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Tortona

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Tortona
Paese: Italia
Regione: Piemonte
Provincia: Alessandria di Alessandria  (AL )
Latitudine: 44° 53‘ Nord
Longitudine: 8° 51‘ Est
Altitudine: 122  m s.l.m.
Superficie: 99,29 km2
Popolazione:
 - Totale
 - Densità

25.227
254 ab/km2
Frazioni: Torre Garofoli, Rivalta Scrivia
Comuni limitrofi: Pozzolo Formigaro, Sale, Viguzzolo, Pontecurone, Castelnuovo Scrivia, Carbonara Scrivia, Alessandria
CAP: 15057
Prefisso telefonico 0131
Codice ISTAT: 006174
Codice fiscale: L304
Abitanti (nome): tortonesi
Sito istituzionale: Tortona

Tortona è un comune piemontese della provincia di Alessandria, situato sulla destra dello Scrivia tra la pianura di Marengo e le estreme propaggini collinari dell'Appennino Ligure. Sede vescovile.

Storia

Villaggio fortificato dei Liguri tra VIII e il V secolo a.C., l’antica Dertona, una volta conquistata dai Romani, fu eretta a colonia intorno al 120 a.C., trasformandosi in un fiorente centro agricolo e commerciale, all’incrocio di importanti vie di comunicazione: la via Postumia (che collegava Genova ad Aquileia), la via Fulvia (proveniente da Pollenzo) e la via Emilia Scaura (proveniente da Vada Sabazia, od. Vado Ligure, attraverso Aquae Statiellae, od Acqui Terme). Eretta una seconda volta in colonia da Augusto (tra il 40 e il 30 a.C.) assunse il nome di Julia Dertona. Completamente cristianizzata nella seconda metà del IV sec. d.C., divenne sede vescovile. Sopravvissuta alla profonda crisi che portò alla caduta dell’impero romano (assistette, tra l’altro alla deposizione e assassinio dell’imperatore Maggioriano. nel 461, ad opera di Ricimero), nonostante i continui passaggi di mano e danneggiamenti, riuscì a mantenere una certa floridezza che le consentì nell’XI sec. di sottrarsi all’influenza del vescovo, ergendosi a libero comune. Nota in questo periodo con il nome di Terdona, alleata di Milano e rivale di Pavia, fu tra i primi comuni a ribellarsi all’autorità imperiale. Cinta d’assedio dal Barbarossa nel 1155, fu conquistata e distrutta. Ricostruita con l’aiuto dei Milanesi, aderì alla Lega Lombarda e partecipò alle lotte comunali, cambiando spesso schieramento. Conquistata da Luchino Visconti nel 1347, seguì le sorti di Milano, sotto il dominio dei Visconti, prima, e degli Sforza, poi, fino al XVI secolo. Successivamente in mano agli spagnoli, fu fortificata ed elevata a baluardo difensivo ai confini del Ducato di Milano. Teatro di scontri durante la guerra di successione spagnola (1706), venne annessa nel 1738 ai domini sabaudi da Carlo Emanuele III Nel 1796, con la discesa di Napoleone in Italia, venne ceduta ai francesi dall’armistizio di Cherasco. Arresasi agli austro-russi di Suvorov dopo la battaglia di Novi (1799), ripassò in mano ai francesi che nel suo territorio stabilirono il loro quartier generale in occasione della battaglia di Marengo (14 giugno 1800). In seguito agli accordi presi con lo zar di Russia, Napoleone, ne ordinò lo smantellamento delle fortificazioni (1801) e la distruzione del castello. Annessa all’Impero Francese nel 1804, ritornò definitivamente ai Savoia con il congresso di Vienna (1815). La seconda metà del XIX secolo rappresentò per la città un periodo di floridezza, testimoniato dal profondo rinnovamento urbanistico del periodo.

Altro

Scarsi i resti del suo passato di fiorente città romana: sul colle del castello (colle Savo) si trovano resti di mura, databili al I sec. a.C.; un'enorme costruzione a pianta quadrata (m.8.90 x 8.70), databile al I sec. a. C, oggi inglobata nella Chiesa di S. Matteo, viene tradizionalmente identificata come il mausoleo di Maggioriano, imperatore assassinato nel 461 d.C.; resti di sepolcri romani turriformi sono stati rinvenuti nei dintorni della città negli anni '70, mentre di più recente scoperta sono i resti di un ponte.

Palazzo Guidobono, risalente al XV secolo, ma rimaneggiato e parzialmente ricostruito nel 1939 con una facciata in stile gotico è oggi sede delle raccolte civiche. Il palazzo è situato lungo la Via Emilia, in una piazzetta dominata da una torre medioevale isolata. La chiesa di S. Maria Canale è la più antica della città (XI-XII sec.). Restaurata nel 1853 con l'aggiunta della facciata a capanna, conserva tracce di affreschi rinascimentali, sebbene l'interno sia stato nuovamnete decorato da Rodolfo Gambini (1918). Il duomo edificato nel XVI secolo su una chiesa preesistente presenta una facciata di ispirazione neoclassica (1880). All'interno, opere di artisti quali il Fiamminghino, il Luini, il Moncalvo, Camillo Procaccini e il Vermiglio. Conservate nel duomo sono anche le reliquie di S. Marziano, santo che, nella tradizione popolare, avrebbe cristianizzato la città. Il palazzo vescovile, edificato per volere del vescovo Cesare Gambara nel 1584, presenta un bel portale in marmo bresciano. All'interno è conservato un trittico con Madonna con Bambino, santi Giovanni Battista e Agostino da Trau di Macrino d'Alba (anteriore al 1499) e una tela avente per soggetto la Madonna col Bambino e sante Margherita ed Anna (1610) di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo.

Risale al 1836 il teatro Civico, su progetto di Pietro Pernigotti. L'interno, decorato da fregi e stucchi, è a tre ordini di palchi.

La Basilica della Madonna della Guardia, sorge alla periferia della città, nel quartiere S. Bernardino. Voluta da Don Orione ed edificato nel 1931, conserva le spoglie mortali del Santo di recente proclamazione. L'edificio è dotata di una elevata torre su cui poggia una gigantesca statua in bronzo (14 m.) della Madonna col Bambino, assunta ormai a simbolo della città.


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