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Storia del colonialismo in Africa

LA COLONIZZAZIONE DELL’AFRICA

Dopo la costruzione del canale di Suez l’Egitto si indebito’ con l’Inghilterra,che nel 1882 ne approfitto’ per farne un suo protettorato, lascio’, cioe’, alle popolazione locale la sua autonomia politica amministrativa obbligandola pero’ a dipendere dai conquistatori per tutte le questioni economiche.

L’Egitto fu trasformato in un’immensa piantagione di cotone: fu per l’Inghilterra non soltanto un acquisto economico, ma anche strategico e militare. Dall’Egitto le sue truppe controllavano l’accesso all’Africa, all’Asia e al Medio Oriente. La conquista inglese allarmo’ la Francia, mentre la Germania intervenne come mediatrice, nella speranza di guadagnare a sua volta compensi territoriali. IL risultato fu una complessa spartizione dell’Africa che fu sancita nel 1885 tramite la conferenza di Berlino. Si crearono degli stati, dove popolazioni tradizionalmente nemiche erano costrette a convivere mentre altre, unite dalla stessa lingua e dalla stessa storia, venivano divise. Molte tribu’ cosi’ entrarono in lotta tra loro: gli Europei sobillavano queste contese per dimostrare che la loro presenza era indispensabile.

Gran parte dei territori conquistati dagli stati europei in Africa tra il 1880 e il 1910 fu organizzata in colonie di sfruttamento. Le popolazioni indigene cercarono in tutti i modi di opporsi alla conquista straniera, ma le loro truppe non riuscirono mai a contrastare quelle europee che erano meglio equipaggiate e dotate di armi tecnicamente piu’ avanzate. Sia nel caso delle colonie di sfruttamento che in quello dei protettorati le popolazioni indigene furono costrette a lavorare per i conquistatori. La colonizzazione della fine del XIX sec. divenne per gli stati europei un’ affare colossale e piu’ di una volta porto’ le varie potenze sulla strada dello scontro diretto. Delle molte tensioni scoppiate in Africa tra i colonizzatori europei di diversa nazionalita’ una sola diede luogo a una vera e propria guerra. Si tratta del conflitto che oppose gli inglesi ai boeri dal 1899 al 1902. I boeri discendevano da coloni olandesi stanziatisi presso il Capo di Buona Speranza fin dalla meta’ del 1600. Un secolo e mezzo piu’ tardi, ai tempi di Napoleone, la colonia del capo era passata agli inglesi. Non sopportandone il dominio i Boeri si erano spostati verso l’interno, dove avevano proclamato, due repubbliche indipendenti. La situazione divenne incandescente quando si scopri’ che quelle terre erano ricche d’oro e di diamanti. Quei beni allettarono gli inglesi, che incominciarono a giungere numerosi nelle terre dei Boeri. Questi pero’ non li accettarono volentieri. Imposero loro delle tasse, senza, d’altra parte, consentire che partecipassero al governo delle repubbliche. Ne nacque una guerra sanguinosa, nella quale i Boeri furono sconfitti. Sotto il controllo economico Inglese fu allora fondata l’unione sudafricana, che riuniva l’inglese colonia del capo alle due repubbliche Boere. Il governo di questa nuova colonia britannica, a cui parteciparono anche i Boeri, fin dai primi anni pratico’ una politica di segregazione razziale che relegava gli africani in speciali riserve, privandoli dei diritti civili e politici con conseguenze negative che si fanno sentire ancora oggi. L’Italia, in questa situazione ebbe, per lo piu’, un ruolo rappresentativo. Le mire espansionistiche del governo italiano si indirizzarono verso una zona dell’ Africa orientale nella quale l’insediamento coloniale appariva piu’ agevole, sia perche’ esploratori e missionari avevano aperto un varco in quella regione, sia perche’ la concorrenza degli altri Paesi nella zona era meno agguerrita. Dopo aver acquistato nel giugno del 1882 la baia di Assab, sulla costa meridionale del Mar Rosso, nel febbraio del 1885 il governo italiano invio’ i primi contingenti dell’esercito in quella che avrebbe formato la futura colonia di Eritrea, stanziandosi poi in Somalia e ponendo le basi per la successiva avanzata in Abissinia (ora Etiopia); ma la pronta reazione delle truppe abissine costrinse inizialmente alla resa. Dopo questa prima sconfitta l’Italia subi’, il 1° marzo 1896, la pesante disfatta di Adua, nella quale caddero sul campo cica 7000 uomini. Il 26 ottobre 1896 fu conclusa la pace di Addis Abeba, con la quale l’Italia rinunciava alle sue mire espansionistiche in Abissinia. La disfatta provoco’ forti reazioni in tutta Italia, dove vi fu chi propose un immediato rilancio del progetto coloniale e chi, come i socialisti, propose di abbandonare immediatamente queste imprese.


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