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Lucilio

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Lucilio (ca. 168 AC - 102 AC) è stato un poeta latino. La sua data di morte, avvenuta nel 102 AC, è sicura, ma non quella di nascita, che si pone intorno al 168 AC. Lucilio apparteneva ad una distinta e florida famiglia di Sessa Aurunca, nella Campania settentrionale. La sua biografia giovanile è legata al circolo scipionico. Restano scarse le notizie sul periodo più tardo della sua vita. Lucilio è il primo letterato "di buona famiglia" che conduce una vita da scrittore, volontariamente appartata dalle cariche e dalla vita politica (come i neoteroi).

Table of contents
1 Trenta libri, restano solo frammenti

Trenta libri, restano solo frammenti

Di Lucilio restano frammenti di trenta libri di satire (quasi tutti brevissimi) per circa 1300 versi. Probabilmente furono pubblicati verso il 130 AC cinque libri; successivamente il poeta si orientò progressivamente verso l’esametro, usato probabilmente come provocazione ironica; infatti, Lucilio adattò al "verso eroico" una materia quotidiana e una dizione colloquiale, spesso popolareggiante. In seguito, l'esametro diventerà con Orazio l'unico verso usato per la satira.

I libri potevano consistere sia di composizioni uniche, sia di più brevi unità poetiche. Non è sicuro che il titolo Saturae risalga a Lucilio stesso, ma Orazio usa il termine satura in un contesto programmatico per designare il genere di poesia inaugurato dall'opera di Lucilio.

Nei frammenti, Lucilio chiama le sue composizioni poemata o sermones (Iudus ac sermones, "chiacchiere scherzose"). Forse, il titolo originale dell'opera di Lucilio era, con nome greco, schédia (improvvisazioni). La sopravvivenza di numerosi frammenti è dovuta alla dovizia di parole rare e difficili, che offrirono molto materiale ai grammatici nel periodo tra II e V secolo DC.

La satira

I grandi personaggi del partito scipionico, che Terenzio aveva conosciuto giovani, furono nella maturità i protettori del poeta satirico Lucilio. La posizione sociale di Lucilio è, però, ben diversa da quella del liberto africano Terenzio e diverso è anche il "protettorato" che l'ambiente scipionico esercita su di lui.

L'indipendenza di giudizio, la verve polemica, l'interesse curioso per la vita contemporanea si adattano bene all'immagine di un eques colto e benestante, che non vive del proprio lavoro letterario. L'appartenenza di Lucilio alla ricca aristocrazia provinciale ed il suo inserimento nell'ambiente scipionico gli consentivano di attaccare liberamente alcuni degli uomini più in vista della Roma contemporanea.

Questa forma di poesia, varia per metro e per temi e personale, ossia aperta alla voce del poeta ed al realismo quotidiano, offrì a Lucilio un ideale mezzo espressivo da perfezionare. Lucilio è assai importante nella storia della letteratura latina perché si è concentrato esclusivamente sul genere della satira, che invece Ennio aveva praticato come un genere minore fra tanti altri, subordinato all'epica e alla drammaturgia.

La parodìa

La mescolanza di parodìa letteraria e contenuto libellistico ricorda l' Apokolokyntosis di Seneca. La parodia, proprio perché gioco costruito a spese di altri testi letterari molto noti, comporta anche implicazioni critico-letterarie, e la capacità di recepirle da parte del lettore, infatti, nel concilium\, gli dèi riuniti a concilio si comportavano secondo il protocollo e le procedure del senato romano, quindi la sceneggiatura dei Concilium deorum, messa a confronto con la realtà contemporanea, si rivelava un topos proprio della poesia di alta intonazione, cioè una convenzione stilizzata della maniera epica.

La poetica realistica di Lucilio, infatti, voleva reagire con l'ironia alla concezione della letteratura come vuota convenzionalità. Il terzo libro conteneva la colorita narrazione di un viaggio in Sicilia. Il tema del viaggio si ritrova anche nella satira oraziana. In più di una satira si fornivano precetti culinari (come in una satira di Orazio). Nel libro XX era narrato un banchetto organizzato dal parvenu Granio, l'antenato letterario dei più famosi Nasidieno (di Orazio) e Trimalcione (di Petronio).

Il libro XVI era forse dedicato alla donna amata, quindi Lucilio fu anche un antesignano della poesia personale d'amore, tendenza ripresa da Catullo e dai poeti elegiaci dell'età augustea.

Retorica e poetica

Sono presenti anche i problemi letterari, giudizi su questioni di retorica e di poetica ed analisi critico-letterarie e grammaticali. In ciò Lucilio ricorda la cultura retorico-grammaticale di Accio, ma di questi, come di Pacuvio e di altri poeti elevati, Lucilio deride il gusto enfatico e declamatorio.

I rapporti di Lucilio con il gruppo scipionico sono evidenti nella prima satira, ma il poeta sopravvisse molti anni ai suoi protettori politici. E' evidente un programma letterario unitario e innovativo, sostenuto da una personalità anticonformista. Lucilio simula l'improvvisazione,(come i neoteroi) rifiuta un unico livello di stile ed amalgama il linguaggio elevato dell'epica, rivissuto come parodia, con i linguaggi specializzati, fino ad allora esclusi dalla poesia (parole tecniche, retorica, scienza, medicina, sesso, gastronomia, diritto e politica, grecismi e forme quotidiane, attinte ai diversi strati sociali); perciò l’opera di Lucilio è, con quella di Petronio, quanto di più vicino al realismo moderno offre la letteratura latina.

La critica del poeta colpisce con vivo umorismo vari aspetti della vita quotidiana, ripresi nella loro concretezza fisica e linguistica e rivissuti alla luce di ideali filosofici visti nel loro contrasto con la realtà, non manca l'impegno educativo, intimamente legato alla critica sociale e all'anticonformismo.


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