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Karl Dönitz

Grand Ammiraglio Karl Dönitz (16 settembre 1892 - 24 dicembre 1980) servì come comandante (Befehlshaber der Unterseeboote) nella campagna degli U-Boot nazisti durante la seconda guerra mondiale. Sotto la sua amministrazione, la flotta degli U-Boot combatté la Battaglia dell'Atlantico, tentando di prendere per fame il Regno Unito bloccando i convogli navali carichi di rifornimenti vitali che arrivavano dagli Stati Uniti e da altri paesi. Servì brevemente anche come Presidente della Germania a seguitò della morte di Adolf Hitler.

Prima della guerra Dönitz aveva premuto per la conversione della flotta tedesca in una quasi completamente composta da U-Boot. Si fece propositore di una strategia di attacco solo contro i mercantili britannici, che erano degli obiettivi abbastanza sicuri. Puntualizzò che la distruzione della flotta di petroliere britanniche avrebbe tolto alla Royal Navy i rifornimenti di cui aveva bisogno per far funzionare le sue navi, il che equivaleva ad affondarle. Sostenne che con una flotta di 300 nuovi U-Boot Tipo VII, La Germania avrebbe spazzato la Gran Bretagna fuori dalla guerra. Allo scopo di affrontare le sempre presenti navi di scorta, propose il raggrupamento di diversi sottomarini in un "branco di lupi" che sopraffacesse le difese.

A quel tempo molti sentirono che quei discorsi indicavano un elemento debole, e ciò era vero del comandante di Dönitz, il Grand Ammiraglio Erich Raeder. I due combattevano continuamente sulle priorità dei finanziamenti all'interno della marina, mentre allo stesso tempo lottavano con gli amici di Hitler, come Hermann Göring, che ricevette molte attenzioni. Raeder aveva in qualche modo un atteggiamento confondente; in particolare, egli apparentemente non credeva che la flotta tedesca di grosse navi fosse di molta utilità, commentando al tempo stesso che tutto ciò che potevano sperare era di morire valorosamente. Dönitz non aveva quel fatalismo.

Ruolo nella seconda guerra mondiale

Quando la guerra iniziò nel 1939, prima di quanto molti si aspettassero, gli U-Boot di Dönitz comprendevano solo 50 unità, molte delle quali del tipo a corto raggio. Cionondimeno si arrangiò con quello che aveva, costantemente provocato da Raeder e con Hitler che gli si appellava perchè dedicasse le navi ad operazioni militari che fossero dirette contro la flotta militare inglese. Queste operazioni avevano generalmente poco successo, mentre gli altri sommergibili continuavano a comportarsi bene contro l'obiettivo primario di Dönitz, le navi mercantili.

Per il 1941 le forniture del Tipo VII erano migliorate al punto che le operazioni iniziavano ad avere un reale effetto sull'economia di guerra britannica. Anche se la produzione di navi mercantili si innalzò in risposta, siluri migliori, navi migliori e una migliore pianificazione operativa portarono a un numero crescente di "uccisioni". Nel dicembre 1941 gli Stati Uniti entrarono in guerra e Dönitz pianificò immediatamente l'Operazione Rullo di Tamburo contro le spedizioni dalla costa orientale degli USA, che venne eseguita il mese successivo con risultati drammatici per gli alleati.

Sospettando che gli alleati avessero decifrato il Codice Enigma, Dönitz ordinò alla sua flotta di U-Boot di usare un nuovo standard di cifratura per le comunicazioni tra la flotta, il 1 febbraio 1942. Questo, anche se il resto delle forze tedesche continuò ad utilizzare l'originale codice Enigma, convinte della sua invulnerabilità. Per un certo periodo, questo cambio nel sistema di cifratura tra i sottomarini causò notevole confusione tra i decifratori alleati. Finalmente (a causa di un errore nella trasmissione di un singolo messaggio), venne determinato che la nuova macchina di Dönitz era in realtà una Enigma a quattro rotori, e il suo funzionamento venne svelato.

Per la fine del 1942 la fornitura di U-Boot Tipo VII incrementò a tal punto che Dönitz fu finalmente in grado di condurre attacchi in massa, che divennero conosciuti come "das Rudel", il "branco di lupi". Le perdite nei trasporti alleati salì vertiginosamente, e ci fu per qualche tempo una seria preoccupazione sullo stato delle scorte di carburante britannico.

Durante il 1943 la guerra nell'Atlantico prese una brutta piega per la Germania, ma Dönitz continuò a spingere per la costruzione di altri U-Boot e per il loro sviluppo tecnologico. Alla fine della guerra la flotta di sottomarini nazista era di gran lunga la più avanzata del mondo, e gli ultimi modelli come l'U-Boot Tipo XXI servirono come esempio per le costruzioni sovietiche e americane dell'immediato dopoguerra.

Adolf Hitler scelse Dönitz come suo successore nel ruolo di Führer, una scelta che mostra come Hitler fosse diventato diffidente nei confronti di Göring e Himmler nei giorni finali della guerra in Europa. Dopo che Hitler commise suicidio, il 30 aprile 1945, Dönitz divenne l'ultimo capo della Germania Nazista, trattò la resa finale dell'8 maggio e governò fino al suo arresto da parte dei britannici, che avvenne il 23 maggio a Flensburg. Dedicò la gran parte dei suoi sforzi ad assicurarsi che le truppe tedesche si arrendessero agli americani e non ai sovietici, in quanto i tedeschi temevano che questi ultimi li avrebbero torturati e uccisi, per vendicarsi del modo in cui vennero trattati.

Il processo

A seguito della guerra, Dönitz fu giudicato come criminale di guerra al Processo di Norimberga. Contrariamente a molti altri imputati, non era accusato di crimini contro l'umanità, e molti storici concordano che Dönitz non prese parte all'olocausto. Comunque, venne imputato con il coinvolgimento nell'intrapresa di una guerra aggressiva, la cospirazione per intraprendere una guerra aggressiva e crimini contro le leggi di guerra. Nello specifico, fu accusato di aver intrapreso una guerra sottomarina indiscriminata e di avere dato ordine, dopo l'incidente del Laconia, di non soccorrere i sopravvissuti delle navi attaccate dai sottomarini.

Come uno dei testimoni a sua difesa, Dönitz produsse un affidavit dell'Ammiraglio Chester Nimitz, che testimoniava che gli Stati Uniti avevano usato come tattica la guerra indiscriminata nel Pacifico e che i sottomarini americani non soccorsero i sopravvissuti in situazioni dove la loro sicurezza era in dubbio. Nonostante ciò, il tribunale trovò Dönitz colpevole di "crimini contro la pace", per i quali fu condannato, e scontò, 10 anni nella Prigione di Spandau, a Berlino Ovest. Tra tutti i verdetti emessi a Norimberga, quello contro Dönitz fu probabilmente il più controverso; Dönitz sostenne sempre di non aver fatto niente che la sua controparte alleata non avesse fatto. A testimonianza della natura controversa della decisione, numerosi ufficiali alleati spedirono a Dönitz delle lettere che esprimevano il loro rammarico sul verdetto del processo.

Le sue memorie, intitolate Dieci anni e venti giorni, apparirono in Germania nel 1958. Più tardi nel corso della sua esistenza, la sua reputazione venne largamente riabilitata. Egli fece fece ogni tentativo per rispondere alla corrispondenza e alle cartoline autografate che riceveva. Quando morì nel 1980, numerosi tra i suoi sottoposti e tra gli ufficiali di marina stranieri, andarono a rendergli omaggio.

  
 

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