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The Beatles

"E alla fine l'amore che ricevi è uguale a quello che dai" -
(1969, da "The End" - "Abbey Road")

http://en.wikipedia.org/upload/6/6c/The_Beatles-wiki2.jpg
The Beatles - Gruppo musicale inglese originario di Liverpool (Inghilterra) che ha segnato un'epoca non solo nella musica, ma anche nel costume, nella moda e nell'arte moderna, influenzando in generale la cultura del dopoguerra.

Con il loro nome non volevano alludere agli "scarafaggi" (deformando il significato del termine inglese "Beetles"); intendevano far sapere che la loro musica avrebbe segnato i tempi e che il "Beat" - a quel tempo ancora agli albori - era pronto a dominare il panorama musicale mondiale.

Appassionante fu il duello artistico - che divise il pubblico più giovane ed anche gran parte della critica - che li contrappose ad un gruppo londinese anch'esso i primi passi, quello dei Rolling Stones, le Pietre rotolanti di Mick Jagger.

Table of contents
1 Storica "Line Up"
2 Dopo Gershwin, solo loro
">3 Rinasce la "Swingin' London"
4 In principio erano i "Quarrymen"
5 Il "quinto beatle"
6 Baronetti di Sua Maestà
7 "Love Me Do" segna il debutto
8 Anche in Italia fans in delirio
9 Più famosi di Cristo?
10 "Help!", il cinema
11 Presunte morti e altre leggende
12 Vento gelido intorno a loro
13 Bibliografia
14 Link

Storica "Line Up"

I componenti del complesso - tutti di Liverpool Gran Bretagna - erano:
  • John Lennon - nato il 9 ottobre 1940; è morto assassinato nei pressi del Dakota Building di New York, dove abitava, l'8 dicembre 1980 da Mark David Chapman, un suo squilibrato ammiratore; era voce solista, suonava la chitarra ritmica e il pianoforte; era insieme a McCartney l'autore della maggior parte dei brani
  • Paul McCartney, nato il 18 giugno 1942, voce solista, chitarra basso, pianoforte; era insieme a Lennon l'autore della maggiore parte dei brani
  • George Harrison nato il 25 febbraio 1943 è morto per carcinoma il 29 novembre 2001; chitarra solista, sitar, talvolta voce solista e autore dei brani
    • (va detto che Harrison ha sempre sostenuto di essere nato il 24 Febbraio del 1943, sostenendo che il suo certificato di nascita fosse sbagliato)
  • Ringo Starr (vero nome Richard Starkey) nato il 7 luglio 1940, batteria, percussioni e talvolta voce solista

Dopo Gershwin, solo loro

In realtà, a differenza di quelle del gruppo londinese (vincolato ad una forma di rock più duro), furono le canzoni dei Beatles (spesso accostate a quelle di George Gershwin fra le migliori composizioni del
XX secolo) a generare e diffondere il "Beat" (o Merseybeat, dal nome del fiume Mersey che attraversa la loro città natale.

Restano memorabili le scene di isteria collettiva che accompagnavano i loro concerti e i loro trasferimenti nei (magici e misteriosi) tour da un continente all'altro, gli stivaletti in pelle neri e gli abiti scuri abbottonati in alto, le zazzere a caschetto, inventate quasi per caso al tempo dei loro concerti di esordio, nelle balere dell'angiporto di Amburgo all'inizio degli anni '60.

Rinasce la "Swingin' London"

Ai Beatles ed alla Beatlemania sono associati la psichedelia, il Flower Power e lo splendore della ritrovata Swingin' London uscita dal buio del dopoguerra, con le minigonne a quadretti in bianco e nero inventate da Mary Quant, indossate da Twiggy ed esposte nei mercatini di Carnaby Street; ma i Beatles rimandano anche ad un certo gusto dell'immagine, fantasiosa e colorata, che rimanda direttamente alla Pop Art alla Andy Warhol.

Memorabilia del gruppo (locandine di concerti, biglietti, oggetti a loro appartenuti - inclusi, importantissimi, testi originali di canzoni scarabocchiati a mano su fogli di bloc-notes - vengono tuttora battute nelle case d'asta più famose, in una sorta di competizione - dalla quale l' "industria del morto" non può prescindere - con un altro grande del Rock and roll, Elvis_Presley.

Se si tiene conto delle circa duecentocinquanta versioni che sono state incise della loro canzone Yesterday, avanzare paragoni o suggerire accostamenti - come quello già citato fra i Beatles e Gershwin - può sembrare in fin dei conti paradossale; ma quanto testimoniato dallo scrittore e pittore Carlo Levi può aiutare a capire meglio e a decifrare in maniera più approfondita il fenomeno Beatles. Ha detto Levi:

"Nei Beatles c'è un'eco di Strawinskij ; sia negli uni che nell'altro vi è un languore che non si sa se attribuire più ad un'acerba giovinezza che ad un senso di mortale stanchezza".

