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Fabrizio De André

http://www.enciclopedia-1.com/go.php?url=http://it.wikipedia.org/upload/6/61/Fabrizio_De_Andr%C3%A8.JPG

"Intellettuali d'oggi / idioti di domani / ridatemi il cervello / che basta alle mie mani, / profeti molto acrobati / della rivoluzione / oggi farò da me /
senza lezione
"
(F. De Andrè - da "Il bombarolo", 1973)

Fabrizio De André - (Genova 18 febbraio1940 - Milano 11 gennaio 1999) - È stato uno fra i più conosciuti ed amati cantautori italiani di sempre, sicuramente uno fra i maggiori; ha cantato prevalentemente storie di emarginati e di diseredati. Per gli amici e gli ammiratori era semplicemente Faber.

Table of contents
1 Biografia
2 L'esordio nel '58
3 Fra esistenzialismo e contestazione
4 Importanti collaborazioni
5 Quattro mesi in mano all'Anonima
6 Da Marinella ad Anime salve
7 L'addio fra la sua gente
8 Link
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Biografia

Di spirito anarchico e di formazione culturale di inusitato spessore, De André ha pubblicato nella sua lunga carriera, dal 1960 al 1997, una ventina di album, un numero relativamente contenuto (mediamente un album ogni due anni) ma che non sorprende chi gli ha sempre riconosciuto una maggiore attenzione alla qualità rispetto alla quantità.

Restio a mostrarsi in pubblico, negli ultimi anni di vita intraprese alcune tournée degne di nota (nel 1978 con la PFM, poi con una band via via arricchita da musicisti di valore).

Nel 1979 venne rapito in Sardegna assieme alla sua compagna Dori Ghezzi, poi sposata nel 1989. Da questa esperienza è nato uno dei suoi più bei dischi, quello conosciuto come l'Album dell'indiano. Nel 1998 si è ammalato di cancro ed è morto l'11 gennaio 1999, lasciando un grandissimo vuoto nella canzone italiana e mondiale. Ha avuto un figlio (Cristiano) dalla prima moglie Puny e una figlia (Luisa Vittoria, chiamata Luvi) da Dori Ghezzi.

Dopo essersi diplomato frequenta vari corsi presso l’Università_di_Genova prima di scegliere definitivamente la facoltà di giurisprudenza che, comunque, abbandona a sei esami dalla laurea. Parallelamente, comincia a formarsi in lui la passione per la musica, anche grazie all’assidua frequentazione degli amici Tenco, Bindi, Paoli e Villaggio (con il quale scriverà la celebre Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers) e la giocosa Il Fannullone.

Studia dapprima violino, poi chitarra mostrando particolare attenzione verso gli chansonnier francesi, in particolare modo per Brassens, dal quale trarrà più volte ispirazione ma che non vorrà mai incontrare per non "rimanerne deluso" a causa del carattere notoriamente difficile dell'artista francese.

L'esordio nel '58

Nel 1958 vede la luce il suo primo 45 giri, contenente due singoli, Nuvole barocche ed E fu la notte, che lui stesso definirà in seguito peccati di gioventù. Gli anni successivi vedono De Andrè affermarsi sempre più come personaggio riservato e musicista colto, abile nel condensare nelle proprie opere varie tendenze e ispirazioni: le atmosfere degli storici cantautori francesi, tematiche sociali trattate sia con crudezza sia con metafore poetiche, tradizioni musicali di alcune regioni italiane, sonorità di ampio respiro internazionale e l’utilizzo di un linguaggio inconfondibile ma, al tempo stesso, volutamente alla portata di tutti.

Nel 1962 si sposa con Puny da cui ha un figlio, Cristiano, nato lo stesso anno.

