 nominò la regina Vittoria imperatrice d’India, e nel ’78 comprò a nome dell’Inghilterra moltissime azioni del canale di Suez per avere sotto controllo il principale passaggio per le Colonie. Nel ’78, sebbene in ritardo, intervenne in un attacco russo contro la Turchia, che portò al trattato di Berlino, che evitò una guerra europea per l’annosa questione balcanica. Nonostante questa “pace con onore” avesse contribuito alla sua popolaritĂ , questa scese a causa della depressione dell’agricoltura e per i lunghi dissidi contro zulů e afgani in cui si era invischiato. Questo causò la sua inattesa sconfitta alle elezione del 1880, che riportarono al governo una vecchia conoscenza, Lord Gladstone. Un anno piů tardi morì Disraeli, ritiratosi a vita privata.

Gladstone

Il secondo ministero di Gladstone fu decisamente meno fortunato del primo. Nel 1868 era stato eletto per attuare un ben preciso sistema di riforme, che difatti attuò. Nel 1880 invece salì al potere senza un vero e proprio programma elettorale, in quanto era stato necessario solo far risaltare i problemi della politica estera del predecessore. Il suo stesso partito era tenuto assieme solo dalla sua presenza, per il forte contrasto tra il “conservatorismo” di vecchia data, e figure emergenti come Chamberlain, il quale aveva idee quasi socialiste. Il capo dell’opposizione in
Parlamento era Northcote, privo di un forte spirito battagliero incarnato nel “quarto partito”. Questo era costituito da quattro personaggi quasi indipendenti, tra i quali spiccava Randolph Churhill, padre dell’ancora piů famoso Winston. Essi erano dei conservatori democratici, e avversi a Gladston per idee e carattere. La piů grande opera di questo governo consistette nell’approvazione della Terza Legge Elettorale nel 1884. Questa estese il diritto di voto anche a coloro che non erano domiciliati nei “borghi”, ma risiedevano nelle contee. Tra questi vi erano i lavoratori di alcune industrie, come i minatori e alla popolazione rurale. Per la prima volta essi assunsero un determinato potere politico: si erano dimostrati in effetti incapaci di organizzare sindacati uniti, e così la propaganda in loro favore fu effettuata dagli organismi industriali. Il diritto di voto portò altri vantaggi, in quanto anche i proprietari terrieri cominciarono a tenerli in maggior considerazione e a migliorare il loro trattamento. La necessitĂ  di migliorare le loro condizioni di vita era anche determinata dal tentativo di evitare l’accrescersi dell’emigrazione delle campagne: l’industria era ormai il motore economico dell’Inghilterra, e l’agricoltura era in crisi per l’assenza di protezionismo, ma era necessario continuare a coltivare i campi. La legge passò facilmente ai Comuni, ma incontrò notevoli ostacoli alla camera dei Lord, i quali pretesero un nuovo schema di re - distribuzione dei seggi. La situazione, che avrebbe potuto aggravarsi, fu risolta dall’abilitĂ  diplomatica di Gladstone nel trattare con l’opposizione. Nel giugno del 1885 Gladstone, dopo una votazione contraria si dimise, a seguito dei fatti di Kartum. Il potere fino alle elezioni dell’inverno seguente fu preso da Lord Salisbury. Le elezioni in effetti furono favorevoli a Gladstone, ma non furono decisive: il “terzo partito”, l’Home Rule, era decisivo: questo era rappresentato da dissidenti irlandesi che chiedevano la ridistribuzione delle terre. Inizialmente si alleò con i conservatori, i quali rifiutarono di sostenere i loro progetti. Allora fecero cadere il ministero, dando il loro appoggio a Gladstone. Egli tuttavia non riuscì nell’impresa di mantenere il partito unito e contemporaneamente accettare le posizioni irlandesi. Caduto il governo su una riforma dell’Home Rule, alle elezioni del luglio 1886 Gladstone perse e si diede inizio a quasi vent’anni di governo conservatore.

Salinsbury

Il primo ministero di salinsbury fu contrassegnato dall’accresciuto potere delle Unioni di Lavoratori: dopo la loro legalizzazione esse non avevano sviluppato un loro progetto politico unitario, non avevano piena autonomia e mancava un vero e proprio partito dei lavoratori. Inoltre nella seconda metĂ  degli anni ottanta si venne a formare il cosiddetto “nuovo unionismo”, che aveva come principale scopo quello di assistere i lavoratori piů umili. Una delle prime schermaglie fu lo sciopero delle ragazze impiegate delle fabbriche di fiammiferi di
Londra. Successivamente si ribellarono i lavoratori del porto, mettendosi in sciopero per ottenere un aumento di stipendio. Il successo di queste iniziative fu determinato dal fatto che l’opinione pubblica era sostanzialmente a loro favore: si vennero a formare nuovi Sindacati per la manodopera non qualificata. Salinsbury fu nuovamente rieletto nel 1886; durante questo suo nuovo ministero fece passare, nel 88 la Legge sui consigli delle Contee, che istituì l’amministrazione locale elettiva, i Consigli delle Contee, e aumentò il numero di “borghi”. Alle elezione del 1892, la maggioranza ottenuta dai liberali a dagli irlandesi dell’Home Rule fu troppo piccola, e Gladstone si trovò a formare il suo quarto governo. Questo fu però presto abbattuto per il rifiuto della Camera dei Lord di far passare un’altra riforma irlandese. Nel 1893 Gladstone, dopo una lunga ed onorata carriera, si ritirò a vita privata. Nel 1895 i liberali subirono una disastrosa sconfitta, che divise il partito e privò il governo di Salinsbury di una seria opposizione. Accanto al primo ministro, la figura di maggior spicco era il ministro delle Colonie, Chamberlein, accanito fautore dell’imperialismo, che si contrapponeva a Salinsbury che credeva nella pace. Quest’ultimo si dimise nel 1902, alla vigilia della sua morte, che seguì di poco quella della regina Vittoria, che avvenne il 27 gennaio 1901.

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