In principio erano i "Quarrymen"

Il "progetto Beatles" veniva da lontano: risaliva a quando, entrambi poco più che adolescenti, il
6 luglio 1957 McCartney e Lennon si conobbero e insime gettarono le basi del futuro gruppo fondando i "Quarrymen". E il futuro repertorio avrebbe ben presto abbandonato il rock sostenuto alla Little Richard e alla Chuck Berry per avvicinarsi a linee melodiche pur sempre ritmate ma in grado di avvicinarsi maggiormente alla sensibilità dei giovani dell'epoca.

Da allora - fino allo scioglimento avvenuto senza che vi fosse un annuncio ufficiale il 10 aprile 1970 - i Beatles avrebbero cambiato poco nella formazione base; in ogni caso, limitatamente alla fase iniziale della carriera.

Il "quinto beatle"

Per i detrattori, la ditta Beatles avrebbe potuto chiamarsi tranquillamente Lennon-McCartney (che firmavano ufficialmente musica e parole dei brani); per gli estimatori erano tutti sullo stesso piano: dentro la musica, già oltre la leggenda.

Tuttavia, una parte di rilievo nel percorso artistico, se non nell'intera carriera del gruppo, l'ha avuta quello che molti considerano il quinto Beatle, Brian Epstein, manager tuttofare grazie ai cui servigi i quattro musicisti poterono entrare in contatto con produttori di prestigio come George Martin e Phil Spector, che avrebbero aperto loro nuovi orizzonti con orchestrazioni e arrangiamenti all'avanguardia, almeno per l'epoca. Epstein morirà per una overdose di sostanze stupefacenti il 27 agosto 1967.

Baronetti di Sua Maestà

Nel pieno della carriera, i componenti del complesso furono nominati - a furor di popolo - baronetti da Sua Maestà Britannica la regina Elisabetta II (e pare che i quattro nell'occasione non abbiano risparmiato apprezzamenti poco regalmente corretti nei confronti dell'augusta sovrana).
(vedi articolo dell'epoca
[1])

Ma gli inizi furono, come accadeva all'epoca a quasi tutti i gruppi rock, fatti di dura gavetta: lunghe sessioni di prova negli studi di registrazione, concerti in piccoli locali (storico è diventato il nome del Cavern Club di Liverpool che ospitò le loro prime performances), faticose trasferte in piccoli teatrini di periferia; e talvolta frustranti (e forse sottopagati) tour all'estero, come nel caso della lunga permanenza ad Amburgo negli anni immediatamente precedenti la notorietà.

"Love Me Do" segna il debutto

Occorreva completare la formazione definitiva e il 16 agosto 1962 il gruppo è pronto a decollare; in quella data, infatti, Peter Best viene licenziato e sostituito appunto da Ringo. Non passano due mesi che, il 5 ottobre, esce il loro primo singolo a 45 giri: sul lato A vi è incisa la canzone Love Me Do; sul lato B un altro motivo, scritto come il precedente anni prima da Lennon-McCartney, ''P.S. I love You.

Il disco avrà un successo di vendite discreto ma non eccezionale, restando in classifica nel Regno Unito per una settimana, ponendosi al diciassettesimo posto; a Liverpool, ovviamente rimarrà a lungo al primo posto. Una delle tante leggende che circondano la storia del gruppo, vuole che proprio nella loro città natale il loro manager Brian Epstein, che gestiva un negozio di dischi, ne avesse comprato diecimila copie per sostenere il lancio del gruppo.

Curiosamente, la data del debutto discografico dei Beatles coincide con un altro topos del divismo, sia pure di diverso genere, e cioè l'avvio - con la proiezione del film Dr. No - della fortunata serie cinematografica di James Bond, l'Agente 007 con Licenza di uccidere interpretato da Sean Connery.

In una sola circostanza Bond avrebbe peraltro incrociato la sua strada con quella di un Beatle (e accadrà nel 1973, a gruppo ormai disciolto, con la canzone Live and Let Die scritta da Paul McCartney per il film omonimo (Vivi e lascia morire in Italia), interpretato tuttavia da un altro Bond, Roger Moore.

Anche in Italia fans in delirio

Mentre in Inghilterra lo staff della casa discografica Parlophone continuava ad immettere sul mercato nuove incisioni del gruppo (e il produttore George Martin aveva mantenuto la promessa di portarli al primo posto delle charts con il secondo singolo Please Please Me), proseguivano contestualmente le trionfali tournèe.

E le scene di delirio collettivo che si erano verificate oltre Atlantico in occasione del tour che li lanciava sul mercato americano (con lo storico concerto documentato su nastro audio video allo Shea Stadium di New York), si sarebbero ripetute di lì a poco in Italia.

