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Valentino Bompiani

 


   

 Valentino Bompiani

Valentino Silvio Bompiani è nato ad Ascoli Piceno dove la famiglia si era trasferita al seguito del padre Giorgio, generale il 27 settembre 1898 e morto a Milano nel Febbraio 1992. Dopo alcune esperienze di lavoro, nel 1929 fondò la casa editrice che porta il suo nome.

Negli anni del fascismo l'Italia era isolata, provinciale. Bisognava abbattere le frontiere, vedere quello che succedeva nel resto del mondo. Nacquero così, accanto alle collane letterarie, libri d'attualità, di inchiesta. La casa editrice aprì alle nuove voci di una letteratura che faticosamente cercava di sganciarsi dall'accademismo in voga in quegli anni, aprì agli scrittori europei, russi, americani di cui il regime non consentiva la pubblicazione in Italia.

Ancora in pieno clima di guerra ebbe inizio il progetto più importante e ambizioso del Bompiani, l'opera che più di ogni altra ha caratterizzato la sua casa editrice: il "Dizionario Bompiani delle opere e dei personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature", che verrà completato, qualche anno dopo con il "Dizionario Bompiani degli Autori". L'importanza dell'opera è stata riconosciuta con il patrocinio dell'Unesco.

Dopo la guerra la struttura aziendale si è andata consolidando con l'apporto di direttori di collana di prestigio, il catalogo si è arricchito di molte nuove proposte, ma non si è perso l'interesse a cercare di capire i mutamenti della società e della cultura e di tradurli in scelte editoriali.

La casa editrice è stata venduta da Valentino Bompiani nel 1972 e la testata fa ora parte del gruppo Rizzoli. Della sua attività di editore ha dato conto in tre libri, "Via privata" (1971), "Dialoghi a distanza" (1986) e "Il mestiere dell'editore" (1988).

Lo stesso gusto vivissimo per la contemporaneità lo guidò nel tenace interesse che nutriva da sempre per il teatro. Esordì come drammaturgo nel 1931 con "L'amante virtuosa" , orientandosi immediatamente verso un'indagine lucida e appassionata dell'inquietudine e dell'angoscia dell'uomo moderno. Il suo esito più alto è offerto da "Albertina" (1945), che mostra il doloroso rifrangersi della seconda guerra mondiale sui rapporti di coppia di due giovani sposi divisi dagli eventi bellici e dai casi della vita. Le sue opere teatrali sono state raccolte in volume: "Tre commedie d'amore", "Tre commedie di disamore", "Tre commedie di confusione", ed. Cappelli. Inoltre, ha diretto per quasi un ventennio, dal 1953 al 1971, con attenta apertura di orizzonti, una delle poche riviste italiane di teatro, "Sipario".


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