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Assolutismo monarchico

L'Assolutismo monarchico č una teoria politica che sostiene che una persona (generalmente un monarca) debba detenere tutto il potere. Questo č giustificato dal concetto di "Diritto divino dei re", che implica che un l'autoritĂ  di un governante deriva direttamente da Dio. Eminenti teorici associati all'assolutismo comprendono Agostino d'Ippona, Paolo di Tarso, Jacques-BĂ©nigne Bossuet, e Thomas Hobbes.

Hobbes, nella sua filosofia della legge naturale, riteneva che i governanti assoluti emergessero in accordo con gli istinti fondamentali degli uomini, in particolare la loro paura della morte e il loro bisogno di potere. Nella sua visone, non poteva esserci ordine sociale sena la cessione del potere a un singolo individuo che lo avrebbe usato per limitare le tendenze violente e anti-sociali del popolo.

A coloro che credevano che il monarca assoluto fosse stato scelto da Dio, la ribellione contro il monarca era equivalente alla ribellione nei confronti di Dio. Quindi, il governo era considerato assoluto, in quanto non poteva essere sfidato.

Le radici dell'assolutismo monarchico

Nel XVII secolo l'assolutismo monarchico si affermò in Francia e in altri Paesi dell'Europa continentale, come la Prussia e la Russia degli zar. La necessitĂ  di mantenere eserciti permanenti e di imporre tributi senza interpellare i sudditi, facilitò il rafforzamento dei monarchi di fronte alla nobiltĂ  e alla borghesia, mentre le guerre contribuirono allo sviluppo del sentimento nazionale e nella figura del sovrano sembrò incarnarsi l'intera nazione. In Francia, in Prussia e piů tardi in Russia, la cultura del Cinque-Seicento sostenne l'idea di un primato politico, culturale ed etico-religioso della Nazione. Nell'ambito religioso, il cattolicesimo, dopo il Concilio di Trento (1545 - 1563), favorì l’affermarsi dell’idea di sovrano come rappresentante dell'ordine razionale voluto da Dio. Diversificato fu invece l'atteggiamento del mondo protestante: i calvinisti furono decisi avversari dell'assolutismo, mentre i luterani, seguendo le dottrine del loro maestro, videro nel principe anche il capo della comunitĂ  religiosa, perchĂ© ritennero che egli solo, con la sua autoritĂ  assoluta, potesse reprimere la volontĂ  dei malvagi. Lo sviluppo del capitalismo commerciale e finanziario favorì anch'esso l'affermazione dell'assolutismo regio. Infatti, la necessitĂ  di mantenere eserciti permanenti e l'esigenza di una burocrazia sempre piů complessa costrinsero i sovrani a chiedere ingenti prestiti ai grandi mercanti–banchieri in cambio di larghe concessioni (come lo sfruttamento di territori nelle colonie o l'appalto della riscossione delle imposte sul territorio nazionale).

Transizione verso l'assolutismo illuminato

Gli ultimi monarchi assoluti tentarono talvolta du governare secondo i principi dell'Illuminismo, e vengono quindi chiamati despoti illuminati. Essi tentarono di permettere ai loro sudditi di vivere piů liberamente la loro vita di tutti i giorni, mantenendo al tempo stesso la monarchia autocratica.

L'assolutismo, come termine, non comparve fino ai XIX secolo, quando la tradizionale "etĂ  dell'assolutismo" era ormai passata.

Alcuni storici vedono i monarchi assoluti come una conseguenza diretta della centralizzazione dello stato sotto i Nuovi monarchi.

monarchi asoluti


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