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Rainulfo III di Alife

Agli inizi del secondo millennio, i primi Cavalieri Normanni, reduci dal pellegrinaggio in Terra Santa, si fermano brevemente presso i principi dell'Italia Meridionale. Hanno così modo di valutare la situazione politica che si offre particolarmente favorevole al loro spirito di avventura e ricerca del potere. Tanto che intorno al 1016, l'immigrazione normanna dal Nord Europa si fa più massiccia ed il valore dei nuovi venuti diventa decisivo nelle lotte dei governanti della Campania.

Questi infatti cercano in tutti i modi di accaparrarsi i servigi dei Normanni, ai quali non fanno mancare donativi e ricompense di ogni genere, e il prestigio di questi mercenari cresce a tal punto che nel 1030 il Duca Sergio IV di Napoli assegna a Rainulfo Drengot, nobile normanno fra i primi giunto in Campania, la contea di Aversa, che nel 1045 alla morte di Rainulfo, passa al fratello Asclettino Drengot. E da quest'ultimo trae origine tutta quella nobiltà normanna che, negli anni a venire, soppiantò progressivamente i principi longobardi della Campania e dilagò poi in Sicilia.

Alife e Raviscanina
Anche la piccola contea di Alife (costituita nel 965) passa ai Normanni, divenendo feudo dei diretti discendenti di Asclettino che vi dominano dapprima con Rainulfo II di Alife e poi con Roberto Drengot di Alife. Figli di quest'ultimo sono Rainulfo III e Riccardo Drengot di Raviscanina.

Il primo (Rainulfo) dopo aver governato alcuni anni insieme col padre, ereditò la contea che oltre al territorio alifano comprendeva altri estesi territori. Riccardo invece, che un documento del 1134 chiama "miles", visse all'ombra del fratello aiutandolo nella prospera e nell'avversa fortuna, e continuando la lotta contro Ruggero II.

Nel febbraio 1130, alla morte del Papa Onorio II. Nell'elezione del nuovo pontefice scoppiò uno scisma fra Innocenzo II, eletto con l'appoggio dei Frangipane, e Anacleto II, sostenuto dai Pierleoni. Nella confusione che ne seguì, Innocenzo, pur riconosciuto dalla maggior parte della Cristianità, fu costretto a fuggire da Roma, dove invece estava Anacleto, che tuttavia aveva bisogno di maggiori consensi.

Perciò Ruggero, duca di Puglia e di Calabria e padrone della Sicilia, approfittò dell'occasione e, riconosciuta come valida l'elezione di Anacleto, ebbe in ricompensa la corona di Sicilia, il 25 dicembre 1130. Ma alcuni nobili feudatari normanni, che già da tempo mordevano il freno, non accettarono il nuovo sovrano e da qui si scatenarono gli eventi che portarono ad un primo rovescio militare di Ruggero il 24 luglio presso Scafati contro il conte di Alife ed i sui alleati. La battaglia dapprima favorevole alle truppe regie, terminò in una disastrosa sconfitta per Ruggero. Il re, ad evitare il peggio, si sottrasse a nuovi scontri e dopo qualche mese tornò in Sicilia.

Nella primavera dell'anno seguente Rainulfo e Roberto si recarono a Roma dove prestarono giuramento a Lotario, sceso in Italia per farsi incoronare da Innocenzo II. Ma mentre i due erano assenti Ruggero tornò alla riscossa e i due dovettero rientrare precipitosamente, ma finirono col capitolare nel giugno del 1134, e Riccardo dovette consegnare come ostaggio il figlio Andrea Drengot.

La lotta però si riaccende all'inizio del 1135 allorché si sparse la falsa notizia della morte di Ruggero e si riformò una coalizione che incluse questa volta anche una piccola flotta pisana. Ruggero però sbarcò inaspettatamente a Salerno, occupò Aversa ed assediò Napoli dove erano i capi della rivolta. Riccardo, rimasto a difesa del territorio alifano, si era ridotto nel castello di Raviscanina.

Nel luglio 1135, tuttavia, la notizia della caduta di Aversa e l'avvicinarsi di un esercito guidato dal cancellier Guarino, lo costrinsero ad abbandonare la posizione ed a darsi alla fuga, e Alife e Raviscanina caddero in mano alle truppe regie. Ruggero, pur avendo sconfitto anche la flotta pisana, non riuscì tuttavia a prendere Napoli ed in autunno desistette tornando in Sicilia.

Nel marzo 1136 Rainulfo e Riccardo, con l'appoggio di Innocenzo II, chiamarono in Italia l'imperatore Lotario che giunse in settembre. A farla breve, in agosto 1137 Innocenzo e Lotario a Benevento investono Rainulfo del ducato di Puglia, mentre la contea di Alife passava al fratello Riccardo. Partito l'imperatore, Ruggero sbarca di nuovo a Salerno i primi di ottobre del 1137. Una nuova battaglia si svolge il 29 ottobre 1137 presso Rignano Garganico, dove il re nuovamente sconfitto, perde molti soldati e trova scampo nella fuga.

Nell'estate dell'anno successivo compì alcune scorrerie lasciando però solo dei presidi in Campania ed in Puglia e tornando per l'inverno in Sicilia. L'anno seguente, 1139, il Papa l'8 aprile scomunicò Ruggero, ma il 30 dello stesso mese morì Rainulfo. Di conseguenza Ruggero il 25 maggio 1139 sbarca di nuovo a Salerno e si impadronisce della Puglia. Nel frattempo le truppe del Papa si riunirono con quelle di Roberto di Capua e Riccardo di Raviscanina e si viene allo scontro presso Galluccio il 22 luglio 1139. Le forze pontificie vennero battute e Roberto, Riccardo ed altri nobili normanni cercarono scampo nella fuga in Germania dove furono accolti dall'imperatore Corrado III.

Segue un periodo confuso di intrighi e controintrighi finché Corrado III muore nel febbraio 1152 durante i preparativi di una nuova spedizione in Italia. Tuttavia Federico Barbarossa, nuovo imperatore, volle portare a termine i progetti del suo predecessore, ed infatti nella dieta di Wurzburg, presenti i Normanni, i feudatari tedeschi decisero che la spedizione si sarebbe mossa dopo due anni, avendo quale scopo principale l'incoronazione a Roma dell'imperatore.

Tale incoronazione infatti avvenne il 18 giugno 1155 per mano del Papa Adriano IV.

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