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Traiano

 


   

 Traiano
Imperatore romano

Marco Ulpio Nerva Traiano, più noto semplicemente come Traiano, (53 - 117) Imperatore romano (98 - 117), fu il secondo dei così detti "Cinque buoni imperatori" dell'Impero romano e tra i più grandi in assoluto. Sotto il suo regno l'Impero raggiunse la sua massima estensione territoriale.

Traiano era figlio di un altro Marco Ulpio Traiano, eminente senatore di una famosa famiglia romana stabilitasi nella provincia di Baetica (odierna Andalusia - Spagna) al tempo della seconda guerra punica, e Traiano stesso era solo uno dei ben noti Ulpii in una discendenza che durò a lungo anche dopo di lui.

Traiano nacque il 18 settembre 53 in una città di nome Italica. Fin da giovane aveva intrapreso la carriera militare nei ranghi dell'esercito romano, prestando servizio su alcune delle frontiere più turbolente dell'impero lungo le rive del Reno. Prese parte alle guerre dell'imperatore Domiziano contro i popoli della Germania, ed era conosciuto come uno dei migliori comandanti dell'impero quando, nel 96, Domiziano fu ucciso.

La sua notorietà gli sarebbe stata utile sotto il successore di Domiziano, Nerva, che era impopolare negli ambienti militari ed aveva bisogno di un intermediario per averne l'appoggio. Per questo, oltre che per l'eccellenza della persona, Nerva lo adottò come figlio e come successore nella primavera del 97. Fu il futuro imperatore Adriano a suggerire Traiano per l'adozione, e quindi ebbe il suo favore per il resto della vita. Quando Nerva morì, il 27 gennaio 98, Traiano che godeva di molto rispetto gli succedette senza incidenti, divenendo il primo Romano non-Italiano acclamato imperatore.

 

   

 Sesterzio del 116 in occasione
di conquiste nell’oriente:
Traiano sottomette i re di Armenia,
Mesopotamia e Partia.

   

 Sesterzio del 116 con Traiano
che incorona Partamaspate re di Partia.
La Partia è simboleggiata da una figura che
si inginocchia davanti al palco di Traiano

Il nuovo imperatore fu salutato dal popolo di Roma con grande entusiasmo, a cui egli corrispose governando bene e senza i bagni di sangue che avevano caratterizzato il regno di Domiziano. Liberò molta gente che era stata ingiustamente imprigionata da Domiziano e restituì una gran quantità di proprietà private che Domiziano aveva confiscato; procedura già iniziata da Nerva prima della sua morte. La sua popolarità fu tale che il senato gli concesse il titolo onorifico di optimus, "il migliore".

Ma è come conquistatore che Traiano è più conosciuto nella storia. Nel 101, lanciò una spedizione punitiva verso il regno di Dacia, sulla riva settentrionale del Danubio, e, l'anno seguente, costrinse il re Decabalo a sottomettersi a lui dopo averne preso la capitale Sarmizegetusa. Traiano quindi tornò a Roma in trionfo e gli fu accordato il titolo di Dacicus maximus.

Tuttavia, Decebalo iniziò subito a tramare premendo ancora sulle frontiere e cercando di raggiungere i vicini regni sulla riva settentrionale del Danubio per unirsi a loro. Traiano scese di nuovo in campo, fece costruire un grande ponte di barche sul Danubio e conquistò completamente la Dacia nel 106. Sarmizegetusa fu distrutta, Decebalo si suicidò, e sul posto dell'antica capitale Traiano fondò una nuova città, Colonia Ulpia Traiana, popolò la Dacia con coloni romani e la annesse come provincia all'impero.

 


   

 L'Impero romano al tempo di Traiano

Nello stesso periodo, il regno di Nabatea finì con la morte del suo ultimo re. Egli lasciò in eredità il suo regno a Traiano, così, mentre la Dacia veniva conquistata, l'impero acquisiva quella che sarebbe divenuta la provincia di Arabia (per la geografia odierna si tratta della parte meridionale della Giordania e di una piccola parte dell'Arabia Saudita).

Per i successivi sette anni, Traiano non si occupò di imprese militari cogliendo però ugualmente molti successi. Durante questo tempo ebbe una corrispondenza con Plinio il Giovane sul problema di come comportarsi con i cristiani, e Plinio in sostanza gli suggeriva di lasciarli tranquilli, a meno che essi non praticassero in pubblico la loro religione. Costruì molti nuovi edifici, monumenti e strade in Italia e nella nativa Spagna, compreso lo stupendo Foro di Traiano ancora oggi visibile a Roma.

Nel 113, si imbarcò nella sua ultima campagna, provocata dalla decisione della Partia di porre un inaccettabile re sul trono di Armenia, un regno su cui fin dal tempo di Nerone, 50 anni prima, l'Impero romano tentava di stabilire la sua egemonia in conflitto con i Parti. Traiano per prima cosa marciò sull'Armenia, depose il re e l'annesse all'Impero romano. Poi si diresse a sud contro la Partia stessa, conquistando le città di Babilonia, Seleucia ed infine la capitale Ctesifon nel 116. Continuò poi verso sud fino al Golfo Persico, dove dichiarò la Mesopotamia nuova provincia dell'impero, lamentandosi di essere troppo vecchio per seguire le orme di Alessandro Magno.

Ma egli non si fermò qui. Più tardi, nel 116, traversò le montagne del Kuzestan in Persia e conquistò la grande città di Susa. Depose il re dei Parti Kosroe dal trono, e vi pose una sua marionetta Partamaspate. Mai più l'Impero romano sarebbe stato così esteso verso oriente.

Fu allora che la fortuna in guerra e la salute tradirono Traiano.

La città fortificata di Hatra, sul Tigri nelle sue retrovie continuava a resistere ai ripetuti assalti romani. Gli ebrei, sparsi ovunque nell'impero dopo la distruzione di Gerusalemme, si ribellavano come anche i popoli della Mesopotamia. Traiano fu costretto ad arretrare il suo esercito per sedare le rivolte. Lui vedeva tutto questo come una semplice battuta di arresto, ma era destinato a non comandare mai più un esercito in campo.

Più tardi, nel 116, mentre era in Cilicia preparando un'altra guerra contro la Partia, Traiano si ammalò. La sua salute declinò durante la primavera e l'estate del 117, finché il 9 agosto morì a Selinunte in Cilicia. Sul letto di morte, nominò Adriano suo successore. Adriano, all'inizio del suo regno, rinunciò in Mesopotamia al dominio sui Parti. Tuttavia furono conservati tutti gli altri territori conquistati da Traiano.

Per il resto della storia dell'Impero romano e per buona parte di quella dell'Impero Bizantino, ogni nuovo imperatore dopo Traiano veniva salutato dal senato con l'augurio: possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano (felicitor Augusto, melior Traiano). Diversamente da quanto avvenne per molti apprezzati governanti nella storia, la reputazione di Traiano è rimasta intatta per 1900 anni.

Mentre molti considerano Traiano come un esempio di come Roma accettasse ideali da tutto l'impero, per altri, la salita al potere a Roma di uno spagnolo, segna l'inizio della caduta della vera società romana.


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