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Cultura dell'Iraq

Tradizioni letterarie

Le tradizioni letterarie irachene piů antiche si rifanno alla civiltĂ  dei Sumeri, nella quale si innestò il patrimonio babilonese, cui si accomunò quello assiro. Queste civiltĂ  influirono prima su quella
greca che a sua volta arricchì la tradizione irachena, toccata ancor piů profondamente da quella persiana, filtrata attraverso la dominazione partica. A essa si sovrappose dopo il VIII secolo la civiltĂ  araba, che fece di Baghdad il fulcro di elaborazione della sua cultura, mantenuta su schemi tradizionali fino agli inizi del XX secolo, quando finalmente, grazie al giornalismo e all'influsso egiziano, la prosa andò evolvendosi conquistando quella semplicitĂ  di espressione che aveva avuto fino ad allora. Si può parlare di una letteratura nazionale irachena, grosso modo, solo dall'epoca dello smembramento dell'Impero ottomano (1918). Pur tuttavia la critica fa risalire agli ultimi decenni del XIX secolo i primi albori di una letteratura nazionale. Ciò si verificò soprattutto nella poesia, con autori come Salih at-Tamimi (m. 1845), !Abd al-Baqi al-!Umari (1790-1862), !Abd al-Ghaffar al-Akhras (1805-1875), Haidar al-Hilli (1831-1887) e Ibrahim at-Tabataba'i (1832-1901). Questi poeti, pur essendo tradizionali nella forma, nella sostanza parlarono di libertĂ  e contro la corruzione. Giamil Sidqi az-Zahawi (1863-1936), di origine curda, può considerarsi l'anello di congiunzione con la precedente generazione. La sua forma preferita era la quartina, ma fu anche interessato a esperimenti stilistici. Trattò di problemi sociali; fra l'altro diede particolare rilevanza alla difesa dei diritti della donna. Ma!ruf ar-Rusafi (1875-1945), considerato poeta nazionale, č stato il piů seguito nei circoli letterari. Uomo politico al tempo dell'Impero ottomano, nella sua opera rappresentò i sentimenti nazionali iracheni.

Dopo la prima guerra mondiale si ebbe un rifiorire degli studi letterari, con il diffondersi del giornalismo e della pubblicazione di libri. Ma in particolare negli anni Trenta e Quaranta alcuni poeti, tra cui i giĂ  nominati ar-Rusafi e az-Zahawi, e altri, come Muhammad Mahdi al-Giawahiri (1900-?), hanno rappresentato l'avanguardia del mondo letterario arabo. Verso il 1940 nel mondo arabo ebbe inizio un movimento poetico influenzato da autori europei come Eliot e Majakovskij e dalle varie correnti d'avanguardia, a cui si intrecciarono motivi tratti dal mondo mitologico dell'antica Mesopotamia e da quello classico, musulmano e cristiano. Nelle riviste letterarie dell'epoca, prevalentemente libanesi (al-Adib, al-Adab o Shi!r), gli scrittori iracheni portarono il maggior contributo. Il piů famoso di questi fu Badr Sakir as-Sayyab (1927-1964), di tendenze realiste, ma non immune da influenze surrealiste e simboliste, considerato uno dei maggiori riformatori della poesia araba moderna. Scrittori realisti sono anche !Abd ar-Raziq, !Abd al-Wahid e Kazim Giawwad (n. 1929) la cui poesia, all'inizio tradizionale, divenne innovatrice e di un realismo sconcertante. Alla tendenza romantica, con i suoi toni piů cupi, appartengono: Baland al-Haidari (n. 1926), che č passato attraverso varie fasi, influenzato inizialmente dall'estetismo, in seguito dall'esistenzialismo e dal surrealismo; la poetessa Nazik al-Mala!ikah (n. 1923), la maggiore teorica del verso libero; !Abd al-Wahhab al-Bayati (n. 1926), uno dei primi collaboratori della rivista ath-Thaqafah al-giadidah, e Hilal Nazi (n. 1931), la cui poesia ha spesso un tono rivoluzionario. Questa nuova poesia viene anche chiamata del “verso libero” (ash-shi!r al-hurr), in contrasto con la prosodia complicata dei classici.

Nella prosa si può distinguere una scuola classica, guidata da Gia!far al-Khalili, che ha scritto regolarmente nella rivista sciita al-Ghara, e una d'avanguardia, che, influenzata dai classici dell'Ottocento francese e russo pur non trascurando i moderni, come Jean-Paul Sartre e Albert Camus, pone l'accento sui mali della societĂ  irachena. Si ricordano i nomi di Dhu an-Nun Ayyub (n. 1908), il piů anziano del gruppo e noto giornalista e politico, !Abd al-Malik an-Nuri (n. 1921), autore della raccolta "Il canto della terra", che č un'analisi della vita degli umili; Fu!ad at-Takarli (n. 1927), che nelle sue novelle condanna brutalmente, con un linguaggio spesso veemente e crudo, gli errori della societĂ  tradizionale con una protesta contro i misfatti dell'alienazione e della miseria, Ya!qub Balbul, che, nel 1938, ha pubblicato una raccolta di racconti ispirata ai problemi sociali del Paese; Shakir Khuzbak (n. 1920), studioso e traduttore di Anton Cechov, autore di racconti e del lavoro teatrale "La casa coniugale" (1962); Edmond Sabri (n. 1921), che ha scritto racconti, opere teatrali e sceneggiature per il cinema; Safira Giamil Hafiz, che ha pubblicato nel 1956 una raccolta di racconti sulla vita popolare; Mahdi !IsĂ  as-Saqr, che ha scritto in un tono duro e sardonico contro le tragedie della superstizione e dell'ignoranza. Nel campo della poesia, emergono i nomi di !Abd al-Wahhab al-Bayati (n. 1926) e di Sa!di Yusuf (n. 1934), poeti che hanno entrambi conosciuto in diverse epoche l'esilio, e proprio dall'esilio hanno scritto le loro liriche impregnate di tristezza, nostalgia (ghurbah) e desiderio di libertĂ . Nella narrativa Fu!ad at-Takarli fa parlare di sĂ© nel 1980 per il romanzo "ar-Ragia!al-ba!id" (L'eco lontana) i cui dialoghi, composti in stretto dialetto iracheno, rimettono in discussione l'uso della lingua parlata nei testi letterari per lo piů scritti in un arabo puro. Narratore di spicco č anche Mohammad Haydar (n. 1942), autore di raccolte di racconti.

Un quadro esauriente della ricca produzione letteraria irachena in prosa e in poesia č fornito dalle riviste letterarie pubblicate a Baghdad, tra cui al-Aqlam (Le penne), fondata nel 1964, al-Mawrid (La fonte) del 1971, o al-Katib al-!arabi (Lo scrittore arabo) del 1982. Vanno ricordate anche le riviste pubblicate dagli intellettuali arabi in esilio come al-Badil (L'alternativa), fondata nel 1980 dalla Lega degli scrittori democratici iracheni, oppure Aswat (Voci) uscita a Parigi alla fine degli anni Settanta.


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