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Storia di Genova

Per circa otto secoli Genova fu governata come una repubblica che comprendeva l'intera Liguria, la Corsica(poi ceduta alla Francia nel 1768), parte del basso Piemonte e l'isola di Capraia. Per circa cinque secoli fiorirono in tutto il mediterraneo i possedimenti genovesi, ora con carattere di empori o basi commerciali, ora vere e proprie colonie, dipendenti direttamente dalla Repubblica, dal Banco di San Giorgio o da privati cittadini.

Le crociate - Prima epoca aurea di Genova

Le prime basi del colonialismo genovese furono poste con le crociate durante le queali gli interessi, dal limitato orizzonte della riviera si spostarono ad oriente. I piů celebri e ricchi possedimenti furono Tel Aviv (Giaffa), Gibello, Cesarea, San Giovanni d'Acri in Terra Santa.

Fu determinate l'aiuto offerto dai genovesi per la conquista di numerose città della terra Santa, prima fra tutte Gerusalemme, dove capitano ed ammiraglio Guglielmo Embriaco, giunse con truppe fresche e rifornimenti in un momento di grande sconforto. Ideate e costruite con le navi smontate innovative e geniali armi d'assedio fra le quali la torre mobile, per dare manforte all'esercito cristiano si arrampicò da solo sulle mura della città incitando i soldati cristiani a fare altrettanto. Addirittura Baldovino, re di Gerusalemme, succeduto al Fratello, Goffredo di Buglione, fece incidere sull'architrave della chiesa del Santo Sepolcro, a caratteri d'oro, la scritta "Præpotens Genuensium præsidium", cancellata alcuni anni dopo da un suo sucessore.

In questo periodo Genova impose, con abili azioni diplomatiche e militari, il riconoscimento del proprio status di libero comune all'imperatore Federico Barbarossa, realizzando per precauzione in tempi brevissimi una cerchia imponente di mura. La spesso sleale concorrenza di pisani e veneziani e la rivincita musulmana posero termine ai domini in medioriente ed alle vivaci e ricchissime colonie lĂ  create, per primi, dai Genovesi.

Tale era comunque la potenza genovese sul Mediterraneo che proprio dalle navi genovesi gli inglesi trassero al loro bandiera, usata dai convolgi di sua maestĂ  per navigarvi in sicurezza, per concessione del Doge e sotto pagamento di una ammenda.

Dominio politico su Bisanzio - La seconda epoca aurea di Genova

Ad esse seguirono, in occidente in epoca sucessiva, Aigues Mortes (Francia), principale porto francese, di fatto proprietĂ  di Guglielmo Boccanegra, nonno del piů celebre Simone e grande amico di Luigi IX il Santo re di Francia, il quale affidò al genovese la fortificazione della cittĂ , opera che tutt'oggi si può ammirare nella sua bellezza ed imponenza; nelle isole spagnole sottratte agli arabi e nella Spagna continentale i genovesi posero le basi di un commercio secolare, con basi nelle grandi cittĂ  riconquistate dai legittimi proprietari spagnoli.

In seguito alla definitiva vittoria su Pisa nel 1284 presso le secche della Meloria il grifo genovese pose gli artigli su tutta la Corsica e nel Logudoro nel Nord della Sardegna.

Un altro importante episodio bellico avvenuto nel 1261 schiuse ai genovesi le porte del Mar Nero e dell'Egeo; in seguito al tarttato di Ninfeo stipulato con l'imperatore bizantino Michele VIII Paleologo che prevedeva un intervento navale genovese nelle acque di Costantinopoli per ripristinare il legittimo imperatore, in esilio a causa della IV crociata condotta dai veneziani nel 1204 per impadronirsi dell'impero d'Oriente e controllarne così i commerci.

Il comune ottenne immensi privilegi, oltre al monopolio degli "stretti", indispensabile per controllare i commerci nel Mar Nero, che fu definito "lago genovese". Furono tante le opere realizzate dagli uomini della Superba (o Dominante come era definita allora Genova) su quelle coste che in epoce recenti, anche opere realizzate dopo il periodo del dominio genoevse venivano spesso attribuite a loro, i possedimenti e la presenza ligure in quel periodo arrivava fino ai piů estremi confini orientali, addirittura in Iran ed Iraq.

