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Caffaro

Caffaro, o meglio Caffaro da Caschifellone, nacque appunto a Caschifellone (dove oggi sorge l'attuale località di San Cipriano, in Val Polcevera, entroterra di Genova), nel 1080 o 1081; morì a Genova, probabilmente nel 1164. Fu marinaio, crociato, console, cronista e come tale padre fondatore delle memorie storiche genovesi. Le raccoglierà accuratamente nei suoi Annali. Come documentarista (ante-literam) ed avventuriero (del suo tempo) ebbe una vita lunga, ricca di emozioni, tuttavia caratterizzata da una sostanziale, più che semplicemente formale, saggezza.

Ancor giovane lasciò il luogo natio e i suoi possedimenti partendo alla ricerca di fortuna e di nuove avventure. Si imbarcò alla volta della Terrasanta (Siria) in compagnia di Guglielmo Embriaco detto "Testa di Maglio", in soccorso dei crociati di Goffredo di Buglione. Lì si guadagnerà l'appellativo di Kafir (l'"infedele")

Caduta Gerusalemme nel 1099, Caffaro - sempre in compagnia del fido "Testa di Maglio" - partecipò (1101) alla Presa di Cesarea. Fu probabilmente questo avvenimento a convincerlo a mettere per iscritto un resoconto delle vicende storiche cui aveva partecipato. Alcuni storici hanno insinuato che fosse un pò un grafomane; di certo, nel suo latino forse un pò approssimativa, gettava le basi per storia di Genova a futura memoria.

Di ritorno dalla Terrasanta, Caffaro, da buon cronista, fornì, "davanti a notaio", un fedele resoconto (non privo di truci particolari) sulle scorribande nel Mar Mediterraneo (il continente liquido, nelle parole dello storico Fernand Braudel) e gli scontri di strada; lui stesso del resto pare non avesse disdegnato di impossessarsi di prede e bottini catturati in Oriente.

Scrive nei suoi Annales, riferendo di quella spedizione:

"All'interno di una chiesa, fuori dall'edicola del Sepolcro, dinanzi a molti che vi assistettero, in una delle lampade cominciò ad ardere il fuoco ...". Lo stupore del cronista si manifesta ancor più nel descrivere come le lampade che erano all’esterno "... si accesero una dopo l'altra fino a raggiungere il cospicuo numero di sedici".

Come uomo di mare, Caffaro fu capitano della flotta che sconfisse i pisani (battaglia di Piombino, 1125) e i saraceni (battaglie di Minorca e Almeria, 1146).

Fu anche un diplomatico e in questo ruolo svolse missioni presso il Papa Callisto II, il re di Castiglia Alfonso VII e Federico I Barbarossa.


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