Attesi spasmodicamente, nel giugno del 1965, i Beatles effettuarono un mini-tour italiano e in ciascuno dei concerti - uno al pomeriggio ed uno alla sera - suonarono per poco più di mezz'ora; ma i fan che accorsero ad ascoltarli al Velodromo Vigorelli di Milano, al Palasport di Genova e al Teatro Adriano di Roma rimasero tutt'altro che delusi. Sarà l'unica volta che suoneranno in Italia.

Torneranno in America per consolidare la loro fama e recuperare sul mercato americano, anche grazie all'apparizione televisiva del 5 giugno 1966 all'Ed Sullivan Show.

Più famosi di Cristo?

Era accaduto che, solo pochi mesi prima - il 4 Marzo dello stesso 1966 - quando già intravedevano l'apice del successo, ebbero a dichiarare di ritenersi più famosi di Gesù Cristo; questo non gli portò certo una buona stampa, ed anzi alienanò loro la simpatia di molti fan (con l'ostracismo di parecchie stazioni radiofoniche, specialmente statunitensi).

Di certo la loro popolarità non aveva (e tuttora non ha) uguali in campo non solo musicale. Sui Beatles sono stati scritti saggi, trattati di sociologia, esegesi dei loro testi, tesi di laurea, centinaia di biografie più o meno romanzate e innumerevoli libri documentaristici, per tacere degli articoli giornalistici. Un qualsiasi motore di ricerca è in grado di indicare un numero enorme di siti internet che ancora si occupano di loro.

Ugualmente attenta al fenomeno Beatles è l'industria discografica che periodicamente, anche grazie a recuperi di materiale inedito, continua a tenere il nome dei fab four ben alto sul mercato. È stato calcolato che gli ammiratori dei Beatles - a oltre trent'anni dal loro scioglimento - attraversino almeno tre generazioni.

"Help!", il cinema

Quale (talvolta) ingombrante fenomeno di massa al centro di quelli che sarebbero stati i favolosi anni Sessanta, nulla che riguardasse i Beatles doveva essere in alcun modo trascurato. Così anche il cinema fagocitò, in una maniera o nell'altra, i quattro di Liverpool; gli esiti di questo coinvolgimento, se non deludenti, furono quanto meno contradditori.

E alla fine il catalogo dei film dei Beatles risulterà alquanto modesto (con i soli Help'' e A Hard Day's Night destinati a salvarsi).

Presunte morti e altre leggende

Le molte (e controverse) informazioni sul gruppo nel suo insieme o sui singoli componenti - rilanciate dalla stampa specializzata e non in una sorta di caleidoscopico tam-tam mediatico - hanno spesso generato confusione tra coloro che nel corso degli anni ne hanno seguito vita e carriera.

Molti aneddoti ed episodi (l'ipotizzato uso di sostanze stupefacenti, il periodo mistico con l'adesione alle religioni orientali del Maharishi Maesh Yogi con conseguente trasformazione del repertorio ed introduzione di musiche suonate con il sitar), le turbolente relazioni sentimentali (e gli eclatanti gesti di protesta, come il "bed-in" di John Lennon e di sua moglie Yoko Ono in un albergo di Amsterdam il 24 marzo del 1969), la presunta morte e (forse) resurrezione - con l'ausilio di un sosia - di Paul McCartney), hanno avuto spesso il sapore di leggende metropolitane. Si dice che il nome dei Beatles sia conosciuto in ogni più remoto angolo della terra: e questa non può essere considerata a tutti gli effetti una leggenda metropolitana.

Vento gelido intorno a loro

Il 30 gennaio 1969 tennero l'ultima apparizione pubblica esibendosi nel loro estemporaneo (quanto non si sa) concerto d'addio, destinato a restare - e a farli restare - nella storia della musica pop.

Il palcoscenico, l' ultimo stage, era la terrazza del loro quartier generale londinese (vedi), la Apple, al numero tre di Savile Row; il pubblico costituito, oltre che dagli operatori addetti alle riprese cinematografiche del concerto, da una manciata di curiosi, per lo più impiegati dello stesso stabile accorsi fra i comignoli senza forse immaginare che sarebbero stati testimoni di un evento. Per strada, per contro, decine di bobbies faticavano a tenere a bada ancora una volta (l'ultima) nugoli di fans che avevano appreso in qualche modo la notizia della performance.

Così quel che resta dei Beatles - quasi a colmare in maniera definitiva un ipotetico fabbisogno dell'immaginario collettivo di più di una generazione - sono le immagini immortalate dall'ultimo film e le foto di quel concerto, con i quattro baronetti - ormai divisi, soprattutto artisticamente, e pronti a percorrere strade separate - che con i capelli al vento, avvolti in giacconi e pellicce per ripararsi dal freddo pungente di gennaio - regalano le ultime note suonate insieme, quarantadue minuti di musica, come in un (improbabile) testamento artistico ed esistenziale.

Bibliografia

Link

vedi anche:

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