Poterono così fiorire e cresce oltre alle colonie di Famagosta e dell'isola di Cipro; il quartiere di Galata ad Istanbul nel quale si conserva ancora la torre del Cristo, ultimo baluardo della cristainità contro l'invasione turca; i possedimenti di Azov (La Tana), Trebisonda, Sevastopoli, Teodosia (Caffa), Belgorod nel Mar Nero; le isole di Lesvos, Chios, Creta e Rodi nel Mar Egeo, Smirne, Efeso e Focea (che garantiva il monopolio sull'allume) sulle coste della Turchia.

Un secolo di congiure, lotte interne e dominazioni straniere fiaccarono la repubblica che seppe però generare il primo istituto di credito moderno al mondo, il Banco di San Giorgio, al quale venivano spesso affidati i domini d'oltremare e che divenne, in pratica, uno stato nello stato, anzi il vero stato dal quale Genova sarebbe risorta.

La conquista turca di Costantinopoli diede un'altro scrollone alla politica estera della Superba, seppure molte colonie reggevano sotto la guida di consorzi familiari chiamati Maone e che sarebbero andati avanti per circa altri due secoli. Gli interessi di Genova però erano destnati a cambiare e la svolta definitiva la diede Andrea Doria con la sua politica filospagnola.

Dominio economico sull'Impero Asburgico - Il secolo dei genovesi

Col cambiare dell'assetto geopolitico nel Mediterraneo quindi gli interessi dei genovesi si spostarono e materializzarono con basi e possedimenti nel settore occidentale de Mare Nostrum ed in Europa (ove comunque operavano giĂ  da tempo), come a Marsiglia (subentrata ad Aigues Mortes), Barcellona, Siviglia - dopo la scoperta dell'America si diceva "l'oro nasce in America, muore a Siviglia e viene seppellito a Genova" -. A Gibilterra l'elenco telefonico vede tutt'oggi dominare cognomi genovesi, colonie genovesi continuarono ad operare nelle isole tabarchine al largo delle coste della Tunisia ed i convogli della Repubblica continuarono e potenziarono i loro collegamenti con gli stati del Nord Europa. In Sicilia e nel sud Italia molti genovesi finanziatori della corona spagnola ricevevano feudi in pegno o come risarcimento, ne sono esempio Lercara Friddi (della famiglia Lercari) o il ducato di Tursi ed il principato di Melfi, dei Doria. Perfino a Roma il porto di Ripa Grande era gestito dai genovesi, con un quartiere (Trastevere) interamente occupato dai marinai liguri per i queli fu costruito anche un ricovero, gestito dalla Confraternita di san Giovanni Battista dei Genovesi oppure dove famiglie come i Doria od i Giustiniani decisero di stabilire le proprie dimore; Matteo e Vincenzo Giustiniani erano due fratelli che grazie al loro mecenatismo divennero i piů grandi collezionisti di Roma, il loro palazzo č oggi sede del Senato della Repubblica. Così come pure a Milano ove ancora oggi si trovano palazzo Spinola e Palazzo Marino (sede del comune). Nel Nord Europa vennero poste basi finanziarie e commerciali in tutte le sedi delle principali fiere e in alcune cittĂ  della lega anseatica, a Bruges esiste ancora oggi la "Genoese Lodge".

I grandi esploratori liguri

L'epopea coloniale genovese si manifestò comunque nei secoli anche attraverso le esplorazioni, eseguite per conto della repubblica o pesso per altri sovrani, fu così che i fratelli Vivaldi si avventurarono nel 1291 a sud delle colonne d'Ercole e non fecero piů ritorno, Lanzerotto Malocello scoprì le Canarie (1310-1339 ca), Antonio da Noli le isole di Capo verde (1460-1462) e Antonio Malfante attarversò per primo il Sahara nel XV secolo, il piů celebre fu poi Cristoforo Colombo, genovese che scoprì il "nuevo mundo" come lui stesso ad un certo punto lo definì.

