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Console (storia romana)

   

Per i consoli diplomatici moderni, vedi console (burocrazia).

Il Console era la più alta carica eletta della Repubblica Romana, che divenne un incarico assegnato durante l'Impero Romano.

Durante la Repubblica l'età minima per l'elezione a Console era di 40 anni per i patrizi e di 42 per i plebei. Ogni anno venivano eletti due consoli, prestavano servizio assieme, ognuno con diritto di veto sulle azioni dell'altro, e l'anno di servizio era conosciuto con i loro nomi. Ad esempio, l'anno che noi comunemente chiamiamo 59 AC veniva chiamato dai romani "il consolato di Cesare e Bibulo", poichè i due consoli erano Giulio Cesare e Marco Calpurnio Bibulo (anche se Cesare dominò il consolato in manera talmente netta che l'anno veniva scherzosamente chiamato "il consolato di Giulio e Cesare").

In latino, "consules" significa "coloro che camminano assieme". Se un console moriva durante il suo mandato (fatto non raro quando i consoli erano in battaglia alla testa dell'esercito), un'altro veniva eletto, e veniva detto Consul Suffectus

L'ufficio di console era ritenuto come risalente alla data tradizionale della fondazione della Repubblica, nel 509 AC, anche se la storia remota è in parte leggendaria e la successione di consoli non è continua nel V secolo AC. I consoli erano incaricati sia dei doveri religiosi che di quelli militari; la lettura degli auspici era un passo essenziale prima di condurre l'esercito in battaglia.

Durante i periodi di guerra, il criterio primario di scelta del console era l'abilità militare e la reputazione, ma in tutti i casi la selezione era connotata politicamente. Inizialmente solo i patrizi potevano divenire consoli, in seguito i plebei ottennero il diritto di eleggerne uno che li rappresentasse; il primo console plebeo fu Lucio Sestio, nel 366 AC.

Con il passare del tempo, il consolato divenne il normale punto d'arrivo del cursus honorum, la sequenza di incarichi perseguiti dai Romani ambiziosi.

Quando Augusto fondò l'Impero, cambiò la natura dell'incarico, spogliandolo di gran parte, se non di tutti i poteri. Pur rimanendo un grande onore, e un requisito per altri incarichi, molti consoli, durante il suo lungo regno, lasciavano l'incarico prima del termine, per permettere ad altri di reggere il fascio come Suffectus. Quelli che erano in carica il 1 gennaio, conosciuti come consules ordinarii avevano l'onore di associare il proprio nome a quell'anno. Come risultato, circa la metà di coloro che avevano il grado di pretore potevano raggiungere anche quello di console. Talvolta, questi Suffectus si ritiravano anch'essi, e un altro Suffectus veniva nominato. Questa pratica raggiunse il suo estremo sotto Commodo, quando nel 190, venticinque persone furono nominate a console.

Un altro cambiamento durante l'Impero fu che gli Imperatori spesso nominavano loro stessi, dei protetti o dei parenti, senza guardare all'età minima. Ad esempio, ad Onorio venne conferito il titolo di console al momento della nascita.

Reggere il consolato era apparentemente un tale onore che il secessionista Impero delle Gallie, ebbe la sua coppia di consoli durante la sua esistenza (260 - 274). La lista di consoli di questo stato è incompleta, ricostruita dalle iscrizioni e dalle monete.

Una delle riforme di Costantino I fu quella di assegnare uno dei consoli alla città di Roma e l'altro alla città di Costantinopoli. Quindi, quando l'Impero Romano venne diviso in due, alla morte di Teodosio I, l'imperatore di ognuna delle due metà acquisì il diritto di nominare uno dei consoli - anche se un imperatore permise al suo collega di nominarli entrambi per vari motivi. Come risultato, dopo la fine formale dell'Impero Romano ad ovest, molti anni vennero denominati da un singolo console. Questa carica decadette durante il regno di Giustiniano: prima con il console di Roma Decio Teodoro Paolino nel 534, e quindi con il console di Costantinopoli, Flavio Basilio Juniore, nel 541.

Per una lista completa dei consoli romani vedi:


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