Fra esistenzialismo e contestazione

Gli anni fra il 1970 ed il 1973 sono fra i più proficui per l’autore, che produce quattro dei suoi album di maggior rilievo, vale a dire La buona novella (tratto dai vangeli apocrifi)e nel quale suona il gruppo I Quelli, poi ribatezzato PFM, Tutti morimmo a stento (temi dark, suicidi, pervertiti, drogati, pedofili, bambini pazzi, Re tristi), Non al denaro, non all'amore né al cielo (ispirato dalla Antologia di Spoon River, capolavoro di E. L. Masters pubblicato agli inizi del 1900) e Storia di un impiegato (un concept album che si rifà agli avvenimenti del Maggio francese e alla contestazione giovanile del ’68).

Importanti collaborazioni

Sempre negli anni ‘70 traduce Bob_Dylan, Leonard Cohen e Georges Brassens, collabora con altri artisti (su tutti Francesco De Gregori) e, nonostante il suo carattere schivo e poco incline alle apparizioni in pubblico, accetta di esibirsi dal vivo, accompagnato dalla PFM, a cui è affidato l’arduo compito di riarrangiare alcuni dei brani più significativi del grande cantautore genovese. L’operazione si rivela un successo, tanto che il tour partorirà due album interamente live, tra il 1979 ed il 1980.

Quattro mesi in mano all'Anonima

La sera del 27 agosto 1979, quando ormai vive quasi stabilmente in Sardegna nella sua tenuta dell'Agnata, a due passi da Tempio Pausania, viene rapito dall’anonima sequestri insieme alla sua compagna Dori Ghezzi(che sposerà poi nel 1989 e da cui avrà una figlia, Luisa Vittoria detta Luvi). L’esperienza del sequestro, durato quattro mesi e il contatto con la realtà e con la vita della gente sarda ispireranno diverse canzoni, raccolte in un album senza titolo ma che è comunemente conosciuto come L'indiano.

Altre importanti collaborazioni lo vedono impegnato negli anni seguenti con Mauro Pagani - per la realizzazione dell’album Creuza de mà (1984), che verrà in seguito premiato dalla critica in qualità di Album del decennio - e con Ivano_Fossati, che lo aiuterà nella stesura di Anime Salve, del (1996), ritenuto un capolavoro assoluto.

Da Marinella ad Anime salve

La discografia di De André è ampia ma non vasta come quella di altri autori, pur tuttavia memorabile. Alcuni fra i maggiori cantanti e cantautori italiani hanno ricordato nel marzo del 2000 Fabrizio De André con un concerto celebrativo al teatro Carlo Felice di Genova interpretando i suoi maggiori successi.

Molte le canzoni di De André amate da intere generazioni di suoi ammiratori; fra le più conosciute sono da ricordare: Amore che vieni, amore che vai, La canzone di Marinella, La guerra di Piero, Andrea, Bocca di Rosa, Amico Fragile, La ballata del Michè, Rimini, Coda di Lupo, La domenica delle salme, Khorakhané, Anime salve, Don Raffaé.

A Genova, in Via del Campo, in un negozio di dischi è esposta la chitarra di Faber; fu messa all'asta dalla famiglia poco tempo dopo la sua morte e il ricavato fu donato in beneficenza. Ora il negozio di via del Campo si è trasformato in una sorta di museo e chi vi passa davanti può ascoltare sommessamente le note delle sue canzoni; inoltre vi si trovano esposte in vetrina le copertine originali di tutti i suoi dischi.

L'addio fra la sua gente

L’11_gennaio 1999, Fabrizio De André muore a Milano all’Istituto dei tumori, dove era ricoverato. I suoi funerali si svolgono nella Basilica di Carignano a Genova il 13 gennaio dove una folla di più di diecimila persone si stringe intorno al dolore della famiglia. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Staglieno, nella cappella di famiglia, accanto al fratello Mauro e ai genitori.

A Firenze, l'11 gennaio 2004, in occasione del quinto anniversario della sua morte, è stata inaugurata una via che porta il suo nome. La strada si trova nei pressi dell'ex Teatro Tenda nel quale il 13 gennaio 1979 De André tenne un memorabile concerto con la PFM.

Link

vedi anche:
cantautori italiani
gruppi musicali italiani


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