I genovesi dopo l'America

In Europa e nel mondo i rapporti continuarono con le varie corti e dinastie. I Deferrari, cui č dedicata la piazza principale di Genova, furono proprietari dell'Hotel matignon, attuale residenza presidenziale francese, fondarono il credito francese e fnanziarono la costruzione delle ferrovie di mezza Europa. Edoardo Chiossone fondò e diresse l'Officina Carte e Valori del Ministero delle Finanze Giapponese, su invito del governo stesso, dopo aver lavorato come incisore a Firenze presso la banca del regno nella seconda metĂ  dell'ottocento. Genova era una repubblica sulla quale - considerata la posizione strategica di porta sull'Europa - molti governi limitrofi hanno posto via via gli occhi. La spuntò il regno di Sardegna, a causa del quale la cittĂ  conobbe una grave crisi, poichč da molti secoli ormai Genova aveva basato la propria esistenza sulla neutralitĂ  e sugli affari, mentre la nuova dinastia amava la guerra e le tasse. Molti genovesi emigraono nel nuovo continente ma non (o non solo) per disperazione come si vuol far credere, soprattutto per affari, come sempre, ed infatti č ad opera dei genovesi che č nato il quartiere (barrìo) di "La Boca", a Buenos Aires in Argentina così come furono le maestranze genovesi a fondare il porto di Valparaiso in Cile, il piů grande porto del Sud America, tappa obbligata prima dell'apertura di Panama, e la ferrovia che collega le due cittĂ  č ancora opera dei migranti liguri. Fu un oriundo genovese, Amadeo Peter Giannini a fondare la Bank of America.

Oggi molti liguri e genovesi e loro discendenti occupano cariche importanti in tutti gli stati dove essi o i loro antenati sono emigrati. una piccola curiositĂ , nel 2001 Andrea MarĂ­a Noceti GĂłmez divenne Miss Colombia.

La Repubblica di Genova

Il periodo forse piů glorioso per Genova fu quello in cui essa fu una Repubblica. Dalla fine dell'XI secolo alla fine del XVIII essa fu infatti governata da consoli scelti tra i cittadini piů influenti (prelati, nobili, mercanti, armatori). Grazie a tale forma di governo - che garantiva gli interessi dei ceti economicamente piů forti - Genova fu in grado di distinguersi nella prima crociata (1096-1099) ciosì da gettare le basi dell'espansione coloniale in Oriente e segnare l'inizio dello scontro secolare con Pisa e con Venezia per il controllo del Mar Mediterraneo.

Alla crescente potenza della repubblica genovese fu sempre di grave ostacolo la discordia tra le famiglie che formavano l'aristocrazia consolare. Neppure la sostituzione del regime consolare con la carica di podestà e la fine degli ordinamenti comunali (1191) riuscì ad arginare le lotte intestine. Ai lunghi periodi in cui prevalse il partito guelfo, che aveva i suoi rappresentanti nei Doria, negli Spinola e nei Fieschi, seguirono le fasi in cui Genova fu governata dal partito popolare, rappresentato dai Boccanegra. Tali lotte indebolirono Genova determinando la graduale perdita delle colonie nel Mediterraneo e privando la città della sua autonomia.

Dalla metà del 1300, i duchi di Milano e i re di Francia si contesero il controllo della città e del suo porto, senza che i genovesi, in preda ad una profonda crisi istituzionale, riuscissero a opporre una valida resistenza. Dopo essere stata oggetto di lunghi e sanguinosi scontri nella guerra tra Francia e Spagna per il controllo dell'Italia, nel Cinquecento l'ammiraglio Andrea Doria (1466-1560) liberò la città,dopo aver stretto un patto di non belligeranza con l'imperatore Carlo V, Doria scacciò i francesi dalla città, rifiutandosi però di assumerne il governo.

Al fine di liberarla dalle sterili lotte di parte, egli nominò invece una giunta di riformatori che diede alla rinnovata repubblica quella costituzione che si conservò con poche varianti fino al 1797.

(Nota: le voci della tabella sottostante sono solo parte di un progetto piů ampio che tende a ricostruire la storia antica di Genova; in virtů dei numerosi link presenti nel tracciato ipertestuale č possibile ampliare il numero degli articoli in argomento; nello spirito di collegialitĂ  di Wikipedia ogni nuovo contributo in questo senso č benvenuto)


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