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Tito (Storia moderna)

Josip Broz, piů conosciuto con il soprannome di Tito (7 maggio 1892 - 4 maggio 1980) č stato il leader della Jugoslavia dalla fine della seconda guerra mondiale fino alla sua morte. Nacque a Kumrovce, nel nord-ovest della Croazia, una zona detta anche Zagorje che all'epoca faceva parte dell'impero Austro-Ungarico. Era il settimo dei quindici figli di Franjo e Marija Broz. Suo padre era croato, mentre la madre era slovena.

Dopo aver trascorso alcuni anni della sua infanzia col nonno materno a Podsreda (Slovenia), frequentò a Kumrovce la scuola elementare che terminò nel 1905. Nel 1907 abbandonò il paese natale per trasferirsi a Sisak, dove iniziò a lavorare come apprendista fabbro. E' qui che si confrontò con le idee e le istanze del movimento dei lavoratori e per la prima volta, nel 1910, prese parte alla celebrazione del primo maggio (festa del lavoro).

Nel 1910 entrò a far parte del Sindacato dei lavoratori metallurgici e del Partito Social-Democratico della Croazia e della Slavonia. Tra il 1911 e il 1913 lavorò brevemente in molte città dell'impero Austro-Ungarico. Nell'autunno del 1913 partì per il militare e nel maggio del 1914 conquistò la medaglia d'argento nel torneo di scherma dell'esercito austro-ungarico, a Budapest.

Allo scoppio della prima guerra mondiale Tito fu inviato a Ruma ma, a causa dell'intrapresa propaganda contro la guerra, fu arrestato e imprigionato nella fortezza di Petrovaradin. Nel 1915 venne trasferito in Galizia per lottare contro il fronte russo. A Bukovina venne gravemente ferito dall'obice di una granata e in aprile il suo intero battaglione finì nelle mani dei russi. Dopo alcuni mesi trascorsi in ospedale, Tito venne spedito - era l'autunno del 1916 - in un campo di lavoro negli Urali.

Nell'aprile del 1917 venne arrestato per aver organizzato una protesta tra i prigionieri di guerra ma in seguito riuscì a fuggire dal campo per unirsi alle dimostrazioni del 16 e 17 giugno del 1917 a San Pietroburgo.

Per sfuggire alla polizia Tito scappò quindi verso la Finlandia, ma venne ancora una volta arrestato e costretto a trascorrere tre settimane nella fortezza di Petropavle. Da qui fu trasferito nel campo di prigionia a Kungur, da cui riuscì a fuggire durante il tragitto in treno. Nel novembre dello stesso anno entrò a far parte dell'Armata Rossa ad Omsk (Siberia).

Nella primavera del 1918 Tito chiese di essere ammesso nel Partito Comunista Russo.

Morì il 4 maggio 1980 in un centro clinico a Ljubljana (Slovenia). Il suo funerale vide la partecipazione di molte impotanti personalità politiche di tutti i paesi del mondo. Con la sua morte nacquero molti dubbi sul fatto che i suoi successori sarebbero riusciti a mantenere unita la Jugoslavia. Il punto di forza di Tito era quello di aver saputo contenere, usando anche la forza, le insurrezioni nazionaliste così da mantenere unito il paese. Dieci anni dopo la sua morte le distinzioni etniche e la nascita di nuovi conflitti conseguenti ad una difficile politica interna portarono alla sanguinosa disgregazione della Jugoslavia.

Tito č seppellito a Belgrado, nel mausoleo Kuća Cveća; (La casa dei fiori) a lui dedicato.

Cronologia essenziale

  • 1920 Josip Broz entra a far parte del Partito Comunista Jugoslavo (KPJ)
  • 1934 diventa membro del Dipartimento Politico del Comitato Centrale del KPJ (ed inizia ad utilizzare il soprannome di Tito)
  • 4 luglio 1941 richiama il popolo alle armi, nella lotta contro la Germania nazista
  • 1941 - 1945 č il comandante capo dell'Armata Popolare di Liberazione, della Jugoslavia
  • 1945 - 1953 č il Capo del Governo e il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Federale della Jugoslavia (FNRJ)
  • 1948 conflitto con Stalin (Informbiro)
  • 13 gennaio 1953 - 1980 č il Presidente della Repubblica Federale Socialista della Jugoslavia (SFRJ)
  • 1961 dĂ  vita al "Movimento dei Non Allineati" con il nasser egiziano Gamal Abdel e il nehru indiano Jawaharlal
  • 7 aprile 1963 viene nominato presidente a vita

Collegamenti esterni

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